Sulle Dolomiti ci sono molti punti panoramici, dai quali è possibile ammirare dei paesaggi talmente belli da rimanere indelebilmente impressi nel proprio cuore… Oggi vi accompagneremo alla scoperta del luogo da dove, a parer nostro, si gode di una delle più belle viste sui Monti Pallidi: il Rifugio Nuvolau, arroccato sulla cima dell’omonima montagna, poco distante dalla nota Cortina d’Ampezzo.
Dopo aver lasciato la nostra autovettura nel parcheggio del Rifugio Fedarè (m. 2000) (qualora non abbiate trovato posto, lungo il ciglio della SS 638 per il Passo Giau) subito imbocchiamo il sentiero 464. Immediatamente si capisce che la nostra meta, il Rifugio Nuvolau, che che ci guarda da in cima alla montagna, si farà conquistare con fatica!
La via, larga e ghiaiosa, procede subito in decisa salita, concedendo poco al ripristino delle forze. Qua e là, sparsi in mezzo ai verdeggianti prati, qualche maso un tempo utilizzato per la fienagione ed ora adibito (dopo una sapiente ristrutturazione), a dimora estiva. Il monte Averau (m. 2659) è il custode del nostro cammino ed incombe sul sentiero come una silente sentinella.
Il panorama tutt’intorno si fa via via sempre più bello ed ampio, e la nostra vista inizia a spaziare sulle più belle cime delle Dolomiti bellunesi (versante della Marmolada). Alcuni tratti meno pendenti si alternano ad altri in cui si viene decisamente messi alla prova: da sotto al monte Nuvolau si inizia a scorgere anche il sentiero 452, proveniente da Passo Giau (m. 2236), che presto si congiungerà col nostro.
E nel momento in cui ciò avviene, il più della strada sarà ormai alle spalle, ma manca il pezzetto più duro: il Rifugio Averau (m. 2413) ci guarda dalla Forcella Nuvolau e ci attende fiducioso.
Dopo alcuni ripidi tornanti (in cui è necessario prestare un po’ di attenzione a causa della ghiaietta) e l’erta finale, eccoci finalmente arrivati alla nostra tappa intermedia, dove già il panorama inizia ad aprirsi anche verso le magnifiche cime delle Dolomiti d’Ampezzo.
Chi desiderasse evitare questo primo faticoso tratto, può anche avvalersi della seggiovia che sin qui arriva proprio dal Rifugio Fedarè e riservare così le forze per la sola ascesa al Rifugio Nuvolau.
Dal Rifugio Averau, ove finalmente siamo arrivati dopo circa un’oretta abbondante di cammino, si potrebbe anche scendere verso il Rifugio Scoiattoli (m. 2255) e le Cinque Torri e dedicarsi così all’esplorazione di quella zona.
O ancora spingersi sino al Passo Falzarego (m. 2109) avvalendosi del segnavia 441. Noi invece ormai siamo decisi ed ci dirigiamo verso il costone roccioso a destra, che dovremo superare tramite scalini scavati nei massi.
Ed è questo l’unico punto d’attenzione di tutto il tracciato 439 che sale al Rifugio Nuvolau: oltrepassatolo infatti, avremo dinanzi a noi una specie di lastrone che dovremo risalire, ma che non sarà mai impegnativo (bisogna tenersi ovviamente lontano dai “bordi” in quanto strapiombante da entrambi i lati).
Il panorama da qui pian piano si apre ancor di più e consente davvero si spaziare quasi a 360 gradi… Addirittura, da lontano, si possono notare anche le bianche Alpi Austriache, tutte ricoperte di neve.
E in circa 30 minuti di salita, ormai il Rifugio Nuvolau (m. 2575) sarà conquistato!
Vista la bellezza del paesaggio e la facilità d’accesso, è sempre molto frequentato e trovare un tavolo libero per mangiare è davvero un’ardua impresa.
A causa poi della sua posizione arroccata sulla cima della montagna, non ha molto spazio libero tutt’intorno, per cui non è possibile (come invece in altri ristori) stendere la propria tovaglietta per fare un bel rilassante pic-nic. Ci si dovrà accontentare di un piccolo spazio magari a ridosso della piattaforma per l’elicottero.
È assolutamente necessario prestare molta attenzione ai più piccoli, dal momento che sono presenti strapiombi lungo i 3 lati (escluso quello del sentiero di salita) e non è possibile lasciarli liberi di spostarsi.
Dopo le opportune raccomandazioni, non resta che godersi il panorama, davvero pazzesco: la Marmolada (m. 3342), il gruppo del Sella col suo Piz Boè (m. 3162), il Civetta (m. 3218), il gruppo delle Pale con riconoscibilissimo il Mulaz (m. 2906), le Odle e, dall’altro versante, le Tofane (con la Tofana di Rozes che si erge maestosa).
E ancora il Lagazuoi, le Cinque Torri, (m. 2752), il Cristallo (m. 3221), il gruppo del Sorapiss e l’Antelao (m. 3264), la Croda da Lago (m. 2538) e i Lastoi de Formin, oltre che il già citato (ed ampiamente ammirato) Averau.
Ci troviamo senz’altro affacciati ad uno dei più bei balconi panoramici di tutte le Dolomiti! Da qui, i più arditi, potranno cimentarsi con la famosa ferrata Ra Gusela (il cui nome deriva dalla vicinissima cima proprio dinanzi a noi), che condurrà direttamente al Passo Giau.
E, dopo un giusto tempo trascorso a “fare il pieno” di tanta bellezza, sarà ormai tempo di tornare verso l’automobile. Tanta meraviglia però rimarrà certamente impressa nel proprio cuore, e anche in quello dei nostri piccini.
Uno dei paesi più comodi per arrivare all’area Cinque Torri / Falzarego / Passo Giau è senza dubbio Cortina D’Ampezzo che, però, d’estate è molto caotica. Allora un’alternativa valida (e con prezzi inferiori) è certamente San Vito di Cadore, a soli 7 minuti di auto.
Noi abbiamo soggiornato allo stupendo Parkhotel Ladinia proprio di San Vito, certamente il top per chi cerca una sistemazione di ottimo livello. Vanta un giardino di circa 5000 metri quadri: una vera oasi di pace e serenità! È situato direttamente sulla ciclabile delle Dolomiti, per cui basterà noleggiare gratuitamente una delle biciclette messe a disposizione e via…
La cucina è uno dei fiori all’occhiello: qui il tripudio di sapori è veramente qualcosa di eccezionale. Il menù varia naturalmente ogni sera e si possono gustare piatti tipici della tradizione locale (per esempio i classici casunziei all’ampezzana) oppure anche portate più internazionali, sempre però con un’occhiata al gusto autoctono.
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