Torniamo oggi in Lombardia, in Val Brembana, grazie alla bravissima e instancabile Chiara e alla sua famiglia: sempre alla ricerca di nuove passeggiate da testare, oggi ci condurrà al Rifugio Balicco partendo dalla strada per il Passo San Marco. Pronti a seguirla e a scoprire questo nuovo splendido luogo?
Siamo ormai giunti alle porte dell’inverno e l’autunno, con i suoi colori caldi, piano piano ci sta salutando per lasciar spazio alla candida neve, arrivata già sulle cime delle montagne. E’ un richiamo a cui non possiamo resistere e così lasciamo da parte la pigrizia: la stagione bianca sta per iniziare, offrendoci tante escursioni da offrirci per divertici in famiglia sulla neve insieme ai nostri bimbi. Come prima passeggiata siamo andati in cerca di qualcosa di nuovo, ancora inesplorato: la decisione è ricaduta sul bellissimo Rifugio Balicco in Alta Val Brembana, in provincia di Bergamo. Andiamo a scoprirlo insieme!
- Località di partenza: Mezzoldo (BG) – Frazione Fraccia – Tornante n. 9 direzione Passo San Marco
- Parcheggio: piccolo spiazzo alla località di partenza
- Mezzi utilizzati: zaino portabimbo (passeggino da trekking non possibile)
- Tempo medio: 1 ora e mezza circa
- Difficoltà: medio – difficile
- Dislivello: 360 metri – località. di partenza m. 1600 – rifugio Balicco m. 1963
Escursione invernale: consultare sempre l’Ufficio Turistico per verificare le condizioni del manto nevoso, la fattibilità del percorso e l’equipaggiamento da utilizzare.
Il Rifugio Balicco, di recente inaugurazione (2015), si trova in Alta Val Brembana (località Alpe Azzaredo) lungo il sentiero 101 delle Orobie che collega il Rifugio Benigni al Rifugio Dordona, ed è stato edificato come base d’appoggio per colmare la lunga distanza tra i due. Una giovane coppia, Luca e Silvia Maria, gestisce con cura e passione questo grazioso rifugio dall’inusuale tocco nepalese: i sorrisi non mancano e l’accoglienza è davvero unica.
Percorriamo l’autostrada A4 direzione Bergamo e usciamo all’altezza di Dalmine; da lì seguiamo le indicazioni per la Val Brembana e, giunti in valle, procediamo in direzione passo San Marco, Mezzoldo. Arrivati in paese, continuiamo lungo la strada che conduce al Passo San Marco: un cartello ne indica la chiusura ma, fino al tornante n° 9 (nostro punto di partenza), la via è percorribile e sgombra da neve. Parcheggiamo quindi lungo il bordo della strada, pronti per iniziare questa nuova avventura!
Il sentiero 124A di per sé non presenta grandi difficoltà infatti, come scritto sul sito del Rifugio Balicco (www.rifugiomarcobalicco.it), è adatto a essere percorso con i bambini perchè il dislivello non è impegnativo e il primo pezzo è un saliscendi dolce con tratti di piano.
La difficoltà però cambia nella stagione invernale in quanto si attraversano 4 torrenti, ovviamente ghiacciati in questo periodo, e il guado non è mai particolarmente agevole (nel caso abbiate voglia di affrontare questo itinerario vi invito sempre a consultare la pagina facebook, dove troverete aggiornamenti sull’apertura del rifugio e sullo stato dei sentieri)
Presa coscienza che potremmo incorrere in qualche problema, iniziamo lungo il sentiero 124A addentrandoci
immediatamente nel bosco: le ciaspole ancora non servono dal momento che c’è solo una spolverata di neve qua e là. Subito procediamo in leggera discesa continuando il nostro cammino all’ombra degli alberi e, poco distante, incontriamo il primo ruscello che presenta appunto parti ghiacciate. Osserviamo un attimo la zona per trovare il migliore passaggio: salendo appena sopra, riusciamo a guadare senza problemi particolari.
Uscendo poco dopo dalla pineta, ci si palesano i primi prati e ci imbattiamo nel secondo torrente: questo è senz’altro il più complicato da attraversare in quanto un tratto è coperto da una lastra di ghiaccio. Non avendo portato con noi i ramponi decidiamo anche qui di trovare un passaggio alternativo, il meno difficoltoso possibile avendo una bimba sulle spalle. Anche in questo caso ci spostiamo appena sopra il sentiero e, con un po’ di attenzione, riusciamo a superarlo in pochi minuti.
La via continua dolcemente alternando prati e boschi: raggiungiamo così il terzo corso d’acqua, molto più grande degli altri due; fortunatamente il ghiaccio è ricoperto dalla neve, rendendo il guado molto meno arduo: come sempre è necessaria attenzione ma nulla in confronto al precedente!
Continuiamo a camminare lungo la traccia: è una bellissima giornata di sole e le temperature non sono così rigide come mi sarei aspettata (eravamo intorno ai -2°); pian piano arriveremo così nei pressi dell’ultimo torrente, anche questo ricoperto da una possente lastra di ghiaccio: con l’aiuto di qualche sasso però superiamo senza problemi anche l’ultimo ostacolo.
La mulattiera inizia a salire dolcemente arrivando in prossimità di una baita (Baita Alpe Arale, m. 1665): possiamo decidere quale direzione prendere, ossia se proseguire dritto davanti a noi (rientrando nel bosco) o voltare a sinistra e ascendere lungo il pendio erboso servendoci di diversi tornanti (troverete un paletto di legno con segnato variante 124A). Optiamo per continuare sul sentiero che attraversa la foresta, in costante salita; la neve inizia a essere una presenza importante e non più un velo leggero: si procede comunque bene anche con i soli scarponi da montagna.
Finalmente abbandoniamo gli alberi e davanti a noi si apre uno spettacolo su tutte le cime circostanti…. L’autunno che si mescola con l’inverno, i prati ingialliti e il bianco splendente della neve: un’incredibile meraviglia! Non possiamo che fermarci ad ammirare questo incanto, approfittandone per riprendere anche un po’ di fiato.
Ricominciamo immediatamente il cammino lungo un tratto pianeggiante, superiamo la Casera Azzaredo e, ripiegando sulla destra, risaliamo a zig zag il prato innevato; incontriamo così l’ultimo pianoro e oltrepassiamo la Baita Arleto: ecco l’ultimo cartello a indicarci che siamo ormai giunti in prossimità del rifugio…. Ancora 15 minuti e la nostra meta sarà conquistata!
Ci apprestiamo così ad affrontare l’ultimo strappo finale e, finalmente, una piramide di pietra con sventolante le bandiere tibetane ci dà il benvenuto!
Il Rifugio Balicco (m. 1963) si trova su un bellissimo pianoro innevato circondato da bellissime cime: la vista da quassù è davvero meravigliosa! Una generosa terrazza consente di ammirare il paesaggio mentre l’interno, piccolo, accogliente e dal richiamo nepalese, offre anche un angolo anche dedicato ai più piccoli ove potranno svagarsi e , perchè no, anche produrre un coloratissimo capolavoro da lasciare come ricordo del proprio passaggio.
I gestori Silvia Maria e Luca, insieme al loro staff, rendono unico questo posto: oltre allo splendido panorama, sarà delizioso arrivare fin quassù e trovare un sorriso che ti aspetta, che ti accoglie. Gentilezza e cordialità si mescolano allo spettacolo della natura, creando un mix perfetto per rendere indimenticabile questo luogo, per non parlare della cucina: le vostre fatiche saranno ricompensate dagli ottimi piatti preparati. Sublimi i ravioli rosa alla barbabietola, ottima la birra artigianale e una crostata di mirtilli così buona non l’ho mai assaggiata: i vostri bambini ne andranno matti! Un occhi di riguardo anche ai babies: con la mia piccolina sono stati veramente straordinari e, giusto per ribadire la bontà del ristorante, la bimba si è letteralmente divorata la loro incredibile zuppa di legumi e cereali (non poteva mancare la polenta). E dopo… Fuori tutti a giocare con la neve!
Come sempre ahimè, dopo ora di gioia e svago, giunge sempre il momento di riprendere la via del ritorno: ripercorriamo così il sentiero dell’andata e salutiamo il Rifugio Balicco, con la promessa di ritornare quest’estate per giocare nei prati verdi, gustare l’ottima cucina e per incrociare ancora quei sorrisi che scaldano il cuore.