Le Dolomiti di Brenta sono una meraviglia per gli occhi: viste da Madonna di Campiglio, località top della Val Rendena e del Trentino, sembrano infinite, piene di torri e pennacchi, ma anche puntellate sia di verde che di bianco… Potevamo dunque non decidere di esplorarle? Per farlo, abbiamo scelto uno dei sentieri più semplici (ma lunghi). Da Campo Carlo Magno siamo saliti infatti, con la cabinovia, sino al Passo del Grostè per poi dirigerci al meraviglioso Rifugio Tuckett e scendere poi al Rifugio Casinei e in Vallesinella. Venite con noi?
Attenzione: per percorrere questo giro è necessario organizzarsi con due macchine oppure servirsi dei mezzi pubblici della Val Rendena (autobus sino a Campo Carlo Magno e dal Rifugio Vallesinella), gratuiti con la Dolomeet Card
Per effettuare l’escursione Rifugio Tuckett (con ritorno dalla Vallesinella), dobbiamo guidare sino a Passo Campo Carlo Magno, valico che mette in comunicazione la Val Rendena e Madonna di Campiglio con la Val di Sole.
Una volta giunti a destinazione, troveremo un’enorme area sosta a pagamento ad attenderci: spegniamo il motore e iniziamo la nostra passeggiata!
Attenzione: come già detto, per effettuare questo itinerario bisogna organizzarsi con due macchine (una da parcheggiare al posteggio della Vallesinella, dove giungeremo). In alternativa, molto comodi da usare i mezzi pubblici, gratuiti con la Dolomeet Card (rilasciata dalle strutture convenzionate senza alcuna fee).
Indicazioni Google Maps parcheggio: località Fortini Parking
Dopo essere giunti da Madonna di Campiglio, nostra base di partenza, a Campo Carlo Magno immediatamente saliamo sulla cabinovia che, in circa 20 minuti di tragitto, ci fa guadagnare i 2442 metri del Rifugio Stoppani e del Passo Grostè (attenzione a non scendere alla fermata intermedia).
Gli impianti, per i possessori della Dolomeet Card (come abbiamo appena visto, rilasciata gratuitamente dalle strutture convenzionate) sono gratuiti. Per chi non la avesse:
Maggiori informazioni su ticket combinati e altro: www.campigliodolomiti.it
Già da qui il paesaggio è davvero incredibile, lunare. Ci troviamo al limitare del Brenta, l’unico gruppo delle Dolomiti alla destra orografica dell’Adige e stiamo per compiere una traversata epica (almeno per i bimbi piccoli a piedi), che ci condurrà nel cuore di questo massiccio, facendoci sentire tutt’uno con esso. Partiamo quindi!
La nostra tappa intermedia, il Rifugio Tuckett, è dato a circa 1 ora e quaranta minuti (tempo che, in caso di adulti con piccini sulle spalle, potremmo anche rispettare) ma, con pargoletti a piedi, diverrà quasi doppio. Ma non importa: effettuare frequenti pause aiuterà loro a non affaticarsi troppo e noi a goderci questo paesaggio così spettacolare.
Ci incamminiamo dunque lungo l’evidente sentiero, molto ben indicato dalla segnaletica bianca e rossa, tra lastroni e ghiaia, incontrando anche qualche nevaio. Il blu del cielo contrasta con le grigie cime, regalando sfumature davvero pazzesche.
Facendo sempre molta attenzione a dove si mettono i piedi (sono molte infatti le fenditure nella roccia), in breve ci lasceremo alle spalle questo primo tratto per incontrare il sentiero che, altrettanto facile, sale dal Rifugio Graffer al Grostè (m. 2261). Stiamo proprio per entrare nel cuore del Brenta, allontanandoci definitivamente (anche con lo sguardo) dall’arrivo degli impianti.
Dopo qualche passo ci troveremo dinanzi al punto più difficile dell’escursione. Bisogna infatti perdere un po’ di quota e la via risulta un leggermente impervia (attenzione dunque a chi porta lo zaino con i bimbi), con necessità di aiutare anche i pargoletti a piedi, dato anche il fondo parecchio sdrucciolevole.
Per superare alcuni punti, converrà sedersi e allungare successivamente le gambe, anche per evitare indesiderati scivoloni. Una volta lasciato alle spalle quest’angusto tratto (comunque privo di corde), ci attende un rilassante tratto tra enormi rocce, forse un tempo franate dalle alte cime.
La vista spazia davvero lontanissimo, potendo ammirare la Val Rendena e addirittura le cime della Presanella completamente innevate… Uno spettacolo davvero mozzafiato!
La via continua sempre alternando facili transiti su terreni meno dissestati ad altri dove è necessaria un po’ più di attenzione. Pochi prati verdissimi si alternano a rocce vive, dove i bambini giocheranno a far finta di essere esperti scalatori…
E pian piano sia il tempo che i chilometri passeranno, conducendoci verso la parte finale della traversata. Dopo una decisa discesa in mezzo ad una distesa smeraldina ed essere giunti ad un altro sentiero, dovremo voltare a sinistra (non sono presenti cartelli, ma intuitivamente dovremo procedere nella direzione sempre tenuta), guardando la salita che, poco oltre ci attende.
Siamo quasi arrivati alla fine del primo tratto: da qui si sale e basta (sempre comunque con pendenze assolutamente accettabili) e, in circa 20 minuti, potremo scorgere il pilone della teleferica: ce l’abbiamo fatta! Ancora un piccolo sforzo e il Rifugio Tuckett (con la sua dependance Rifugio Sella) sarà finalmente annoverato tra le nostre mete.
Il Rifugio Tuckett (m. 2272) è posto in meravigliosa posizione nel cuore delle Dolomiti di Brenta e la bellezza del paesaggio circostante davvero toglie il fiato… Dietro di noi la salita al canalone in cui s’introduce il sentiero attrezzato della Sega Alta che conduce alla Bocca di Tuckett (m. 2613) da cui poi si ascende alla Cima Brenta (m. 3150), punto panoramico privilegiato su tutto il massiccio.
Invero, dal Rifugio Tuckett si potrebbero intraprendere numerose vie meno impervie, come quella che conduce al Rifugio Brentei (m. 2182) e, successivamente, al Rifugio Alimonta (m. 2580), proprio nel cuore delle Dolomiti di Brenta… Meno impegnative certo, ma troppo lunghe da intraprendere coi bimbi piccoli al seguito.
Sarà senza dubbio bellissimo potersi concedere un lauto pasto dopo tanta fatica (e anche i bimbi gradiranno parecchio). Qui intorno è tutta roccia quindi non esattamente il luogo ideale per un picnic. Sicuramente però c’è la possibilità di consumare il proprio pranzo al sacco appollaiati su qualche masso: di spazio ce n’è, per cui nessun problema!
Bisognerà rilassarsi e riposarsi parecchio perché ora ci attende la lunghissima discesa verso il Rifugio Casinei prima e il Rifugio Vallesinella poi, con oltre 750 metri di dislivello.
Il sentiero che ci attende è indubbiamente facile, sempre tranquillo e mai pericoloso però certamente bisogna avere buona gamba e allenamento. In alternativa, è sempre possibile rientrare al Passo del Grostè e scendere in ovovia ma, in caso, affrontando il percorso appena calcato a ritroso, bisognerà mettere in conto quale decisa salita.
E così cominciamo: sono ben due le vie che portano al Rifugio Casinei. Una parte verso il Rifugio Brentei ed è leggermente più lunga (ma, a quanto ci hanno riferito, maggiormente panoramica) mentre l’altra scende più veloce e, dopo un iniziale tratto aperto, s’incanala in mezzo a pini e abeti.
Noi abbiamo scelto quella più veloce: nonostante sia segnalata un’ora di percorrenza, per raggiungere il Rifugio Casinei, con bimbi piccoli, noi ci abbiamo messo scarse due ore. Scesi poco sotto al Rifugio Tuckett, abbiamo voltato a destra, mantenendoci quindi al di qua della montagna che fa da spartiacque tra le due vie.
E quindi, dopo appunto un iniziale pezzetto tra la natura che, sempre più rigogliosa ci accompagna, pini e larici prendono il sopravvento chiudendoci la visuale ma regalandoci una gradevolissima frescura.
Il fondo, sempre parecchio dissestato (ma fortunatamente meno del primo tratto), mette anche a dura prova la resistenza delle nostre ginocchia, facendo aumentare l’appetito e la voglia di arrivare alla nostra successiva tappa!
E finalmente, dopo tanto camminare, il Rifugio Casinei (m. 1826) è anch’essa conquistata! È davvero il caso di fermarsi a fare merenda: il menù è assolutamente molto invitante (e, quasi quasi, ci starebbe un altro vero e proprio pranzo) ma ci possiamo accontentare anche di un dolcetto.
I bimbi, mentre mamma e papà si concedono il giusto relax, possono tranquillamente svagarsi presso i giochi messi a disposizione del rifugio, accanto ai tavoli, per non perdere mai la visuale.
Anche se si vorrebbe sicuramente rimanere qui a poltrire, abbiamo ancora un pochino di strada da fare. Dobbiamo infatti raggiungere il Rifugio Vallesinella, punto finale del nostro percorso odierno.
Per cui, recuperate le ultime forze, ci incamminiamo: anche qui abbiamo la possibilità di scegliere una via più lunga e una breve, a seconda della nostra resistenza.
La via maggiormente impegnativa (20 minuti in più) è sicuramente consigliata giacché permette di vedere le magnifiche cascate di Vallesinella, famose in tutto il Trentino per i loro spettacolari salti d’acqua e per gli spruzzi che tanto fanno impazzire i bimbi… Ponticelli, passaggi: insomma, una vera meraviglia!
Nonostante questo però, noi abbiamo optato per la via più breve (vista la notevole distanza già percorsa), riservandoci la visita alle cascate per una volta successiva e dedicandoci esclusivamente a quella.
E così, gambe nuovamente in spalla, abbiamo salutato il Rifugio Casinei alla volta dell’ultimo pezzetto di sentiero, completamente immerso in un rigogliosissimo bosco.
Anche qui il fondo non è levigato ma radici e sassi ci accompagnano. Il sole, filtrando dai rami, regala sfumature incredibili al sottobosco, rendendolo quasi magico… L’ideale per raccontare agli stanchi bimbi qualche favola e spingerli a cercare qualche funghetto, stimolando la loro curiosità e la loro voglia di avventura.
Tra una fiaba e l’altra il tempo scorre via veloce e rapidissimi si perverrà ad un ponte con gorgheggiante torrente: siamo arrivati! La nostra epica giornata volge ormai al termine giacché una solo brevissima risalita ci separa dal Rifugio Vallesinella (m. 1513) dove, ad attenderci, c’è la fermata del bus, ormai talmente agognato da sembrare un miraggio!
Ripromettendoci di tornare quanto prima a vedere le cascate (non solo quelle alte, che avremmo potuto ammirare scendendo dal Rifugio Casinei, ma anche quelle di mezzo, a circa 15 minuti di distanza), non resta che salire sul pullman per tornare a Madonna di Campiglio e godersi il meritatissimo relax in hotel, soddisfattissimi però dell’impresa e di aver ammirato tanta bellezza.
Assolutamente all’Hotel Alpina di Madonna di Campiglio: a conduzione familiare, sa coccolare i suoi ospiti davvero nel migliore dei modi. Dopo una lunga giornata trascorsa in mezzo alle montagne, abbiamo potuto rilassarci nell’idromassaggio, sciogliendo tutti i muscoli (ed è anche possibile riservarlo per la famiglia) e lasciandoci spruzzare dalle bollicine.
La fame atavica è stata soddisfatta dalla curatissima cucina, ideale anche per bimbi piccini (che possono sempre scegliere e ottenere ciò che desiderano). Il giardino esterno poi completa il quadro, offrendo un ultimo tocco di benessere.
L’Hotel Alpina propone anche la Dolomeet Card (compresa in alcuni pacchetti) che consente di utilizzare gratuitamente tutta la mobilità della Val Rendena, impianti inclusi. Un gran bel plus, che dà la possibilità di spostarsi senza mai metter piede in macchina (e anche di fare il nostro giro odierno senza impazzire con due autovetture).
Fausto poi, il proprietario, saprà consigliarvi le escursioni più adatte a voi, facendovi gustare il meglio della valle (anch’egli appassionato camminatore, ha dedicato una parte del sito dell’hotel alle esperienze nei dintorni di Madonna di Campiglio).
Per saperne di più: leggi prezzi e servizi