Dolomiti

Rifugio Vazzoler, coi bambini nell’anfiteatro del Civetta

L’Agordino è uno dei territori meno famosi e più selvaggi delle Dolomiti. Salendo da Belluno, si oltrepassa Agordo e, arrivati a Cencenighe, si può proseguire o verso Falcade e la Val di Fassa (in Trentino) oppure verso Alleghe e Arabba, per poi dirigersi in Alta Badia oppure a Cortina d’Ampezzo. Senza andare così lontano però, una volta oltrepassata Taibon Agordino, si perverrà a Listolade: da qui ci si può incanalare nella verdissima Val Corpassa sino a raggiungere il Rifugio Capanna Trieste e da lì, il magnifico Rifugio Vazzoler, con vista magnifica sull’anfiteatro del Civetta e della Moiazza. Ci seguite?

  • Località di partenza: Rifugio Capanna Trieste
  • Parcheggio: alla località di partenza (grande, gratuito)
  • Mezzi utilizzati: zaino portabimbo (passeggino da trekking non possibile)
  • Tempo medio: due ore circa
  • Difficoltà: medio
  • Dislivello: 580 metri – Capanna Trieste m. 1135 – Rifugio Vazzoler m. 1714
  • Tipologia di percorso: strada forestale larga e in salita costante

Rifugio Vazzoler: si parte da Capanna Trieste, alla fine della verdissima Val Corpassa

Dopo aver percorso tutta la Val Corpassa da Listolade (paesino lungo la strada che collega Agordo a Cencenighe), si giungerà al Rifugio Capanna Trieste ove un bel parcheggio accoglierà la nostra autovettura. Per quanto grande, è sempre meglio arrivare presto alla mattina per esser sicuri di trovare posto e non dover partire quindi da più a valle.

Il Rifugio Capanna Trieste in Val Corpassa, nostro punto di partenza

Ci incamminiamo dunque inizialmente nel bosco, proseguendo lungo la forestale. La pendenza è sempre costante, mai impegnativa ma senza un attimo di tregua. Gli alberi, fortunatamente, in questo primo tratto ci concedono refrigerio, dandoci modo di superare circa 150 metri di dislivello in totale serenità.

Il torrente, che sin qui ci ha accompagnato fedelmente alla nostra sinistra, improvvisamente si parerà di fronte a noi. Siamo giunti infatti in un ampio spiazzo ove il bosco ci abbandona in favore di arbusti più bassi. Provvidenziali assi di legno di consentono il passaggio sull’altra sponda e possiamo quindi riprendere la nostra ascesa.

Si sale tranquillamente in mezzo al bosco
Il paesaggio della Val Corpassa è dominato dalla Torre Trieste e dalla Torre Venezia

La strada per il Rifugio Vazzoler è in costante salita, con la prima parte a tornanti

D’ora in poi iniziano i famosi “tornanti” del Rifugio Vazzoler. Quelli che, curva dopo curva, fanno alzare di quota e rendono il colpo d’occhio sulla Val Corpassa sempre più emozionate e superlativo, spingendosi sino alle Pale di San Lucano.

Si sale di quota, che viene indicata sui massi in prossimità dei tornanti
Lo sguardo si spinge sino alle Pale di San Lucano

Ma cominciano anche a comparire le due più grandi bellezze del nostro itinerario: la Torre Trieste (m. 2458), già ben visibile e splendida dinanzi a noi, e la Torre Venezia (m. 2337), ancora un po’ nascosta ma che già fa capolino, imponendosi nel nostro campo visivo.

Mano a mano che passiamo tornanti, saliamo senza quasi nemmeno rendercene conto. E, come quasi un’ascesa ad un valico, vediamo anche l’altitudine segnata ad ogni curva aumentare: possiamo così tenere a mente più o meno quanto ci manca! Non potremo non notare la deviazione per il Rifugio Carestiato: il segnavia 554 ci condurrebbe proprio lì, calcando l’Alta Via 1 delle Dolomiti.

La Torre Trieste svetta nel cielo azzurro

Torre Trieste e Torre Venezia: le meraviglie del Civetta verso il Rifugio Vazzoler

Ma magari un’altra volta: ora siamo saldi nel nostri intento di giungere presto al Rifugio Vazzoler e goderci il meraviglioso panorama.Sì perché qui ci troviamo in uno degli anfiteatri più belli delle Dolomiti: la Moiazza ci chiude a sud e il resto del gruppo del Civetta ci cinge come un grande abbraccio roccioso, dal quale non possiamo (né vogliamo) sfuggire.

Inizia il Pian de le Taie, con la Torre Venezia sullo sfondo
Il magnifico anfiteatro roccioso del Civetta

A quota 1524 metri terminerà la serie di tornanti: ci troviamo dunque al Pian de le Taie, un gradevole falsopiano che ci immetterà a breve sull’ultima salita, quella definitiva. Non prima però di aver incontrato il bivio per il Rifugio Torrani (m. 2984), praticamente sotto la cima del Civetta, e per il bivacco Ghedini (m. 2601), nel roccioso e selvaggio mondo della Moiazza.

Altre assi di legno di permettono di oltrepassare il rivolo che scende dalla Val dei Cantoni, desolata meraviglia che conduce al Bivacco Tomè (m. 2860) e che ci offre un panorama davvero spettacolare… Si potrebbe rimanere qui ore ad ammirare cotanta bellezza!

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Il fantastico e roccioso mondo del Civetta: Rifugio Vazzoler, Tissi, Coldai e lago Coldai

Ma ormai la meta è vicina. La Torre Venezia inizia a mostrarsi molto più grande e svettante mentre la Torre Trieste sembra quasi volerci abbandonare. Un boschetto di alberi purtroppo spezzati dalla furia della tempesta Vaia del 2018 ci permette di scorgere le pareti della montagna che, prima, dovevano essere celate.

Il paesaggio un tempo celato dal bosco

Ma ci indica anche che siamo arrivati: la forestale infatti si biforca. Proseguendo infatti, si continuerebbe per la Val Civetta e, dopo una lunghissima traversata, si perverrebbe al lago Coldai prima, e al Rifugio Coldai poi, transitando per il Rifugio Tissi (con una opportuna deviazione). Una volta giunti al Rifugio Coldai, si potrebbe giungere a Col dei Baldi, per poi scendere ai Piani di Pezzè e ad Alleghe, compiendo l’intero percorso della Transcivetta, gara di corsa che mette alla prova anche i più temerari.

Noi però non ci facciamo sedurre dall’idea di aumentare le ore di camminata e saliamo facilmente al nostro Rifugio Vazzoler che, come un’oasi, ci attende in mezzo agli alberi.

L’ultima salita finale verso il Rifugio Vazzoler
Il magnifico anfiteatro del Civetta
In arrivo al Rifugio Vazzoler

Il Rifugio Vazzoler offe una vista magnifica sul Civetta e sulla Moiazza

E finalmente possiamo annoverare il Rifugio Vazzoler (m. 1714) tra le nostre conquiste!
Il Rifugio Vazzoler sembra in mezzo al bosco e ci accoglie con una cappelletta. Ma basterà fare pochi passi verso il suo ingresso e voltarsi indietro che… Wow, uno spettacolo mozzafiato! Sorge infatti sul Col Negro di Pelsa e regala un colpo d’occhio sul magnifico anfiteatro del Civetta e della Moiazza.

Sedersi ad uno dei tavoli e gustarsi un buon piatto tipico non potrà certamente che aumentare l’appetito. E, ovviamente, non ci possiamo esimere dal provare la cucina mentre i bimbi possono giocare nello spiazzo tutt’intorno. Oppure visitare, con mamma o papà, il giardino botanico alpino Antonio Segni, sempre ottimamente tenuto dal CAI di Conegliano.

Il Rifugio Vazzoler e il mondo roccioso del Civetta
Una vista davvero meravigliosa

Il Rifugio Vazzoler è uno di quesi ristori ove si respira l’autentica aria di montagna: provate ad entrare, anche solo per un attimo, e capirete di cosa parliamo… E quanto deve essere bello pernottare qui, godendosi alba e tramonto in mezzo ad uno dei panorami più belli delle Dolomiti?

Dopo aver indugiato ad ammirare cotanto splendore, saremo pronti per rientrare a Capanna Trieste. Naturalmente lasciandoci ammaliare e soggiogare dalle Torri Venezia e Trieste che, come guardiane silenziose, accompagneranno ancora il nostro incedere.

Dove dormire vicino al Rifugio Vazzoler

Noi da anni, anzi, da sempre andiamo in vacanza a Falcade (i nonni sono infatti proprio originari del luogo), a circa 15 minuti di strada da Capanna Trieste. Proprio perché conosciamo a menadito questa splendida località e la frequentiamo da oltre 35 anni, abbiamo anche alcuni riferimenti utili per trascorrere un soggiorno ottimo e veramente coccolati.

Vi suggeriamo quindi l’Hotel Stella Alpina, nel centro di Falcade e dalla pasticceria davvero sublime! È il nostro indirizzo preferito per gustarci un buon gelato oppure rilassarci in uno dei tavoli del parco antistante. L’Hotel Scoiattolo di Caviola è più distante dal centro, ma molto vicino al delizioso parco giochi ove trascorrere ore di svago e spensieratezza!

Meraviglioso panorama sulle Cime d’Auta da Sappade (Falcade)
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