La Val Duron, splendida laterale della Val di Fassa che s’innesta all’altezza di Campitello, dopo la prima parte un po’ più ripida, regala dolci pendii e verdeggianti prati, adattissimi a bambini e passeggino. Si cammina tra meravigliosi prati e pascoli, accompagnati da un gorgheggiante torrente in mezzo a cime mozzafiato: cosa aspettate, venite con noi a scoprirla?
La partenza della gita è fissata a Campitello, ridente località fassana, in un piccolo spiazzo all’altezza della fermata del bus-navetta per la valle (Strada Salin). Ci concediamo di salire sulla jeep (a pagamento) per evitare di percorrere il primo tratto in salita (che però potremo poi tranquillamente fare in discesa), fino al Rifugio Micheluzzi (m. 1860), termine corsa. Scaricata tutta l’attrezzatura (che si può naturalmente trasportare), si è subito pronti per iniziare la bellissima escursione.
Chi intende effettuare l’escursione in passeggino dovrà seguire la forestale, che procede in leggerissima salita verso il segnavia 533 per Malga Sassopiatto. Ma dovremo poi ignorare il cartello che indica l’ascesa e continuare sulla piana forestale 532. Gli altri invece, potranno seguire subito il grazioso sentierino che inizia subito dietro al Rifugio Micheluzzi e che si ricongiungerà più avanti.
La via è in falsopiano, per cui la fatica non si sente assolutamente. Si riesce tranquillamente a spingere il passeggino in maniera semplice, grazie anche al buon fondo privo di grossi massi. Tutt’intorno il paesaggio è veramente bucolico, pare di essere dentro ad una cartolina: il torrente alla nostra sinistra, prati a perdita d’occhio e magnifiche cime a far da cornice, con i Denti di Terrarossa in fondo… Cosa volere di più?
Dopo circa un quarto d’ora, si arriverà già alla Baita Lino Brach (m. 1900), ottimo punto di ristoro: con anche tanti giochi per i bambini e un bel prato, certamente è da tenere in considerazione! Qui tra l’altro si trovano divertenti sculture di legno (che i bimbi adoreranno).
Una volta fermati qui, i nostri pargoletti non se ne vorranno andare più. Inoltre, offre anche ottimi piatti tipici, da gustare tranquillamente seduti all’aperto mentre si guardano i figli scorrazzare: il posto è adattissimo alle famiglie che giungono in grande quantità, proprio attratte e affascinate dalla bellezza del luogo.
Però dobbiamo proseguire!
Si cammina senza fatica alcuna affiancando il torrente: ci troviamo veramente in un piccolo angolo di paradiso. Oltrepassato il bivio per il Rifugio Antermoia e il lago di Antermoia (all’altezza di un grazioso ponticello), si continua, vedendo la valle allargarsi sempre più, dopo un momentaneo restringimento.
Ampi pascoli vi si pareranno innanzi, con mucche e yak che i bambini non vedranno l’ora di accarezzare (i più coraggiosi, almeno). Qui la vista è assolutamente eccezionale: ci troviamo in località Tal Pian – Frighela, un magnifico anfiteatro con il Catinaccio di Antermoia e la Croda del Lago (m. 2806) che ci sovrastano.
E di fronte a noi prati, piccoli masi e la strada che sembra quasi volerci condurre in paradiso… Potremmo anche decidere di fermarci qui a consumare il nostro pranzo al sacco sull’erba, oppure scegliere tavolini ad hoc opportunamente installati lungo il percorso.
Una cosa è certa: se volessimo deliziare il nostro palato con qualche specialità tipica, dovremmo necessariamente tornare indietro. Difatti, il primo ristoro disponibile (continuando) è il Rifugio Molignon (con opportuna deviazione verso l’Alpe di Siusi dal Passo di Duron), oppure il Rifugio Alpe di Tires (m. 2440), ai piedi dei Denti di Terrarossa.
Entrambi non sono raggiungibili in passeggino a causa delle forti pendenze: chi desidera una scampagnata facile e poco impegnativa, deve quindi fermarsi. Gli altri invece, con zaino oppure con bimbi a piedi, potranno anche continuare. Ma sappiate che la fatica si farà ben sentire!
Quindi possiamo tranquillamente camminare (anche col nostro passeggino) sino alla base della salita, che individueremo prontamente alla fine del pianoro Tal Pian. Se aveste letto “Malga Docoldaura” e pensaste di raggiungerla per fermarvi a pranzare, sappiate che è privata, chiusa al pubblico quindi.
La menzione sui cartelli serve solo ad indicarne la località, che è davvero splendida: si trova infatti a circa 10 minuti dall’inizio dell’ascesa e domina tutta la valle. Se avete voglia di fare un pochino di fatica, vale assolutamente la pena raggiungerla: ne rimarrete incantati.
Qualsiasi sia la vostra scelta, per tornare a Campitello dovrete necessariamente poi riguadagnare il Rifugio Micheluzzi e poi decidere cosa fare. Se optare per la navetta anche al ritorno oppure scendere a valle a piedi. Qualora foste col passeggino, fate moltissima attenzione, poiché la strada è davvero decisamente erta in alcuni punti.
In un’oretta si perverrà quindi alla macchina, non senza aver sostato, anche solo per un caffè, alla Baita Fraines (m. 1600), a metà strada, dove i bimbi potranno correre liberamente, dal momento che ampi prati sorgono tutt’intorno.