Quando si dice Lagorai, la mente corre subito alla scura catena trentina che incornicia il paesaggio della Val di Fiemme. Forse però non tutti sanno che il Lagorai è anche il massiccio che incombe sulla Valsugana e sui territori limitrofi. Da Pergine infatti, una delle cittadine più importanti del territorio, si apre un solco che s’incunea sino a lambire le sue cime più alte: siamo in Valle dei Mocheni, isola linguistica germanofona e area dallo splendore selvaggio e quasi incontaminato. Dal suo paesino più remoto, Palù del Fersina, saliremo sino al Rifugio Sette Selle per lasciarci abbracciare da un mondo roccioso e selvatico, regno di cervi e camosci e dalla bellezza quasi fiabesca. Seguiteci!
- Località di partenza: Palù del Fersina – Località Frotten
- Parcheggio: alla località di partenza (grande, a pagamento 5 euro al giorno)
- Mezzi utilizzati: zaino portabimbo (passeggino da trekking non possibile)
- Tempo medio: due ore e un quarto circa
- Difficoltà: medio
- Dislivello: 510 metri – Frotten m. 1503 – Rifugio Sette Selle m. 2014
- Tipologia di percorso: dapprima strada asfaltata sino alla località Knoppnbolt e poi forestale sino ai Baiti del Laner, sempre in lieve/moderata salita. Poi sentierino classico di montagna dalle pendenze più impegnative ma mai esposto o difficile
Rifugio Sette Selle: si parte da Frotten, piccola frazione di Palù del Fersina
Dopo aver parcheggiato la nostra autovettura nell’ampia area sosta in prossimità della località Frotten di Palù del Fersina, saremo pronti per iniziare la nostra escursione odierna. Camminiamo, per questo primo pezzetto, tranquilli su strada asfaltata. Una decisa curva ci permette di guadagnare subito un po’ di quota e salutare le ultime casette tipiche di questi deliziosi paesini.
La via s’inoltra così nel bosco, con pendenza molto modesta. Il fondo piantumato permette di camminare senza alcuna fatica, ammirando qualche scorcio sull’Alta Valle dei Mocheni. Pini, abeti e larici ci concedono molta ombra, assolutamente ideale per le soleggiate giornate estive.
Si procede così, piano piano, immersi in un contesto naturale davvero spettacolare. Il torrente Fersina scorre parecchio più sotto di noi, lasciandoci ogni tanto udire il suo fragore. Dalle frasche poi, il Baiseart (m. 2292), emerge con la sua conica mole, tenendoci compagnia per gran parte di questa prima parte di passeggiata.
Verso il Rifugio Sette Selle anche due stupende alternative: la miniera di Erdemolo e il lago di Erdemolo
Senza troppa fatica, in breve, l’asfalto terminerà, lasciando lo spazio al classico sterrato forestale. Ci troviamo in località Knoppnbolt: inizia ora una salita un po’ più impegnativa su ciottoli, che in breve ci condurrà ad un bivio. Da qui infatti, per chi lo desiderasse, parte l’ascesa al lago di Erdemolo (m. 2006), altra gemma della Valle dei Mocheni. Il sentiero 325 infatti si stacca verso destra e, in circa un’oretta e mezza, accompagna in uno dei luoghi più selvaggi e affascinanti dell’intero territorio.
Ma noi oggi non ci lasciamo sedurre da questa deliziosa alternativa e rimaniamo ben saldi nel nostro proposito di giungere al Rifugio Sette Selle. Così continuiamo e, fatti ancora pochi passi, ecco un tornante, che consente di alzarsi un pochino di quota. Alla curva però, è presente un altro crocicchio: se proseguissimo dritto, arriveremmo (in meno di cinque minuti) alla stupenda miniera di Erdemolo, un giacimento sfruttato sino al 1700 e ormai esaurito. È visitabile ad orari e giorni prestabiliti: un vero incanto (per maggiori informazioni www.umpalai.it)
La pendenza aumenta un pochino e ci permette di avvicinarci al punto ove, definitivamente, la forestale lascerà lo spazio al classico sentierino di montagna. Ci troviamo ora in località Baiti del Laner e, per raggiungere il Rifugio Sette Selle, abbiamo due possibilità.
Due valide alternative per il Rifugio Sette Selle: la Croce del Laner
La prima è di seguire il segnavia 343B che s’inerpica subito sino a raggiungere una casetta visibile poco sopra. L’altra è di continuare per un paio di centinaio di metri ancora su forestale sino a raggiungere un altro agglomerato di fienili, ove il tracciato 343 ci condurrà anch’esso alla meta, passando per la panoramica Croce del Laner.
La scelta è assolutamente a discrezione: il 343B è leggermente meno ripido giacché sale in maniera più costante, mentre il 343 abbina una parte iniziale tostissima ad una successiva più dolce. Sono entrambi stupendi… Si può pensare di effettuare un anello: salire da uno e rientrare dall’altro!
E così facciamo. Partiamo dunque utilizzando il 343, in salita molto ripida attraverso il bosco. Il sentiero è stato ridisegnato sulla base di uno precedente a causa degli schianti del 2018 della tempesta Vaia, che hanno stravolto il bosco, rendendo inagibili alcuni itinerari. Si stringerà il cuore a vedere tutta questa devastazione, opera di una natura inarrestabile e spesso incredibilmente violenta.
La splendida natura della Valle dei Mocheni ci accompagna per tutta la passeggiata
Dopo innumerevoli zig zag tra pini e abeti e esserci fermati più volte a ripender fiato, ecco che la Croce del Laner ci accoglierà, offrendoci un panorama davvero superbo verso le verdi basse vette della Valle dei Mocheni e quelle più alte del Lagorai, ancorate alle altre con una magica continuità.
Recuperate le forze grazie ad una provvidenziale sosta, siamo quindi pronti per affrontare l’ultima parte di percorso, ancora in mezzo alla foresta ma meno fitta della precedente. L’autunno inizia a fare capolino e donare quelle sfumature di colore tanto splendenti: dal rosso all’oro, dal marrone al giallo: stagliandosi contro il cielo azzurro, l’effetto wow è certamente assicurato!
La salita diviene quindi più dolce e, su sentiero sassoso un pochino sconnesso, piano piano ci ricongiungeremo al sentiero 343B. Ormai mancano meno di cinque minuti alla nostra meta.
Rifugio Sette Selle: il calore e l’accoglienza ai piedi del Lagorai
E il Rifugio Sette Selle (m. 2014) si svela a noi appena al di fuori di un delizioso e coloratissimo boschetto!
Ai piedi delle cime del Lagorai, ci appare come una visione, con le sue stupende imposte bianche e azzurre. Già da fuori si capisce quanto sia accogliente, un ristoro di montagna, autentico e vero.
Un bel giardino con tavoli ci consentirebbe, in estate, di prendere anche il sole ma ora, in autunno, certamente preferiamo entrare al calduccio e riscaldarci, in attesa di gustarci un ottimo piatto tipico. Qui troviamo il gestore Lorenzo che ci farà sentire come a casa. È fantastico arrivare, stanchi dopo un’escursione e trovare qualcuno che ti racconta, ti dedica il suo tempo per farti sentire a tuo agio!
Abbiamo così scoperto un sacco di cose sul Rifugio Sette Selle, ossia che è aperto tutto l’anno, anche inverno (tranne novembre): chissà che meraviglia arrivare si qui con le ciaspole! Ma anche che qui si possono incontrare moltissimi animali (camosci, cervi, volpi, lepri e una miriade di uccelli), nonché partire per tante traversate e ascese.
Dopo aver gustato un ottimo pranzo (dai prezzi più che onesti), saremo poi pronti a rientrare a Palù del Fersina. Magari scegliendo il sentiero 343B, provando così una strada alternativa. E certamente fermandosi al delizioso parco giochi poco sotto Frotten: ai bimbi piacerà un sacco!