La Marmolada, il suo ghiacciaio e il lago Fedaia. Oggi li scopriremo camminando da Porta Vescovo al Rifugio Padon lungo il Sentiero Geologico di Arabba, un facile itinerario poco noto ma assolutamente super panoramico. Con la vista più bella sulla Regina delle Dolomiti! Pronti a venire con noi?
- Località di partenza: Rifugio Gorza – Porta Vescovo
- Parcheggio: Arabba, alla partenza della funivia per Porta Vescovo (grande, gratuito)
- Mezzi utilizzati: zaino portabimbo (passeggino da trekking non possibile)
- Tempo medio: un’ora e trenta minuti circa
- Difficoltà: facile – medio
- Dislivello: 50 metri – Rifugio Gorza m. 2478 – Rifugio Padon m. 2407
- Tipologia di percorso: sentiero tendenzialmente in discesa con però alcune brevi erte anche moderatamente pendenti (attenzione: il ritorno sarà in salita)
Porta Vescovo e Rifugio Gorza: uno dei belvedere più spettacolari delle Dolomiti
Dopo aver parcheggiato la nostra autovettura nell’ampia area sosta degli impianti di Arabba, subito saliamo sulla funivia che, in men che non si dica, ci condurrà ai 2478 metri di Porta Vescovo e del Rifugio Gorza. E da qui… Mamma mia! uno spettacolo meraviglioso ci attende.
Già perché Porta Vescovo è una “spaccatura” della brulla e scura catena del Padon e quindi punto panoramico privilegiato su ben due versanti opposti delle Dolomiti. Da una parte infatti possiamo ammirare il Sella, la Val Badia con tutte le sue cime e, in lontananza, pure i monti di Fundres e le Alpi dello Zillertal. Dall’altro lato invece la Marmolada la fa da padrone, regalandoci una visuale talmente pazzesca da sembrare quasi finta.
Da qui partono numerosi sentieri: il 601 Viel del Pan conduce al famosissimo Rifugio Viel dal Pan ma anche a Passo Fedaia (molto ripido, soprattutto nella parte terminale). Dalla parte opposta, si potrebbe rientrare ad Arabba seguendo diversi itinerari, tutti decisamente interessanti e panoramici.
Lungo la via delle marmotte: Il Sentiero Geologico di Arabba
Noi invece ci dirigiamo verso Passo Padon e il suo omonimo rifugio, stando attendi a seguire il sentiero 680, anche noto come Sentiero Geologico di Arabba. Conduce infatti alla medesima destinazione anche il 636 ma con difficoltà ben diversa: affronteremmo infatti la Via Ferrata delle Trincee, spettacolare percorso ma ovviamente riservato ai trekker più esperti e attrezzati.
Il Sentiero Geologico di Arabba è anche famoso perché consente di avvistare moltissime marmotte. Drizziamo quindi le orecchie per captare il caratteristico fischio! Noi ne abbiamo viste davvero molte, complice il fatto che questo è un itinerario relativamente poco frequentato. I brulli pendii pieni di massi erratici sono poi l’ideale habitat di queste deliziose creature.
Verso Passo Padon: inizia a vedersi anche il lago Fedaia
Gambe in spalla quindi!
Il sentiero parte subito pianeggiante sotto alle scure creste del Padon che si contrappongono al verde smeraldino dei prati. Subito abbandoniamo la vista sull’Alta Badia per concentrarci esclusivamente sulla Marmolada, che pare così vicina da poterla toccare. Ai suoi piedi inizia a farsi notare anche una lingua indaco: ecco il lago Fedaia, arcinoto bacino creato nel 1956 grazie alla costruzione della famosa diga.
La via procede dandoci subito testimonianza di quanto si combatté durante la Grande Guerra. Numerosi infatti sono i resti di trincee, così come muri a secco. Impossibile pensare che questi splendidi paesaggi sono stati teatro di battaglie cruente, dove numerosi giovani persero la vita in nome della Patria. Da spiegare anche ai bimbi, per non dimenticare.
Così, camminando senza nessuna fatica, raggiungeremo il punto più vicino al lago Fedaia… Sembrerà quasi di poterlo raggiungere con un tuffo! Da questo sperone roccioso, si potrà notare sia il Rifugio Gorza (nostra partenza) che quasi tutto l’itinerario che ci resta da compiere. Il Rifugio Padon è nascosto, ma ben presto sarà conquistato.
Il Sentiero Geologico di Arabba offre il più bel panorama sulla Marmolada
Il sentiero inizia così a scendere, dapprima in maniera molto ripida (ma per un tratto realmente brevissimo) che poi assai dolcemente. E qui c’è da aguzzare la vista e drizzare le orecchie: le marmotte sono dappertutto, anche vicinissime a noi!
Questo è infatti il pezzetto ove è più facile avvistarle e udirle: il caratteristico fischio infatti ci permetterà di individuarle e, magari, di incontrarle… Sapevate che uno solo indica un pericolo proveniente dall’alto (come un rapace) mentre più fischi ravvicinati uno che s’avvicina dai lati (tipo noi uomini)? Fateci caso!
E, dopo una lunga passeggiata in piano o leggera discesa, dovremo affrontare la salitina finale. Nulla di allarmante, giacché ormai siamo praticamente arrivati: infatti, dopo nemmeno venti minuti, già da lontano potremo scorgere il Rifugio Padon fare capolino.
Rifugio Padon: punto di partenza per numerosissime escursioni con vista sulla Marmolada
Il Rufugio Padon (m. 2407) giace adagiato sulla sella omonima, tra la Mesolina (m. 2642) e cima Padon (m. 2512) con vista pazzesca sulla Marmolada. E, sul suo soleggiato terrazzo, perché non gustare un ottimo piatto tipico? Con questo panorama sarà tutto ancor più buono (e la famiglia De Vallier, che gestisce il ristoro, saprà consigliarvi cosa scegliere, nonché farvi sentire come a casa vostra)!
Da qui sono innumerevoli le vie che è possibile percorrere, tutte strepitose e decisamente poco frequentate. Il sentiero 636 compie una infinita traversata sino ad arrivare a Ronc, frazione di Rocca Pietore (uno dei paesini più pittoreschi della Val Pettorina). A metà circa si boforca dando origine al 635 che, sempre tra panorami d’alta quota, conduce a Malga Laste e alle frazioni più remote di Livinallongo del Col di Lana, ossia Davedino e Sottinghiazza.
Il segnavia 699 invece riporta addirittura ad Arabba, consentendo così di effettuare un percorso circolare, tornando al punto di partenza (gli impianti Porta Vescovo). Una discesa davvero lunghissima ma, se allenati, interessante e spettacolare: si passa da un ambiente d’alta quota all’alpeggio, dal bosco a campi da fienagione… Una meraviglia.
Dopo una immancabile foto al cuore delle Dolomiti con la Marmolada a farla da padrone, saremo infine pronti per rientrare. Porta Vescovo ci attende! Tenendo presente che, essendo stavolta l‘itinerario in salita, dovremo contate un tempo maggiore di quello impiegato all’andata.