Oggi andremo alla scoperta della valle del Matarot, scavata da un ghiacciaio ormai scomparso, partendo da Malga Bedole, nella splendida Val di Genova, laterale della Val Rendena, nel Parco Naturale Adamello-Brenta, la più vasta area protetta del Trentino: seguiteci nella nostra avventura!
- Località di partenza: Malga Bedole
- Parcheggio: alla località di partenza (ampio, gratuito; dettagli mobilità in calce al post)
- Mezzi utilizzati: zaino portabimbo (passeggino possibile sino alla partenza della teleferica del Rifugio Mandrone )
- Tempo medio: 1h circa
- Difficoltà: facile – medio
Dopo aver imboccato la strada asfaltata della Val di Genova (appena dopo Pinzolo e Carisolo, sulla sinistra, verso Madonna di Campiglio) percorribile, durante i mesi estivi solo fino alle 9.30 e poi tramite bus navetta, e dopo aver guidato lungo tutta la carrozzabile (ben 17,5 km)attraverso panorami incredibili ed un susseguirsi di pittoreschi rifugi, si raggiunge la locaità Malga Bedole (m. 1584), ove un grande parcheggio ci aspetta per iniziare la nostra avventura.
Superata la sbarra in legno che vieta l’accesso ai non autorizzati, subito si staglia innanzi a noi la bellissima piana, dove spesso pascolano le mucche, con sfondo le estreme propaggini dell’Adamello: un tempo il ghiacciaio della Lobbia, uno dei più estesi d’Italia, constava di ben due ali che si congiungevano (visibili nelle foto d’epoca all’inizio del percorso) proprio sulle rocce a noi dinanzi, mentre ora non ve n’è più traccia: l’aumento delle temperature e il cambio di clima hanno inarrestabilmente sciolto le nevi perenni, innescando il fenomeno di ritiro, tuttora in corso.
La nostra strada scorre liscia (percorribile anche con passeggino), sino al termine della piana, per poi salire leggermente con qualche tornante sino al Rifugio Adamello-Collini al Bedole (m. 1640), che si raggiunge in poco più di un quarto d’ora; qui si può tranquillamente ristorarsi sulla bella terrazza, in attesa di intraprendere uno dei molti percorsi: si potrebbe arrivare al Rifugio Città di Trento al Mandrone (m. 2449), lungo il sentiero detto dei “90 tornanti” e vedere poi il suggestivo ed omonimo lago (m. 2409), oppure al Rifugio Lobbia Alta (m. 3050) transitando su tracce e tratti esposti ed attrezzati…ma noi coi bambini, desideriamo qualcosa di semplice e accessibile, per cui continueremo tranquilli verso Malga Matarot Bassa, per poi ammirare la splendida valle, un tempo sede del ghiacciaio.
Attraversato quindi il ponte sul torrente Sarca di Genova (che, dopo essersi congiunto con altri rami dello stesso fiume, andrà a formare il lago di Garda), continuiamo a salire un pochettino, sempre lungo un largo tratturo, sino ad arrivare alla stazione di valle della teleferica per il Rifugio Mandrone, dove termina e ove non è più possibile, con un eventuale passeggino, proseguire oltre.
Da qui il nostro sentiero, che riconosciamo dal grande cartello indicante lo storico Rifugio Lobbia Alta (dedicato ai Caduti dell’Adamello e monumento nazionale) assume le classiche fattezze della traccia montana, sebbene ben visibile e segnalato: alti gradoni, in legno o in pietra, consentono un’ascesa veloce, con sempre migliore vista verso il limitare della valle, pur essendo comunque immersi in un rigoglioso bosco; dopo circa un quarto d’ora, si perverrà ad una bella panchina, che regala un po’ di relax prima del tratto finale.
Ormai manca proprio poco e in meno di dieci minuti e la bellissima valle del Matarot si aprirà dinanzi i nostri occhi: pianeggiante, a forma di U (segno inconfondibile della presenza del ghiacciaio), adibita a pascolo durante i mesi estivi, offre davvero un panorama gratificante e induce in noi il desiderio di raggiungere la cascata che, in fondo, riversa le sue borbottanti acque sulle rocce…certamente qualche escursionista esperto lo farà, ma noi invece ci sistemiamo sui verdi prati accanto a Malga Matarot Bassa (m. 1790), dove possiamo consumare il nostro pranzo al sacco (non c’è servizio ristorazione, dal momento che si tratta di un ricovero), stando un pochino attenti al fondo un po’ acquitrinoso in alcuni punti. I bimbi possono giocare ma, avendo vicino il torrente ed essendoci parecchie zone d’acqua, certamente vanno controllati molto bene.
E’ possibile camminare nella bucolica valle attraversando caratteristici pontili in legno e spingendosi quasi sino l’inizio del tratto su roccia (attrezzato), ma noi, coi piccoli camminatori a seguito (o nello zaino), decidiamo che siamo decisamente appagati e, dopo aver ammirato ranocchiette (qui, visto il terreno trasudante d’acqua, molto presenti) e stambecchi in lontananza, possiamo tornare sui nostri passi e riguadagnare, in meno di un’oretta, il nostro punto di partenza.
Ma non è finita qui! Già, perchè proprio all’inizio della Val di Genova, poco oltre Ponte Verde (punto d’inizio del tratto a pagamento e della mobilità ridotta) è davvero doverosa una visita alle splendide Cascate di Nardis, che scendono impetuose dal massiccio della Presanella: si narra che siano le lacrime della bella principessa, tramutatasi in pietra, per sfuggire alle nozze combinate dal padre col malvagio principe Cercen e seguire il suo amore per il trovatore Vermiglio; visibili dalla strada, con un salto di oltre 130m, regalano una visione assai suggestiva, davvero imperdibile: i vostri bimbi ne andranno matti!
Il Parco Naturale Adamello Brenta organizza giornalmente escursioni guidate con varie tematiche, proprio come la nostra (ringrazio infatti Luigina, che ci ha accompagnato, raccontandoci i segreti delle montagne); per maggiori informazioni, è possibile consultare il sito istituzionale oppure quello di Campiglio Dolomiti
Informazioni utili:
– Mobilità La Val di Genova non è sempre accessibile alle auto, pertanto occorre informarsi alle APT locali sugli orari e sui mezzi di trasporto pubblici per arrivarci; in ogni caso, l’ingresso è possibile per tutti sino Malga Bedole, prima delle 9.30 e dopo le 18.30 previo pagamento di un pedaggio (gratuito per i possessori di Dolomeet Card, reperibili presso gli hotel e le strutture ricettive)
– dove dormire? Noi abbiamo soggiornato a Pinzolo, all’Hotel Canada, munito di ottimi servizi per bambini, a partire dal miniclub fino ad arrivare alla piscina e passando per una grande attenzione alla velocità del servizio durante i pasti e dotazioni personalizzate in camera; in posizione centrale, dista solo cinque minuti a piedi dal centro ed altrettanti dagli impianti di risalita: comodo sia in estate che in inverno
– dove mangiare? Abbiamo provato l’agriturismo La Trisa, a Giustino, e ne siamo rimasti folgorati: ottimi piatti preparati con ingredienti interamente provenienti dall’adiacente fattoria Antica Rendena, ove si produce l’unico yogurt biologico del Trentino; da provare la gustosissima carne salada, i crauti cucinati alla perfezione, il brasato…ma escludere qualcosa è veramente un peccato: tutto merita di essere assaggiato!