Dolomiti

Escursione al Rifugio Nuvolau, il più antico delle Dolomiti

Sulle Dolomiti ci sono molti punti panoramici, dai quali è possibile ammirare dei paesaggi talmente belli da rimanere indelebilmente impressi nel proprio cuore… Oggi vi accompagneremo alla scoperta del luogo da dove, a parer nostro, si gode di una delle più belle viste sui Monti Pallidi: il Rifugio Nuvolau, arroccato sulla cima dell’omonima montagna, poco distante dalla nota Cortina d’Ampezzo.

  • Località di partenza: Rifugio Fedarè
  • Parcheggio: alla località di partenza (non molto grande, gratuito)
  • Indicazioni parcheggio Google Maps: Rifugio Fedarè
  • Mezzi utilizzati: zaino portabimbo (passeggino non possibile)
  • Tempo medio: due ore circa andata (trenta minuti per la sola ascesa al Rifugio Nuvolau) – un’ora e 45 minuti ritorno
  • Difficoltà: medio – difficile
  • Dislivello: 575 metri – Rifugoio Fedarè m. 2000 – Rifugio Nuvolau m. 2575
  • Tipologia di percorso: larga forestale dal Rifugio Fedarè al Rifugio Averau. Successivamente sentiero classico su roccia

Rifugio Nuvolau da Passo Giau (si parcheggia al Rifugio Fedarè)

Dopo aver lasciato la nostra autovettura nel parcheggio del Rifugio Fedarè (m. 2000) (qualora non abbiate trovato posto, lungo il ciglio della SS 638 per il Passo Giau) subito imbocchiamo il sentiero 464. Immediatamente si capisce che la nostra meta, il Rifugio Nuvolau, che che ci guarda da in cima alla montagna, si farà conquistare con fatica!

Si parte! La via è lunga e abbastanza faticosa
La strada, inizialmente, si fa largo tra i fienili
Il Rifugio Nuvolau è quel puntino in cima alla montagna!

La via, larga e ghiaiosa, procede subito in decisa salita, concedendo poco al ripristino delle forze. Qua e là, sparsi in mezzo ai verdeggianti prati, qualche maso un tempo utilizzato per la fienagione ed ora adibito (dopo una sapiente ristrutturazione), a dimora estiva. Il monte Averau (m. 2659) è il custode del nostro cammino ed incombe sul sentiero come una silente sentinella.

Il panorama tutt’intorno si fa via via sempre più bello ed ampio, e la nostra vista inizia a spaziare sulle più belle cime delle Dolomiti bellunesi (versante della Marmolada). Alcuni tratti meno pendenti si alternano ad altri in cui si viene decisamente messi alla prova: da sotto al monte Nuvolau si inizia a scorgere anche il sentiero 452, proveniente da Passo Giau (m. 2236), che presto si congiungerà col nostro.

Il monte Averau sembra sorvegliarci durante l’ascesa
Il panorama spazia sulle Dolomiti Agordine e si nota il Civetta
Incontriamo il sentiero che arriva diretto da Passo Giau

Per arrivare al Rifugio Nuvolau occorrono oltre due ore. Non si può fare in passeggino

E nel momento in cui ciò avviene, il più della strada sarà ormai alle spalle, ma manca il pezzetto più duro: il Rifugio Averau (m. 2413) ci guarda dalla Forcella Nuvolau e ci attende fiducioso.

Dopo alcuni ripidi tornanti (in cui è necessario prestare un po’ di attenzione a causa della ghiaietta) e l’erta finale, eccoci finalmente arrivati alla nostra tappa intermedia, dove già il panorama inizia ad aprirsi anche verso le magnifiche cime delle Dolomiti d’Ampezzo.

Ci si alza sempre più di quota e entriamo in un magico mondo lunare
Il Rifugio Nuvolau pare sempre più vicino
Ecco lì la nostra prima tappa, il Rifugio Averau

Tappa intermedia per il Rifugio Nuvolau è il Rifugio Averau, che si raggiunge in un’ora e mezza su forestale. La difficoltà è contenuta

Chi desiderasse evitare questo primo faticoso tratto, può anche avvalersi della seggiovia che sin qui arriva proprio dal Rifugio Fedarè e riservare così le forze per la sola ascesa al Rifugio Nuvolau.

Eccoci finalmente arrivati al Rifugio Averau
Da qui parte l’impegnativa ferrata al monte Averau

Dal Rifugio Averau, ove finalmente siamo arrivati dopo circa un’oretta abbondante di cammino, si potrebbe anche scendere verso il Rifugio Scoiattoli (m. 2255) e le Cinque Torri e dedicarsi così all’esplorazione di quella zona.

O ancora spingersi sino al Passo Falzarego (m. 2109) avvalendosi del segnavia 441. Noi invece ormai siamo decisi ed ci dirigiamo verso il costone roccioso a destra, che dovremo superare tramite scalini scavati nei massi.

Volendo, si potrebbe scendere al Rifugio Scoiattoli e alle Cinque Torri
Al Rifugio Averau si arriva anche in seggiovia da Fedarè

Il sentiero per il Rifugio Nuvolau si svolge tutto su roccia. Dal Rifugio Averau ci vogliono 40 minuti

Ed è questo l’unico punto d’attenzione di tutto il tracciato 439 che sale al Rifugio Nuvolau: oltrepassatolo infatti, avremo dinanzi a noi una specie di lastrone che dovremo risalire, ma che non sarà mai impegnativo (bisogna tenersi ovviamente lontano dai “bordi” in quanto strapiombante da entrambi i lati).

Il sentiero ora procede su roccia
La vista sulle Dolomiti d’Ampezzo è favolosa

Il panorama da qui pian piano si apre ancor di più e consente davvero si spaziare quasi a 360 gradi… Addirittura, da lontano, si possono notare anche le bianche Alpi Austriache, tutte ricoperte di neve.

E in circa 30 minuti di salita, ormai il Rifugio Nuvolau (m. 2575) sarà conquistato!
Vista la bellezza del paesaggio e la facilità d’accesso, è sempre molto frequentato e trovare un tavolo libero per mangiare è davvero un’ardua impresa.

Ed eccoci: in circa 4o minuti dall’Averau, siamo finalmente arrivati

Il Rifugio Nuvolau è il più antico delle Dolomiti e offre una vista a 360 gradi

A causa poi della sua posizione arroccata sulla cima della montagna, non ha molto spazio libero tutt’intorno, per cui non è possibile (come invece in altri ristori) stendere la propria tovaglietta per fare un bel rilassante pic-nic. Ci si dovrà accontentare di un piccolo spazio magari a ridosso della piattaforma per l’elicottero.

La vista, dal Rifugio Nuvolau, è tra le più belle delle Dolomiti
La vista si spinge sino al Sorapiss e al Cristallo

È assolutamente necessario prestare molta attenzione ai più piccoli, dal momento che sono presenti strapiombi lungo i 3 lati (escluso quello del sentiero di salita) e non è possibile lasciarli liberi di spostarsi.

Dopo le opportune raccomandazioni, non resta che godersi il panorama, davvero pazzesco: la Marmolada (m. 3342), il gruppo del Sella col suo Piz Boè (m. 3162), il Civetta (m. 3218), il gruppo delle Pale con riconoscibilissimo il Mulaz (m. 2906), le Odle e, dall’altro versante, le Tofane (con la Tofana di Rozes che si erge maestosa).

Il Rifugio Nuvolau è stato edificato nel 1883 ed è il più antico delle Dolomiti

Al Rifugio Nuvolau si può anche dormire. In spartane camerate

E ancora il Lagazuoi, le Cinque Torri, (m. 2752), il Cristallo (m. 3221), il gruppo del Sorapiss e l’Antelao (m. 3264), la Croda da Lago (m. 2538) e i Lastoi de Formin, oltre che il già citato (ed ampiamente ammirato) Averau.

Il Rifugio Nuvolau è molto spartano. Ma anche molto frequentato, in estate

Ci troviamo senz’altro affacciati ad uno dei più bei balconi panoramici di tutte le Dolomiti! Da qui, i più arditi, potranno cimentarsi con la famosa ferrata Ra Gusela (il cui nome deriva dalla vicinissima cima proprio dinanzi a noi), che condurrà direttamente al Passo Giau.

E, dopo un giusto tempo trascorso a “fare il pieno” di tanta bellezza, sarà ormai tempo di tornare verso l’automobile. Tanta meraviglia però rimarrà certamente impressa nel proprio cuore, e anche in quello dei nostri piccini.

Dal Nuvolau si scende diretti a Passo Giau con la ferrata Ra Gusela

Rifugio Nuvolau e Rifugio Averau: orari di apertura e informazioni utili

Itinerario per Rifugio Nuvolau – Geoflyer Europe 3D Maps

Dove dormire a San Vito di Cadore per l’escursione al Rifugio Nuvolau

Uno dei paesi più comodi per arrivare all’area Cinque Torri / Falzarego / Passo Giau è senza dubbio Cortina D’Ampezzo che, però, d’estate è molto caotica. Allora un’alternativa valida (e con prezzi inferiori) è certamente San Vito di Cadore, a soli 7 minuti di auto.

Noi abbiamo soggiornato allo stupendo Parkhotel Ladinia proprio di San Vito, certamente il top per chi cerca una sistemazione di ottimo livello. Vanta un giardino di circa 5000 metri quadri: una vera oasi di pace e serenità! È situato direttamente sulla ciclabile delle Dolomiti, per cui basterà noleggiare gratuitamente una delle biciclette messe a disposizione e via…

La cucina è uno dei fiori all’occhiello: qui il tripudio di sapori è veramente qualcosa di eccezionale. Il menù varia naturalmente ogni sera e si possono gustare piatti tipici della tradizione locale (per esempio i classici casunziei all’ampezzana) oppure anche portate più internazionali, sempre però con un’occhiata al gusto autoctono.

Per saperne di più: leggi prezzi e servizi

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