Quando si sceglieva una località di villeggiatura per le proprie vacanze invernali, in passato si tendeva generalmente a valutare l’offerta sciistica senza prestare particolare attenzione a tutto il resto, dal momento che si prevedeva la sola pratica del più noto tra gli sport in mezzo alla neve. Oggi tutto è cambiato ricercando, oltre alla bellezza e varietà delle piste, anche altre possibilità che possano rendere il proprio soggiorno una vera e propria esperienza da ricordare. In Val di Zoldo e nella vicina Selva di Cadore le attività oltre lo sci sono davvero molte e diverse: ecco qualche idea per trascorrere le ferie tra sci, escursioni e musei!
Con gli sci nella Skiarea Civetta e Val di Zoldo
Sciare nel carosello del Civetta (che comprende Val di Zoldo, Selva di Cadore e Alleghe) è una vera e propria meraviglia: si potrà ammirare infatti uno dei panorami più belli delle Dolomiti! Provate a salire ai 2080 metri del Rifugio Belvedere situato su cima Fertazza e capirete subito: un panorama a 360 gradi vi attende per ritemprare corpo, spirito e occhi. Dal Gruppo del Sella al Cir e Sassongher, dal Col di Lana ai Lastei de Formin, dalle Conturines all’Antelao… E poi lui, il Pelmo, il Caregon del Padreterno (come affettuosamente appellato dagli abitanti) e subito dopo il Civetta che qui mostra la sua imponente e mitica parete nord (definita anche “il regno del VI grado” per le sue difficoltà alpinistiche); dopo ancora, tutte le vette dell’Agordino, da Cime Pape al Mulaz e Focobon, già facenti parte del Gruppo delle Pale di San Martino e la regina delle Dolomiti, la Marmolada. Insomma, una meraviglia assoluta, che da sola vale la salita!
Tutta la skiarea però offre vedute da mozzare il fiato: salire, per esempio, al Rifugio Su’n Paradis consentirà di fare invero la conoscenza della parete sud del Civetta, meno nota ma altrettanto imponente, così come al Rifugio Pian del Crep si potrà ammirare nuovamente il Pelmo per godere appieno della sua bellezza.
Senza dimenticare gli 80 chilometri di piste sempre perfettamente pronti grazie all’innevamento programmato e i 22 impianti di risalita all’avanguardia: sciare qui è un’esperienza che vale proprio la pena di fare, anche per i più piccini che potranno naturalmente avvalersi di corsi con maestri preparati e competenti.
Con le ciaspole sui sentieri
Chi l’ha detto che in montagna, in inverno, si debba solo sciare?
A noi piace tantissimo anche poter camminare in mezzo alla neve! E quindi, con i soli scarponcini se il manto è poco spesso o con le ciaspole in caso contrario, andiamo alla scoperta di tanti percorsi che poi, certamente porteremo nel nostro cuore.
Se ci siete stati in estate, sicuramente non potrete esimervi dal tornarci durante la stagione fredda: il Rifugio Città di Fiume, raggiungibile da Selva di Cadore (dal terzo tornante verso Passo Staulanza) è senz’altro uno dei luoghi più belli delle Dolomiti. Posto sotto la meravigliosa parete del Pelmo, vanta un panorama davvero splendido sulla Val Fiorentina e, nelle giornate limpide, il nostro sguardo si può spingere sino al Gruppo del Sella. La via d’accesso, una larga forestale, è adatta a tutti (anche ai bimbi piccoli che camminano: il mio di 4 anni l’ha fatta senza problemi), basterà fare attenzione alle lastre di ghiaccio che sogliono formarsi in prossimità di zone particolarmente umide e ombreggiate. Non perdetevi poi la simpatia di Mario, il gestore: saprà farvi sorridere nonché consigliare un buon piatto tipico da gustare, nei giorni più soleggiati, anche accomodati sulle panche dell’ameno spiazzo proprio di fronte alla costruzione.
Il laghetto dei Vach, in Val di Zoldo, è raggiungibile salendo da Forno verso la Casera del Pian in automobile e poi a piedi in circa un’oretta: sarete accompagnati da splendide vedute sul Pelmo e sull’Antelao, che si scorge appuntito poco oltre. La catena del Tamer e San Sebastiano, come un possente anfiteatro di roccia, chiudono l’orizzonte: lo specchio d’acqua (nascosto in inverno dalla neve) è lì che ci aspetta alla fine della salita, pronto a svelarci le sue meraviglie. Poco oltre una gorgogliante cascata che, in inverno, diviene completamente ghiacciata: uno spettacolo davvero incredibile che, seppur ammirato da lontano, sa regalare grandi emozioni. L’area del laghetto del Vach è attrezzata per i picnic: in estate sarà bellissimo arrivare qui per gustare un pranzetto tutti assieme prima di pucciare i piedini nelle fresche acque… E, in caso contrario, si potrà decidere di concludere la passeggiata alla Casera del Pian dove l’ottima cucina è la carta vincente!
Il percorso ad anello che da Pecol sale (con gli impianti) sino a Pian del Crep e continua sino al Rifugio Su’n Paradis per ridiscendere al punto di partenza passando per la forcella della Grava e per il Ristoro Civetta “Al Casot” è senz’altro uno dei più belli della Val di Zoldo: splendidi panorami ci attendono! L’ascesa facile sino al Rifugio Su’n Paradis assicurerà una vista splendida sul Civetta che, poco lontano, sembrerà quasi chiamarci mentre la lunga discesa, di cui la prima parte in un rigoglioso bosco, saprà entrare nel cuore e farsi ricordare con grande affetto. Dopo un veloce ristoro alla Baita Civetta, la larga forestale ci accompagnerà sino a Pecol regalando, nelle ultime ore di sole, una splendida enrosadira sul Pelmo.
Un salto nella cultura: la visita ai musei
Quando si va in vacanza in un luogo è anche bello conoscere la sua storia, la sua cultura e il suo folklore: al Museo del Ferro e del Chiodo di Forno di Zoldo si potrà iniziare un viaggio immaginario alla scoperta delle antiche tradizioni e dei mestieri dei valligiani.
L’estrazione del ferro ha rappresentato per secoli il sostentamento della popolazione e, a partire dal Basso Medioevo, si sono potuti contare molti forni in attività per la sua lavorazione. Esaurita la vena, col passare dei secoli la produzione si fermò, per poi trasformarsi in realizzazione di diverse specie di chiodi: nacquero i ciodarot per cui Zoldo divenne famosa.
Sul Pelmo invece, montagna simbolo sia della Val di Zoldo che della Val Fiorentina, un tempo abitavano i dinosauri: allora però non c’erano le montagne bensì un litorale fangoso sul quale questi enormi bestioni solevano muoversi (è risaputo infatti che un tempo le Dolomiti erano barriera corallina). Al Museo Vittorino Cazzetta di Selva di Cadore si può ammirare, su di una parete, il calco delle impronte che lasciarono sul Pelmetto (le originali sono ancora in loco) : durante la visita si potrà invero imparare la geologia della zona, il susseguirsi delle diverse ere e comprendere come doveva presentarsi la zona milioni di anni fa.
E non solo!
Si potrà anche far visita a Mondy, scheletro ottimamente conservato di un cacciatore di epoca mesolitica rinvenuto sull’Alpe di Mondeval, sotto alla catena del Giau, e comprendere le abitudini e stili di vita della popolazione preistorica.
Un tuffo nel passato per capire meglio chi siamo e da dove veniamo.
Coccolarsi col cibo: i migliori ristoranti
Mangiare in montagna è sempre un’esperienza meravigliosa: l’unico neo che si torna a casa con almeno un chilo in più, perché resistere è davvero difficile! Noi abbiamo avuto la fortuna di provare diversi ristoranti tipici e in tutti i casi siamo rimasti assolutamente soddisfatti.
Voglia di pranzare sulle piste per godersi il panorama? Allora da non perdere è il Rifugio Belvedere di cima Fertazza: dalla sua soleggiata terrazza si ammira un panorama splendido e la pancia sarà appagata o da un ottimo panino con ogni sorta di bontà, altrimenti si potrò optare per un classico pranzo a la carte.
Anche il Rifugio Su’n Paradis non è da meno: sotto all’imponente parete del Civetta sarà davvero soddisfacente assaggiare ottimi gnocchi alla ricotta o il classico stinco… La certezza è che sarà sempre tutto buonissimo!
Se invece si deciderà di allontanarsi dalle piste da sci, la Casera del Pian (da dove si parte del raggiungere il laghetto del Vach) saprà deliziarvi con un menù fisso dal quale uscirete decisamente sazi (io faccio il tifo per vino rosso della casa: va giù che è un piacere) e decisi a tornare quanto prima; Mario del Rifugio città di Fiume invece vi saprà consigliare per il meglio uno dei piatti preparati al momento (io ho adorato la soppressa), uno più invitante dell’altro.
La Tana de l’Ors a Forno di Zoldo è un connubio tra fashion e old style: oltre all’aperitivo è anche possibile consumare un’ottima cena comodamente seduti nella saletta riservata. Qui la tradizione culinaria incontra il moderno, fondendosi in una cucina controcorrente e insolita dai sapori decisamente accattivanti: provare per credere!
Quattro passi nella neve: facili passeggiate di fondovalle
Da Pescul, frazione di Selva di Cadore, raggiungere il Rifugio Aquileia sarà una bella e facile passeggiata di un’oretta: non occorrerà essere dotati di chissà quale equipaggiamento da montagna, basterà solo aver voglia di ammirare il bel bosco innevato e fare un po’ di movimento.
Attraversato il soleggiato pianoro iniziale, la via successivamente si addentrerà tra pini e abeti per poi sbucare nell’attrezzata zona picnic di Palui (in estate frequentatissima) dove, presso il Rifugio Flora Alpina, sono anche presenti le motoslitte per poter effettuare una splendida gita alla scoperta del luogo… Volendo poi proseguire non mancherà molto alla meta, il Rifugio Aquileia, ove la vista sul Pelmo sarà davvero invidiabile: sembra ad un passo da noi, quasi parrà di poterlo toccare con mano; i più piccini ameranno giocare a palle di neve o a plasmare pupazzi mentre noi genitori potremo concederci una gustosa merenda prima d’intraprendere la via del ritorno.
Indietro nel tempo: tutti in carrozza!
Non c’è niente di più caratteristico che salire su di una carrozza trainata dai cavalli e lasciarsi guidare alla scoperta dei boschi o dei paesi… Ebbene, in Val di Zoldo si può: il simpaticissimo Rick vi condurrà ove desidererete! Con il calesse in caso di poca neve o con slitta qualora il manto lo consentisse, ammirerete gli splendidi paesaggi bianchi di Pecol o dei paesi limitrofi, ritornando per un momento indietro nel tempo, quando ci si spostava solo con l’aiuto degli equini. Ciò che un tempo era una necessità oggi è divenuto un modo slow di godersi il proprio tempo: i bambini adoreranno questa esperienza e, ne sono certa, anche mamma e papà! (Per prenotare il giro in carrozza è possibile contattare Rick al numero 3396929077)
Zoldo: la valle del gelato
In montagna il gelato è sempre più buono: ingredienti naturali, acqua di fonte e latte fresco sicuramente determinano la qualità del prodotto finale, ma qui in Val di Zoldo è veramente il fiore all’occhiello. Perchè? Nei tempi in cui i giacimenti di ferro via via andarono esaurendosi e l’occupazione calò vertiginosamente, gli zoldani seppero rimboccarsi le maniche e trovare nuovi sbocchi: s’inventarono così il gelato per tutti (che, fino ad allora, visti gli alti costi di produzione, era appannaggio solo di nobili e di ricchi), diffondendolo in tutta Europa. Ancora oggi sono moltissimi gli abitanti che, durante le stagioni estive emigrano nei Paesi del nord ove possiedono gelaterie e ritornano in valle solo per la stagione fredda. Gustare una coppa qui è un’esperienza mistica: assolutamente da provare. Ma attenzione: le porzioni sono davvero abbondanti, assicuratevi di avere molta fame!
Dove soggiornare?
Noi alloggiavamo all’Hotel Edelweiss di Pecol, in Val di Zoldo: due stelle che ne valeva almeno una di più! La cortesia dei proprietari colpirà sicuramente una volta entrati: affabilità, cordialità e gentilezza sono le parole d’ordine e qualsiasi desiderio verrà sicuramente esaudito in tempo brevissimo. La nostra camera era molto spaziosa (nella torretta) e potevamo ammirare un bellissimo panorama verso la bassa valle mentre la colazione era variegata così come la cena, con possibilità sempre di richiedere variazioni per i più piccini. Nella caratteristica stube si trovavano anche tanti giochi per i bimbi, per potersi concedere qualche momento di svago al di fuori della stanza, magari in attesa dell’apertura del ristorante.
Una vacanza a tutto tondo insomma: la Val di Zoldo e Selva di Cadore sono l’ideale per grandi e piccini e hanno davvero molto da offrire. Sci, cultura, escursioni, cucina… Non manca proprio nulla!
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L’immagine di copertina è di Tommy distribuita su flickr con licenza Creative Commons