Se, come noi, non avevate mai sentito nominare la Valle di Rezzalo, siete giustificati. Non è molto nota: è uno stretto territorio che s’incunea nelle Alpi della Valtellina all’altezza di Le Prese, paesino piccolo piccolo tra Sondalo e Bormio. Ma dovete prevedere assolutamente di andarci: rimarrete folgorati dalla sua bellezza, dal fascino senza tempo di piccole casette e dalla maestosità del panorama. Volete venire con noi a scoprirla? Sappiate però che poi ve ne innamorerete!
Escursione invernale: consultare sempre l’Ufficio Turistico per verificare le condizioni del manto nevoso, la fattibilità del percorso e l’equipaggiamento da utilizzare
Per arrivare al nostro punto di partenza, è necessario giungere al piccolo paesino di Le Prese, tra Bormio e Sondalo (è proprio presente l’uscita sulla SS36 della Valtellina e del Passo dello Stelvio). Da qui bisogna dirigersi in direzione Fumero, dato a 7 chilometri.
La strada è veramente da cardiopalma: parte abbastanza larga, ma poi si restringe via via, permettendo il transito di una sola autovettura (se se ne incontra una provenire in senso opposto, bisognerà “far manovra“). È molto panoramica, ma anche a “strapiombo“: sappiatelo in anticipo, così da non farvi sorprendere.
Una volta arrivati a Fumero, è necessario proseguire ancora un pochettino sulla strada asfaltata per raggiungere il parcheggio. Vi sono diverse soluzioni, tutte non molto grandi. Meglio arrivare presto la mattina per assicurarsi il posto.
Indicazioni Google Maps: parcheggio Fontanaccia
Spento il motore e inforcato lo zaino, saremo pronti per iniziare la nostra avventura odierna in Valle di Rezzalo. È vero, è una zona poco conosciuta. Ma è anche un peccato perché la sua bellezza vi soggiogherà, statene certi!
Partiamo subito in discreta salita seguendo l’unica forestale presente: la nostra direzione è San Bernardo, dato a un’ora e dieci minuti. Ecco, la previsione è un po’ azzardata se ci si muove con i bambini, ma vedrete che non farete troppa fatica, estasiati dal paesaggio superlativo.
Iniziamo quindi in mezzo al bosco con la via che, battuta, serpeggia tra gli alberi. In breve potremo già sentire il borbottare festoso del torrente alla nostra destra: bellissimo il contrasto col ghiaccio che si forma qua e là!
Ma aguzziamo la vista: infatti noteremo subito dei micro villaggi al di là del corso d’acqua. Si tratta di agglomerati di malghe, ancora utilizzate oggi durante l’estate e nel periodo della fienagione. Questo dimostra l’intensa attività pastorizia del territorio… E ci regala scorci fantastici.
Il bosco iniziale si dirada un pochino per permetterci una vista più ariosa ma, successivamente, ci chiude di nuovo la visuale. Dobbiamo affrontare un lungo rettilineo prima di poter di nuovo contemplare la deliziosa visuale. Ma non temete! Non ci vorrà molto.
Giunti infatti a un paio di baitini (che faranno esclamare ai bimbi: ooooh, siamo arrivati! E invece no), il percorso non celerà più nulla, ma semplicemente ci mostrerà la bellezza incredibile di tutto il territorio: alberi si alterneranno a fienili e alte cime chiuderanno il nostro orizzonte.
La neve la fa da padrone, ma il tracciato è quasi sempre battuto. Sì perché alla fine del sentiero, ci attende il Rifugio La Baita (m. 1860), aperto anche in inverno. Inoltre, in assenza di precipitazioni recenti, i trekker, gli skialper e i ciaspolatori permettono comunque di avere sempre l’itinerario ben segnato.
Le ciaspole quindi non occorrono in realtà, ma meglio aver con sé i ramponcini poiché il sole, nelle calde giornate di fine inverno, scioglie la neve, che si ghiaccia però non appena l’ombra si impadronisce nuovamente di questo fazzoletto di terra.
Proseguendo, incontreremo sempre le casette, che danno veramente quel tocco caratteristico in più. Impossibile non fotografarle! E infatti, i tempi di percorrenza si allungheranno a dismisura. Però, perché non godersi ogni attimo in un tale eden?
Infine, dopo tanta salita (mai troppo ripida, ma costante), improvvisamente un pianoro si parerà dinanzi a noi. Siamo arrivati! E qui non potrete credere ai vostri occhi: vi parrà d’essere arrivati in paradiso.
Infatti la valle si apre dinanzi a noi e la moltitudine di casette puntella la neve bianca. Il ruscello scorre nel bel mezzo, creando una frattura tra il candore del soffice manto, che pare panna montata. E, alla nostra sinistra, una pittoresca chiesetta: sembra il luogo delle fiabe. Pare davvero stranissimo che la Valle di Rezzalo non sia conosciuta come le quelle più blasonate delle Dolomiti!
Poco più avanti, sempre sulla sinistra e in alto, il Rifugio La Baita (m. 1860) che, aperto anche in inverno, aspetta tutti i trekker per offrire riparo e ristoro. E sarà bellissimo gustarsi un buon piatto valtellinese baciati dal sole! Tra l’altro, mette a disposizione (al costo di 6 euro) anche gli slittini per sfrecciare velocissimi verso valle! Si potranno poi lasciare all’inizio del sentiero, al punto di raccolta.
Appena sotto al Rifugio La Baita termina la via battuta dal gatto delle nevi. Si può però proseguire ancora un po’ in piano (anche senza ciaspole se non ci fossero state precipitazioni e il sentiero fosse quindi già stato percorso da altri escursionisti). Noi ve lo consigliamo: ammirerete altri scorci spettacolari e potrete anche sedervi in prossimità delle casette per riposarvi e prendere il sole.
Quando poi sarete sazi di cotanta meraviglia, allora potrete prendere la via del ritorno. A piedi oppure, come abbiamo visto poc’anzi, pure con gli slittini! Aggiungendo un’altra esperienza super ad una che già ricorderete per sempre.