La Val di Zoldo, selvaggia e incontaminata valle situata fra quella del Boite (famosa per la sua regina, Cortina d’Ampezzo) e l’Agordino, offre moltissime facili escursioni da compiere assieme ai nostri bimbi; oggi scopriremo l’itinerario che da Pian del Crep (raggiungibile con gli impianti) conduce sino al Rifugio Su’n Paradis e, successivamente, consente di rientrare a Pecol, punto di partenza, passando per la Forcella della Grava e la Baita Civetta “al Casot”, ammirando panorami davvero superbi.
Escursione invernale: consultare sempre l’Ufficio Turistico per verificare le condizioni del manto nevoso, la fattibilità del percorso e l’equipaggiamento da utilizzare.
Dopo aver parcheggiato la nostra vettura nell’amplissimo piazzale antistante gli impianti subito saliamo sulle cabine che, in poco meno di cinque minuti, ci consentiranno di guadagnare il bellissimo pianoro ove sorge il Rifugio Pian del Crep (m. 1765): subito rimarremo soggiogati dalla bellezza del paesaggio, col Pelmo (m.3168) che ci guarda da poco lontano e l’Antelao (m. 3264) con la sua inconfondibile sagoma, spuntare proprio dietro… Ma non è finita! Ancora pochi passi e il Civetta (m. 3218) si parerà dinanzi a noi quasi abbracciandoci, regalandoci la splendida sensazione di relax che solo la montagna può offrire.
Da Pian del Crep si dipartono alcune delle piste da sci della famosa skiarea Civetta (che vanta ben 80 km di tracciati) che, oltre alla Val di Zoldo, comprende anche la Val Fiorentina con Selva di Cadore e Alleghe nell’Agordino; per i più piccini, un attrezzato babypark con gonfiabili (presente anche in estate) ove si potrà giocare a più non posso mentre mamma e papà si godranno il caldo sole invernale.
Ma la nostra intenzione non è certo fermarci qui, anzi, la nostra giornata sulla neve è appena cominciata! Attraversiamo dunque (molto rapidamente) il crocicchio di piste fino a scorgere, poco sotto, la forestale n. 585 che, dapprima in leggerissima discesa, poi inizia a salire verso la nostra prima tappa. La neve ci riserva splendidi giochi di luce e, tra i rami degli alberi, ecco scorgersi il maestoso Civetta. Sulla sinistra invece, il nostro sguardo potrebbe spingersi sino alla bassa Val di Zoldo, consentendoci d’ammirare anche le vette ricomprese nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
Dopo aver salutato il Pelmo, ormai dietro di noi, iniziamo la nostra camminata verso il Rifugio Su’n Paradis, facendo il pieno d’aria buona e di paesaggi mozzafiato. La via alterna pendenze più lievi a tratti più erti, senza però mai metterci a dura prova: i bimbi invece si potranno divertire moltissimo a lasciare le proprie impronte nella neve e a riconoscere quelle che invece hanno lasciato gli animali selvatici. Certo per noi genitori saperle riconoscere non sarà facile… Quindi sarà necessario studiare prima d’iniziare!
Passeggiando col Civetta da un fianco e col sole che cerca di infilarsi tra i rami dall’altro, in poco meno di un’oretta saremo già arrivati in prossimità del Rifugio Su’n Paradis. Sapete che il suo nome è un gioco di parole tra il dialetto locale e l’inglese? Sì perché, in zoldano, su’n paradis significa “su in paradiso” ed in inglese (nonostante la grafia sia effettivamente diversa) viene letto invece come Paradiso del Sole (Sun Paradise).
E in effetti ci troviamo proprio nel paradiso del sole, mai nome fu più azzeccato! Dopo aver percorso gli ultimi duecento metri risalendo lateralmente (con molta attenzione) la pista da sci, eccoci giunti al magnifico rifugio posto sul Colle della Grava a 1860 metri; comodamente seduti ad uno dei tavoli della sua illuminatissima terrazza è possibile gustare ottimi piatti tipici con vista impareggiabile sul Civetta o anche solo rilassarsi godendosi il tepore. Il Rifugio Su’n Paradis, nonostante sia preso d’assalto dagli sciatori, è davvero molto accogliente, in tipico stie montano. Vale davvero la pena effettuare qui una sosta!
In estate i prati tutt’intorno sono l’ideale per un picnic in compagnia ma in inverno le piste la fanno da padrone; il bianco paesaggio però riesce sempre a riempire il cuore e a catalizzare l’attenzione (nonché a spingerci a scattare innumerevoli foto); dopo esserci ristorati a dovere, è già il momento di ripartire: ora ci attende la lunga discesa verso Pecol, attraverso candidi prati e boschi.
Dopo aver nuovamente attraversato la pista da sci, subito scendiamo sino a guadagnare il segnavia 558 che, in brevissimo, ci consentirà di arrivare ai 1784 metri della Forcella della Grava: da qui si potrebbe proseguire sino all’omonima Casera (cui può comunque pervenire in macchina direttamente da Chiesa, frazione di Zoldo lungo il Passo Duran) e fermarsi per un’ulteriore spuntino. In questo punto inizia anche il sentiero 557 che (ovviamente in estate), con difficoltà alpinistiche, permette di raggiungere la cima del Civetta (m. 3218) od anche il 558 che, con la medesima meta, offre la possibilità di transitare anche per il Rifugio Torrani (m. 2984). Noi naturalmente optiamo per l’itinerario più facile, ossia il 586 che, pian piano, ci accompagna alla scoperta del bel bosco coperto da un sottile strato di soffice neve.
Camminando in mezzo agli alberi, molto lentamente perdiamo quota ammirando i giochi di luce che la neve riesce a creare con i riflessi del sole; prestando attenzione ad alcuni tratti ghiacciati, ben presto usciremo dal bosco, ritrovandoci a lato delle piste da sci che da Pian del Crep e da Su’n Paradis scendono sin qui; dal momento che la neve al momento della nostra gita non era molta, abbiamo potuto camminare tranquillamente lungo il tracciato giacché chiuso al pubblico. Prima però di affrontare ogni itinerario è bene informarsi presso l’Ufficio del Turismo sull’agibilità, onde evitare di incappare in spiacevoli contenziosi.
Ecco già scorgersi, da lontano, la nostra ulteriore tappa: siamo già arrivati alla Baita Civetta “Al Casot” (m. 1579) dove è d’obbligo una gustosa sosta per assaggiare qualche buon dolce e fare il pieno d’energia per la tratta finale che, comunque, essendo tutta in discesa non ci impegnerà moltissimo.
E dunque via, ripartiamo!
Lasciataci a destra la Baita Civetta “al Casot”, ricominciamo la nostra via (adesso in ombra) verso Pecol, addentrandoci nuovamente nel bosco, ora certamente meno fitto dei precedenti; non passerà molto tempo che raggiungeremo un crocicchio: noi naturalmente proseguiremo dritti lungo la forestale ma, se avessimo deciso di scoprire altre strade, non ci saremmo fatti mancare un giro per la Valle Civetta transitando per il sentiero 587 e giungendo nuovamente alla Forcella della Grava… Insomma, è tutto collegato!
Noi continuiamo lungo l’ampia e innevata carrareccia che, qua e là, offre scorci davvero splendidi sull’enrosadira del Pelmo; nel punto dal panorama forse più bello, ecco che si stacca, sulla sinistra, un’altra via (con indicazione “Le Palanche“): voltiamo dunque e, percorsi duecento metri, subito perverremo all’area picnic attrezzata, in estate meta di moltissime famiglie (raggiungibile tranquillamente anche in passeggino da Pecol), situata proprio sulle rive del torrente Maè, il più importante corso d’acqua di tutta la Val di Zoldo.
Dopo aver indugiato lungo le sponde ed esserci lasciati ammaliare dalle formazioni di ghiaccio, attraversiamo il grazioso ponticello in legno e, oltrepassato qualche ultimo arbusto, ormai saremo giunti in una splendida radura al limitare abitazioni, dove la neve si è trasformata in incredibili cristalli… Alle nostre spalle le ultime luci sul Civetta e, di fronte a noi, il magnifico rosa del Pelmo: cosa desiderare di più?
Ormai Pecol è conquistata: un grazioso giretto per le antiche vie del paese ci farà tornare comodamente al punto di partenza, pronti per un’altra avventura nella splendida Val di Zoldo.
Per qualsiasi ulteriore informazione, il sito dell’Ufficio del Turismo della Val di Zoldo è a disposizione