In Val di Non, in Trentino c’è un bellissimo sentiero nel bosco che racconta favole e leggende ispirate alle tradizioni locali e splendide statue lignee che ne accompagnano la narrazione: un’escursione imperdibile, percorribile anche in passeggino, adatta a grandi e piccini che vi farà scoprire i luoghi segreti della zona attraverso il gioco.
Lungo la SP 6, che da Rumo conduce sino al paesino di Preghena, dopo circa 4 km dalla frazione Marcena, bisognerà prestare attenzione ad una croce lignea e alla stretta stradina sterrata che si diparte subito a destra; si sale quindi pian piano sino ad arrivare ad un piccolo slargo, dove si potrà lasciare la propria autovettura: a sinistra comincia infatti subito il sentiero che si addentra nel bosco, contrassegnato dall’appellativo “Cammino Jacopeo d’Anaunia“, di cui percorreremo solo un breve tratto, per ricongiungerci al nostro itinerario (questa infatti è una “scorciatoia”, intrapresa per evitare il primo tratto un po’ più ripido, dal momento che l’escursione vera e propria prenderebbe il via dal centro dell’abitato di Preghena, con tanto di totem esplicativo).
Ecco dunque che la strada, ampia e dal fondo liscio, prende il via tra abeti e larici, scorrendo tranquilla senza alcuna pendenza fino ad arrivare al bivio, in poco meno di dieci minuti, ove finalmente inizia il percorso vero e proprio: subito ci accoglie la statua lignea di una fatina alata, e noi ce la lasceremo presto alle spalle, continuando la nostra ascesa verso la prima fiaba.
Prima fiaba che non tarda molto ad arrivare! In brevissimo infatti, giungeremo al cospetto delle Spade nella Roccia, che narrano dell’imboscata che subì il Cavaliere Doss da Mul per mano del Signore d’Altaguardia e del suo voto a Giuseppe d’Arimatea, che fece tramutare le armi degli avversari in bastoni assicurandogli la fuga e la vittoria; poco dopo ancora, ecco il Pentolone delle streghe, che tanta fortuna portò ad un cacciatore di Preghena, che salvò un’anguana (ninfa del bosco) dalle grinfie delle megere e lo ricevette in regalo ricavandone, ad ogni luna piena, tante monete per condurre una vita agiata e senza problemi.
Continuando nella nostra passeggiata (dritto, e non deviando verso destra: di lì infatti col passeggino non si riesce ad andare), faremo la conoscenza della fatina che, per scappare da un cattivo folletto, scelse di rimanere perennemente abbracciata al larice suo salvatore, per poi arrivare finalmente ad una radura dove, durante la bella stagione, si incontrano tante famiglie per fare numerosi pic-nic: la zona è infatti attrezzata con un graziosissimo porticato con panche e tavoli, ed un grande barbecue. Sorveglia la zona lo gnomo delle miniere che, impietrito (o inlegnito, come recita il pannello esplicativo) per aver voluto uscire alla luce del sole, è a guardia ancor oggi dei giacimenti auriferi che proprio sotto di noi sono ancora sfruttati dagli abitanti delle caverne.
Dopo una doverosa pausa, ecco che riprendiamo il cammino, in decisa discesa, fino ad arrivare alle Scope delle streghe, che salvarono un villaggio locale dalle loro scorribande notturne, e successivamente allo spirito intrappolato, nella notte dei tempi, in un larice maestoso dalle buone fatine; facciamo la conoscenza quindi del pauroso serpente che un tempo terrorizzava la popolazione e il suo bestiame, sotto ad una splendida e antichissima pineta, ed ammirando le montagne circostanti, che fanno capolino tra i rami.
Pian piano, sempre leggendo le storie di queste antiche leggende, passeggiamo nel bosco, respirando il profumo del legno e dell’erba, godendo di magnifici scorci…ogni tanto, ad intervalli più o meno regolari, ecco spuntare una nuova statua, con ancora qualcosa da narrare e da farci scoprire (non le possiamo raccontare tutte, altrimenti non ci sarebbe poi nessuna sorpresa!)
Al diradarsi degli alberi, dopo aver esserci fatti soggiogare da una splendida vista sulla Val di Non e sul lago di Santa Giustina, ecco ricominciare la salita verso il nostro punto di partenza: dopo essere tornati alla fatina alata, che ci aveva accolti come prima tappa del nostro itinerario, non ci resta che svoltare a destra, per riguadagnare la nostra autovettura e, se possibile, godere ancora una volta del meraviglioso spettacolo offerto dai paesini abbarbicati sulla montagna.
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Informazioni utili:
dove dormire? Noi abbiamo soggiornato all’Albergo Cavallino Bianco di Rumo, ottimo per le famiglie con i bambini, con miniclub e tante attività studiate ad hoc; la passeggiata lungo il sentiero delle fiabe è una delle proposte del programma settimanale studiato dalla struttura (facente parte dei Dolomiti Walking Hotel) proprio per i piccoli ospiti