La Val di Fassa non ha bisogno di presentazioni: stupenda, conosciutissima e luogo ideale per famiglie coi bambini. Le sue montagne fanno da secoli sognare tutti gli escursionisti e sono, ovviamente, ogni anno meta di tanti trekker decisi ad affrontare tutti i bei sentieri che propone. Oggi però noi vi faremo scoprire un itinerario davvero poco frequentato (chissà perché) ma assolutamente splendido: saliremo al Rifugio Vallaccia, proprio sotto alla bianca catena dei Monzoni, che precipita in verdeggianti pascoli d’altura.
La Val Monzoni è una laterale della Val di Fassa che si incunea tra i monti all’altezza di Pozza. Dopo aver superato tutto il paese, si perverrà alla Malga Crocifisso ove la strada si biforca: continuando dritto, si arriverà nella Valle San Nicolò, mentre a destra si stacca la carreggiata che, asfaltata, sale ancora un pochino prima di presentare un divieto di transito.
La Val Monzoni infatti è chiusa al transito veicolare privato. Pertanto si può salire a Malga Monzoni, nostro punto di partenza, in due soli modi: o a piedi, oppure tramite bus navetta. Qualora voleste servirvi del servizio pubblico, la fermata si trova di fronte al Camping Vidor (con parcheggio gratuito) e i ticket si acquistano direttamente a bordo: il costo è di 5 euro per una corsa (i bimbi al di sotto dei 5 anni non pagano).
Giunti quindi alla Malga Monzoni (se arriverete a piedi, contate circa un’oretta e mezza dal parcheggio) si sarà pronti per iniziare l’escursione: quindi gambe in spalla!
Abbandonata la nostra base, saliamo subito lungo il larghissimo sentiero che, poco dopo, ci consente di ammirarla in tutta la sua bellezza. Non passerà però molto tempo che ci troveremo ad un bivio: proseguendo dritto si arriverebbe al Rifugio Taramelli. Noi invece dobbiamo voltare a sinistra per seguire il segnavia 624: appena vista però la salita… Si vorrebbe senz’altro cambiare meta! Difatti il tratto si presenta davvero ertissimo e l’unica nota positiva sarà la fresca ombra. Non ci lasciamo scoraggiare: si inizia.
La nostra velocità non può che essere ridotta, data la notevole pendenza del sentiero. In una distanza assai breve, il dislivello superato sarà importante, rendendo la via parecchio faticosa. Qua e là qualche albero che si dirada lascerà che il nostro sguardo si posi sul Sass Morin (m. 2373), richiudendosi però poco oltre, quasi a ricordarci che la strada è ancora lunga, ma soprattutto decisamente “da cardiopalma”.
Sempre col respiro molto affannoso, perverremo ad un ulteriore bivio: seguendo il 603B avremmo l’ultima chance per alzare bandiera bianca e dirigerci al Rifugio Taramelli. Ma no! Dobbiamo resistere ed arrivare sino al Rifugio Vallaccia che, ovviamente, ancora non possiamo vedere ma che sappiamo di certo ci riserverà grosse soddisfazioni.
Un’altra salita decisamente erta ci attende e ci farà quasi rimpiangere di non aver voltato verso il Taramelli… Ma appena gli alberi si diraderanno, ecco che potremo avere un assaggio di quello che ci aspetta: la verde catena dei Monzoni, con le sue bianche cime, si staglia contro il cielo azzurro e i pascoli sembrano perdersi nell’infinito. Completa il bucolico quadretto anche un fienile che, circondato da asinelli, contribuisce a rendere l’immagine davvero indimenticabile. La motivazione per proseguire ora c’è e siamo certi non ci abbandonerà più sino alla meta.
Il bosco torna a ombreggiare il nostro sentiero ma ormai il peggio è alle spalle. L’ascesa sarà infatti sì pendente, ma non più così tremenda come sin qui. Pian piano quindi proseguiamo sino ad abbandonare definitivamente pini e abeti: qua e là vedremo anche qualche maso… Che bello sarebbe potersi addormentare lì, così fuori dal mondo, e godere di tramonti e albe davvero incredibili.
Una volta guadagnati gli ampi prati, non si saprà più davvero dove guardare. Il panorama è davvero splendido e già si pregusta il Rifugio Vallaccia, immaginando come debba essere la vista da lassù… Ancora pochi passi e si perverrà ad un bivio: la via da seguire è segnalata dal cartello e risale una collinetta erbosa sino a ricongiungersi con la forestale lasciata poc’anzi. Probabilmente questa deviazione è stata decisa per permettere ai mezzi di rifornimento diretti alla malga di transitare senza troppa difficoltà, dato che in quel tratto il tracciato corre scavato nel terreno.
Una volta ricongiuntisi alla carrareccia, ormai la bandiera che sventola al Rifugio Vallaccia diverrà visibile, basterà alzare il capo e sbirciare verso destra. Due fienili ci accolgono all’ingresso di un (finalmente) dolce pianoro, segno inequivocabile che ormai manca davvero poco, solo un paio di salite che, rispetto a quelle calcate sinora, sembrano volerci far effettuare un sano defaticamento.
Ormai la nostra meta si paleserà sempre più. Dopo una curva, l’ascesa finale sarà mitigata dalla bella vista che si potrà godere dall’ultimo dei fienili della valle. Degli asinelli sono qui che pascolano indisturbati: nonostante siamo in Val di Fassa (uno dei luoghi più conosciuti e frequentati delle Dolomiti) qui pare di essere davvero fuori dal mondo. La serenità e tranquillità sono davvero palpabili, una meraviglia senza tempo.
E finalmente il Rifugio Vallaccia (m. 2275) è conquistato!
La costruzione è splendida, un vero ristoro come ce n’erano una volta: piccolo, accogliente, davvero delizioso. Il profumo di legno è la prima cosa che colpisce… Sarà gradevole lasciarsi inebriare da questo odore dal sapore antico!
Non ci sono molti posti a sedere, ma i prati tutt’intorno sembrano invitare a stendersi e rilassarsi, godendo appieno del paesaggio splendido. Lo sguardo spazia per tutta la valle, con la catena del Monzoni a far da cornice. In alto, a sinistra, potremo anche notare il Rifugio Passo Selle, abbarbicato sull’omonimo valico: un’altra splendida escursione dai panorami spettacolari.
Da qui si potrebbe proseguire per Cima Undici (m. 2560) dalla quale si gode di un panorama incredibile sulla Val di Fassa. Oppure scegliere di guadagnare la Forcella de la Costela (m. 2529) per poi seguire il sentiero attrezzato Federspiel (che corre lungo la cresta dei Monzoni) che arriverebbe al già citato Rifugio Passo Selle. Tutti sentieri di una incomparabile bellezza, ma riservati certamente a escursionisti adulti e allenati.
Dopo aver degustato un’ottima birra artigianale (da provare) sia che decidiate di mangiare direttamente in rifugio oppure consumare un picnic, sarete poi pronti per rientrare a Malga Monzoni. E sì ora vi consigliamo la discesa a piedi sino al parcheggio, a meno che i bimbi non siano troppo stanchi.