Dolomiti

Rifugio Puez da Colfosco, coi bambini tra i panorami dell’Alta Badia

L’Alta Badia è una valle che ha moltissimo da offrire a chi desidera scoprirla attraverso le escursioni: oggi, coi nostri bimbi, saliremo da Colfosco al Rifugio Puez, splendido balcone panoramico sull’omonimo lunare altopiano e sulla Vallunga (nella vicina Val Gardena), spingendo la nostra vista sino al Sassolungo, allo Sciliar e all’Alpe di Siusi (ed anche oltre!). Pronti per questa magnifica gita?

  • Località di partenza: Rifugio Col Pradat
  • Parcheggio: Colfosco, alla partenza degli impianti Col Pradat (media grandezza, gratuito)
  • Mezzi utilizzati: zaino portabimbo (passeggino non possibile)
  • Tempo medio: due ore e mezza circa
  • Difficoltà: media
  • Dislivello: 430 metri – Col Pradat m. 2038 – Rifugio Puez m. 2475
  • Tipologia di percorso: dapprima ascesa anche erta sino alla forcella di Somafurcia e poi lieve salita fino al Rifugio Puez. Sentiero classico di montagna

Rifugio Puez: si parte da Col Pradat, sopra Colfosco

Arrivati all’abitato di Colfosco, situato lungo la via per il Passo Gardena, seguiamo le indicazioni per “Col Pradat“; ad un certo punto, la strada si restringerà moltissimo, inerpicandosi tra le belle case del paese: niente paura, proseguiamo impavidi sino a guadagnare il parcheggio degli impianti dove, ben presto, saliremo (l’area di sosta non è molto grande, per cui conviene giungere abbastanza presto, soprattutto in alta stagione).

L’ovovia in pochissimi minuti consente di salire ai 2038 metri del Rifugio Col Pradat, da dove il colpo d’occhio sul Gruppo del Sella è davvero grandioso: sarà difficile abbandonare l’idea di sedersi e passare una giornata al cospetto di tanta bellezza senza fare neanche un po’ di fatica ma…è ora di partire! E la nostra ricompensa sarà la meraviglia che si parerà dinanzi ai nostri occhi una volta giunti a destinazione.

Verso il Rifugio Puez, immersi nel magnifico Parco Naturale Puez Odle

Iniziamo scendendo leggermente per poi subito deviare sul sentiero 4A (scendendo invece, si proseguirebbe per l’Utia Edelweiss e l’Utia Forceles), in questo primo tratto quasi pianeggiante: tagliamo infatti il pendio della montagna per portarci all’imbocco della valle che, chiudendosi, ci condurrà sino a Somafurcia, da cui accederemo all’altopiano del Puez.

Camminiamo senza alcuna fatica ammirando il magnifico panorama offerto dal Gruppo del Sella, sapientemente illuminato dal sole: ci troviamo all’interno del Parco Naturale Puez-Odle, istituito nel 1978 ed ampliato nel 1999, che comprende alcune tra le più belle aree dolomitiche; dopo circa mezz’oretta di cammino, arriveremo ad un capitello (m. 2056), segno che ormai la parte iniziale semi-pianeggiante è terminata, ed ora si comincia a fare sul serio!

Il sentiero cambia rapidamente quindi la sua pendenza, e la fatica si inizia a sentire: ci inoltriamo sempre più tra sfasciumi e sassi, segno di antichi smottamenti; oltrepassata la deviazione per raggiungere la cima del Sassongher (m. 2665), montagna simbolo dell’Alta Badia, scollineremo in una zona pianeggiante (che consente di recuperare un po’ di forze) e, proseguendo, scorgeremo l’area un tempo occupata dal Lech de Ciampei, ormai prosciugato: non è raro incontrare qui animali al pascolo (come pecore e mucche)! Inoltre, oltre alle verdi pendici del solco vallivo, noteremo una curiosa punta far capolino: si tratta del Col dela Sonè (m. 2663), dalla forma quasi vulcanica, che si erge isolato dai vasti altipiani della Gardenacia.

Forcella di Somafurcia: l’erta salita verso il Rifugio Puez è terminata

Di nuovo, terminata questa traversata in falsopiano, il nostro sentiero cambia la sua pendenza e inizia ad inerpicarsi per raggiungere la testata della valle. Sebbene erta, la salita non è mai troppo difficoltosa ed è resa meno impegnativa dai numerosi tornanti: voltandosi, non si potrà fare a meno di ammirare la meraviglia che si apre alle nostre spalle: in fondo, le vette venete di Civetta (m. 3218) e Pelmo (m. 3166), divise visivamente dalla torva mole del Col di Lana (m. 2452) e incorniciate dal verde panettone di Pralongià (m. 2132).

La nostra ascesa continua ripidamente ai piedi del Sass Ciampei (m. 2654) che incombe su di noi. Ancora un ultimo sforzo e alla fine avremo guadagnato la nostra tappa intermedia, ossia la Forcella de Ciampei o Somafurcia (m. 2366), da cui si dipartono numerose vie. Il sentiero 14 conduce verso la Vallunga, splendida laterale della Val Gardena mentre il 2  consente d’arrivare al Rifugio Jimmy transitando dalla Forcella de Crespeina (m. 2528), altra importante via d’accesso all’altopiano del Puez, od ancora il 2A diretto alla cima del Sass Ciampac (m. 2672), anch’esso uno dei simboli dell’Alta Badia.

Da qui dobbiamo voltare verso sinistra proprio sotto ai massi e, poco oltre, salire lungo un ripido canalone (il transito è facilitato da scalini in legno, che lo rendono decisamente fruibile senza fatica). Superato quest’ultimo tratto, meraviglia!, eccoci sull’altopiano del Puez, assolutamente lunare: roccia e ciuffi d’erba si stagliano contro il cielo azzurro e le montagne tutt’intorno ci danno la sensazione di essere proprio al di sopra di tutto.

Sul lunare altopiano del Rifugio Puez

Ci troviamo lungo l’Alta Via n. 2 delle Dolomiti “delle leggende” che collega Bressanone a Feltre, e non è difficile immaginare come mai sia stato scelto questo percorso: la sua bellezza è assolutamente indubbia; questo tratto poi, è anche molto semplice: meno di 100 metri di dislivello ci separano dalla nostra meta, il Rifugio Puez, e non ci sembra nemmeno di salire, tanto è la dolcezza dell’ascesa e lo splendore del panorama.

Pian piano che andiamo avanti, noteremo intorno a noi le cime del Parco Naturale: le estreme propaggini delle Odle e il Piz de Puez (m. 2846) mentre, alle nostre spalle, qualche angolino della Marmolada (m. 3342) e del Gruppo del Sella, ancora nascosto dalle cime del Cir e del Ciampac; sempre proseguendo, ad un certo punto, alla nostra destra, ecco aprirsi in tutta la sua bellezza la Vallunga, che s’incunea sin sotto alle scoscese pareti dell’altopiano: in fondo, ci saluta l’inconfondibile piatta mole dello Sciliar (m. 2564), il Catinaccio più lontano e il Sassolungo (m. 3181)…una vera meraviglia!

Al Rifugio Puez: un paesaggio davvero meraviglioso!

Oltrepassato il crocicchio per la via che conduce a Badia (passando per il Rifugio Gardenaccia) e alla cima del Sassongher (m. 2665), diversa da quella già precedentemente incontrata, ormai ben poco ci separa dalla nostra meta: ancora una piccola salita e, da dietro una curva, ecco spuntare le due casette che tanto abbiamo immaginato…il Rifugio Puez (m. 2475) è ormai conquistato!

Il Rifugio Puez sorge in una splendida posizione sull’omonimo altopiano, ed è base di partenza per numerose traversate: al Rifugio Firenze (m. 2054), a sua volta tappa obbligata per le ascensioni sulle Odle, oppure al Rifugio Stevia (m. 2312), balcone panoramico privilegiato sul Gruppo del Sella. Naturalmente ci piacerebbe poterne provare una, ma sicuramente quando i bimbi saranno più grandi ed autonomi!

Dietro al Rifugio Puez ci sono vasti prati su cui è possibile mettere la propria tovaglietta per un pranzo al sacco, nonché correre e giocare: la parte anteriore è invece assolutamente riservata al panorama! Non è raro anche vedere gli animali pascolare (soprattutto pecore), che terranno compagnia e saranno il maggior punto d’attenzione dei più piccini.

Scendendo dal Rifugio Puez si può deviare per il Rifugio Edelweiss

E al Rifugio Puez si può anche naturalmente gustare qualche piatto tipico della tradizione altoatesina e ladina, nonché una buona bibita fresca: sui bei tavolini all’esterno, mangiare un’ottima salsiccia con vista sulle vette dolomitiche più belle davvero non ha prezzo!

E così, dopo esserci riposati e rifocillati, siamo infine pronti per tornare verso Colfosco percorrendo quindi lo stesso sentiero dell’andata; invece però che rientrare servendoci degli impianti, potremmo invero, subito dopo il capitello (quello incontrato la mattina, alla base della salita), scendere verso il Rifugio Edelweiss (m. 1842) e fermarsi magari per una merenda… Le torte sono davvero fantastiche e il panorama sul Gruppo del Sella davvero impagabile.

Dal Rifugio Edelweiss poi, ancora una ventina di minuti in discesa e si sarà già arrivati al parcheggio degli impianti di Col Pradat: la giornata è terminata, ma la bellezza dei luoghi visti oggi certamente resteranno nel cuore.

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