La Val di Fassa offre una moltitudine di itinerari adattissimi alle famiglie: per percorrerli tutti, ci vorrebbe molto più di una vacanza! E, tra i più belli, certamente non possiamo non menzionare il Sentiero delle Leggende che, da Pian Pecei, conduce dritti dritti alla meravigliosa piana di Gardeccia. E, dopo una doverosa sosta in mezzo a tanto splendore, non ritorneremo al punto di partenza per lo stesso percorso… No! Saliremo a Ciampedie per poi ridiscendere con la Flyline Catinaccio (oppure gli impianti) e riprendere la seggiovia per infine rientrare. Curiosi? Seguiteci!
Da Pera di Fassa, saliamo sulla seggiovia che, in due tronconi (Vajolet I e II) ci conduce, in brevissimo, a Pian Pecei, punto di partenza della nostra escursione odierna.
Dovremo quindi iniziare sulla larga forestale che, in lieve salita, in breve s’introduce nel bosco. Poco dopo, un bivio: e qui inizia anche un stupendo viaggio alla scoperta delle più belle leggende delle Dolomiti e della Val di Fassa. Sì perché lungo questa via, capiremo il perché di molte cose, come i colori del tramonto, la formazione dei laghi, le strane rocce…
Avete mai alzato lo sguardo verso la cima dei Mugoni? Si trova in una parte quasi nascosta del Catinaccio e vi sono tre monoliti che si protendono verso il cielo, quasi come persone intente a fare qualcosa. E lo sono in realtà: la prima storia del Sentiero delle Leggende (Troi de la Conties in ladino) ci racconta come si sono formate e, quasi certamente, non crederete alle vostre orecchie. O forse lo immaginavate?
Si continua poi in pendenza molto modesta, sempre su ampia silvo-pastorale. Tra i rami degli alberi compaiono, qua e là, le dirupate cime del Larsec mentre, poco dopo, ecco una nuova possibile deviazione.
Noi dovremo continuare verso destra: pure verso sinistra si giunge a Gardeccia ma, per rimanere sul nostro Sentiero delle Leggende, la direzione sarà necessariamente questa. E quindi, sempre senza fatica, procediamo tranquilli in mezzo al bosco.
Ed è il turno della favola forse più conosciuta e amata delle Dolomiti: perché le nostre amate montagne si tingono di rosa all’alba e a tramonto? Beh, la risposta ce la dice Re Laurino, il sovrano del Catinaccio, che coltivava splendide rose nei suoi possedimenti. Ma che, dopo aspre battaglie e un periodo di prigionia, trasformò in pietra, ree di averlo tradito. Ma l’incantesimo durava solo il giorno e la notte…
La forestale procede inarrestabile sino a farci incontrare un altro pannello informativo che, questa volta, ci narra la genesi di uno dei laghi più amati di tutta la Val di Fassa, il lago di Antermoia. Una storia molto triste (come tutte le leggende), che spiega di un amore mai nato tra una vivana e un menestrello, cui lei rivelo inavvertitamente il suo nome, che doveva tener segreto a causa di un maleficio.
Andando avanti, altre fiabe vi attendono ma non ve le sveliamo… Lasciamo che sia vostro il piacere della lettura e della scoperta!
Però, possiamo certamente continuare nel nostro racconto dell’itinerario che, in breve, ci porta ad un agglomerato di casette, segno inequivocabile che stiamo per giungere a destinazione, la piana di Gardeccia.
Il breve tratto di salita che ci separa dalla meta è quello più “faticoso” (se di fatica si può parlare) e dal fondo maggiormente dissestato. In pochi minuti però, Gardeccia è finalmente conquistata!
E quindi potremo rilassarci in uno dei magnifici prati verdi estesissimi oppure scegliere un rifugio per gustare un buon piatto tipico (Rifugio Gardeccia, Rifugio Stella Alpina e Baita Enrosadira). Siamo ai piedi della Valle del Vajolet: da qui si potrebbe proseguire verso il Rifugio Vajolet e il Rifugio Preuss (a circa un’oretta) oppure verso il Rifugio Passo Principe. Ma non in passeggino certamente.
Noi però ci sentiamo appagati dal percorso appena fatto: il Sentiero delle Leggende è infatti piaciuto moltissimo ai bimbi! Ma c’è ancora qualcosa che possiamo fare per rendere la loro giornata davvero indimenticabile.
E così, invece che tornare verso Pian Pecei, finito il nostro pranzetto, ci dirigiamo verso Ciampedie, imboccando il sentiero 540. Oltrepassiamo l’abbandonato Rifugio Catinaccio per poi addentrarci all’interno del bosco dove pannelli esplicativi ci racconteranno aneddoti su flora e fauna (questo è infatti denominato “Troi del bosch“).
Col nostro passeggino (naturalmente da trekking) dovremo superare qualche sasso e radice: il dislivello però è praticamente nullo (circa 50 metri), quindi la fatica sarà impercettibile.
In circa un’oretta poi, perverremo a Ciampedie, il “Campo di Dio“, dove il panorama è davvero incredibile. Spazia praticamente su tutta la Val di Fassa e raggiunge anche le estreme propaggini del Catinaccio, come la Roda di Vael. Dietro di noi, ecco la Valle del Vajolet, ove poco tempo prima eravamo.
E ora che siamo arrivati qui cosa facciamo?
Se i bimbi fossero molto piccoli, possiamo optare di scendere in seggiovia a Pian Pecei dove, naturalmente, ci aspetta l’ulteriore impianto per tornare al parcheggio.
Oppure, scelta ben più adrenalinica e divertente, optare per tornare a Pian Pecei con la Flyline Catinaccio!
Proprio da Ciampedie infatti inizia il percorso tra gi alberi che, in tutta sicurezza, consente di perdere circa 190 metri, volteggiando tra le piante e ammirando scorci spettacolari sul Larsec..
Ma come funziona?
A Ciampedie si trova il ticket point della Flyline Catinaccio, dove si può acquistare il biglietto. Quando sarà il nostro turno, il personale addetto ci imbragherà e ci darà tutte le informazioni necessarie per affrontare l’itinerario in sicurezza, ma soprattutto godendoci tutti i momenti. Lungo 1100 metri, raggiunge la velocità massima di circa 12/15 km/h, quindi molto tranquillo, per tutti.
I bimbi vi possono accedere a patto che pesino almeno 20 chilogrammi e scenderanno assieme ad uno dei genitori (ancorati in un doppio imbrago). Il volo dura circa 6 minuti e siamo certi che, una volta arrivati, non vedrete l’ora di riprovare! E, volendo, si può fare: la seggiovia infatti, può tranquillamente riportarvi a Ciampedie per un nuovo giro!
Oppure, se sarete paghi dell’emozione provata, potrete optare per rientrare definitivamente a Pera, pronti per una nuova avventura in Val di Fassa!