Il Sentiero dell’Immaginario coi bambini: le leggende cimbre

Il Sentiero dell'Immaginario coi bambini: le leggende cimbre

L’Alpe Cimbra è veramente un paradiso per gli amanti della montagna: mille itinerari, luoghi magici, paesaggi da fiaba…noi oggi percorreremo il Sentiero dell’Immaginario coi bambini, alla scoperta degli antichi personaggi che popolavano e animavano le leggende locali, ma non ci faremo mancare splendidi scorci sulla Val d’Astico e una bella sosta in una malga immersa in prati lussureggianti. Seguiteci!

  • Località di partenza: Luserna – Via Cima Nora (Agriturismo Galeno)
  • Parcheggio: alla località di partenza (molto piccolo, gratuito; altre possibilità in paese)
  • Mezzi utilizzati: passeggino da trekking
  • Tempo medio: due ore circa (percorso ad anello)
  • Difficoltà: facile – medio
  • Difficoltà: facile – medio
  • Dislivello: 210 metri – Luserna m. 1320 – punto più alto m. 1530
  • Tipologia di percorso: sentiero in leggera/media salita per la sua prima parte e poi in discesa sino al punto di partenza. Quasi totalmente accessibile in passeggino, presenta alcuni tratti con radici e sassetti

Attenzione: necessità di essere in due persone per aiutarsi in tre (brevissimi) tratti in salita per presenza di radici

Sentiero dell’Immaginario: si parte da Luserna, via Cima Nora – Agritur Galeno

Raggiunto il graziosissimo paesino di Luserna e parcheggiata la nostra autovettura, ci incamminiamo sino alla fine di via Cima Nora dove, sulla destra, subito scorgiamo i cartelli che ci indicano la nostra via, ossia il Sentiero Cimbro dell’Immaginario. Dopo una brevissima discesa di collegamento, ove alla cui fine si trova un cancello, eccoci sul largo tratturo pianeggiante che, subito, s’inoltra in mezzo al bosco.

Il Sentiero dell'Immaginario coi bambini: le leggende cimbre

Il sentiero è accessibile anche ai passeggini ma vi sono dei tratti in cui bisogna sollevarlo

Camminiamo così, per questo fase iniziale, lungo la forestale con la parete sinistra scavata nella roccia e con scorci, tra le fronde, sulla Val d’Astico. Superato questo primo tratto, gli alberi ci tengono compagnia regalandoci tanta fresca ombra e qualche chiocciola esce dal sottobosco per fare la nostra conoscenza. Sopo un seggiolino per gnomi (o almeno, così lo abbiamo raccontato al nostro piccolino) che i bimbi potranno tranquillamente provare, si arriva ad un piccolo piazzale ove, per poter proseguire, bisognerà iniziare a salire lungo il segnalato tornante.

Qui c’è il primo dei punti dove prestare attenzione (e dove, a parer nostro, bisogna essere in due per aiutarsi vicendevolmente). Una piccola rampetta infatti richiede parecchia forza (non tanto per la sola pendenza, ma per il fatto che è accompagnata da radici), ma si tratta veramente di qualche metro, oltrepassato il quale, ci si ritroverà su di una bella strada bianca, ove ad aspettarci c’è uno dei cartelli esplicativi che raccontano le leggende cimbre, quella di Peatar e Urukh, di un uomo e di un lupo.

Il Sentiero dell'Immaginario coi bambini: le leggende cimbre

Sul Sentiero dell’Immaginario si incontrano animali e personaggi leggendari

Il Sentiero dell’Immaginario prosegue verso destra, ottimamente segnalato. Il nostro passeggino (da trekking) solca facilmente il terreno che, comunque, non è liscissimo per via di radici e sassi (impensabile affrontare il percorso con uno tradizionale), ma è assolutamente normale, trovandoci all’interno di un bosco. Dopo aver oltrepassato un tratto dove stanno nascendo nuovi pinetti, eccoci giungere alla radura ove ci aspetta, oltre a delle belle panche e tavoli per un eventuale pic-nic, anche il basilisco, drago mitologico che un tempo abitava queste terre e che impauriva i bambini locali, che mai si addentravano nella foresta per paura d’incontrarlo… Oggi è qui, in versione lignea, ma rende senz’altro l’idea del terrore che evocava nei più piccini!

E, dopo ancora un piccolo tratto, ecco che incontriamo il boscaiolo che parlò con i tronchi (una volta tutti gli esseri viventi parlavano, compresi animali e piante), con in mano la sua ascia. Da qui, saliamo ancora per un impervio (breve) tratto, ove è necessario aiutarsi per superare le radici e il dislivello: ancora qualche passo ed infine lo sforzo finale, ossia una decina di scalini lignei (comunque aggirabili con sentierino laterale), che ci consentono di superare l’ultima erta, da dove poi non ci sarà più alcuna fatica.

Siamo ormai giunti al Laghetto (di cui, purtroppo, resta ormai poco), colonizzato da un canneto. Qui incontriamo l’Orso, la cui leggenda vuole che, un tempo, fece capire coi suoi ruggiti quanto fosse forte ad un giovane che osò sfidarlo (anzi, sfidarla, giacché si tratta di una mamma orsa). Una graziosa area pic-nic poi è a disposizione per tutti coloro che desiderassero fermarsi a fare uno spuntino.

Il Sentiero dell'Immaginario coi bambini: le leggende cimbre

In arrivo a Malga Campo, dove riposarsi e ristorarsi

Ma noi invero proseguiamo senza indugio, ormai il più è fatto: ora è tutta discesa! Lo splendido bosco di alti fusti ormai lascia spazio ai pascoli e ai prati, e la strada bianca ci indica che ormai siamo in prossimità del nostro punto di ristoro. Oltrepassato il bivio per il Forte di Campo Luserna (dove, proseguendo, si potrebbe arrivare sino a Malga Millegrobbe), ecco che scendiamo baciati dal sole e, in un quarto d’ora, scorgiamo e guadagniamo la bellissima Malga Campo (m. 1452), che ci accoglie con stupende panchine e tavoli dove gustare un buon piatto tipico, bere una dissetante bibita o anche solo riposarsi godendosi il bel panorama.

Ed è davvero bellissimo ammirare il paesaggio da qui mentre i bimbi corrono di qua e di là! I prati sono falciati e tutt’intorno regna davvero la pace e la bellezza. Il Sentiero dell’Immaginario continua, da Malga Campo, proprio verso i campi fioriti: subito al limitare del bosco, ecco che incontriamo il pannello che ci spiega la leggenda del Sambinelo, folletto vestito di rosso che si manifestò ad una donna, facendola vagare per un giorno interno fino a perdersi…

Gli spiriti del bosco ricorrono spesso nei racconti autoctoni (e non solo): simbolo di un tempo passato, possono aiutare o meno gli abitanti, ma è sempre buona norma tenerli buoni e accordare loro ciò che chiedono, per non ritrovarsi a fare i conti con i dispetti.

Il Sentiero dell'Immaginario coi bambini: le leggende cimbre

Il Sentiero dell’Immaginario: itinerario circolare da e per Luserna

Il Sentiero dell’Immaginario da qui corre verso Luserna dapprima tra pini e abeti e successivamente tra i pascoli Per chi però (come noi) fosse arrivato sino a Malga Campo in passeggino, è meglio proseguire per la strada forestale che parte proprio a ridosso del rifugio: semplice, tranquilla e senza difficoltà alcuna (in parte anche asfaltata), in poco più di venti minuti ricondurrà al punto di partenza (completando così l’anello), lasciandoci nel cuore tutta la bellezza dell’itinerario appena percorso.

Se poi, finita l’escursione, aveste fame e non sapeste dove fermarvi… Noi siamo stati all’Agritur Galeno (proprio alla partenza dell’itinerario): ottima cucina davvero, e tanta attenzione anche ai più piccini (da non perdere la rosticciata di maiale con le cipolle)!

Il Sentiero dell'Immaginario coi bambini: le leggende cimbre

Il Cimbro: un’antica lingua che sei conserva proprio a Luserna

Curiosità: avete notato che i cartelli del Sentiero dell’Immaginario sono in doppia lingua? Sì, italiano e… Cimbro! Già perchè qui a Luserna si parla ancora l’antica lingua cimbra, ossia una derivazione del tedesco, di origine bavarese (e la comunità di Luserna è la più numerosa d’Italia; altre si trovano in territorio di Asiago, ma molto meno importanti). La Provincia Autonoma di Trento ha posto a salvaguardia questa minoranza linguistica storica, per la sua tutela e conservazione.

10 pensieri su “Il Sentiero dell’Immaginario coi bambini: le leggende cimbre

  1. Michela dice:

    Grazie per avermelo consigliato…..un sentiero semplice ma che fa sognare e tornare bambini!

  2. Barbara dice:

    Noi lo abbiamo scoperto nel giugno del 2015…e domani torniamo a farlo perché ci è rimasto nel cuore! È uno dei migliori esempi di sentiero tematico tra quelli che abbiamo percorso in Trentino.

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