L‘Alta Badia è uno dei luoghi più belli delle Dolomiti dell’Alto Adige. Non esiste punto ove guardare che non sia riempito da una splendida cima, da un paesaggio mozzafiato oppure da uno scorcio indimenticabile. E se d’estate è tra i territori che offre il numero maggiormente alto di escursioni e passeggiate, in inverno non è da meno. Chilometri di sentieri battuti e non, tutti immersi in una natura rigogliosa e magnifica: oggi raggiungeremo il Rifugio La Crusc partendo dal parcheggio di Furnacia, passando per i celeberrimi prati dell’Armentara. Un paesaggio che vi resterà scolpito nel cuore!
Dopo aver parcheggiato la nostra autovettura nell’area sosta gratuita sopra l’abitato di Furnacia (frazione di La Val, presenza di indicazioni), infiliamo rapidamente le nostre ciaspole e partiamo! Il tracciato, largo e battuto (in caso di nevicate assenti percorribile anche solo con gli scarponi) parte in lieve salita, nel primissimo tratto non regalandoci nessun panorama se non alberi a perdita d’occhio.
Ben presto però pini e abeti lasceranno l spazio ad un paesaggio davvero magnifico. Il Sass de Putia si erge, piramidale, in tutta la sua bellezza mentre l’Altopiano della Gardenaccia inizia a intravedersi, con in mezzo le ultime propaggini delle Odle… In fondo, dietro di noi, ecco che ci saluta Plan de Corones e, oltre, le vette di Fundres che sconfinano in territorio austriaco.
Questa prima parte di escursione già ci fa capire la bellezza del paesaggio che ammireremo: non a caso, dopo pochissimo, il Sass Dla Crusc inizierà a fare capolino, per poi non abbandonarci praticamente più. E, non appena il Sass Dla Crusc sarà nel nostro campo visivo, significherà che abbiamo quasi conquistato i prati dell’Armentara, una delle meraviglie della Val Badia.
Oltrepassato il bivio per il Ranch da Andrè (cui potremmo pervenire in una decina di minuti), la bellezza del panorama soggiogherà: che spettacolo! Bianco, bianco e ancora bianco che si staglia contro il cielo blu. Un quadro perfetto che sembra uscito dalla sapiente mano d’un pittore.
In primavera la fioritura qui è davvero una fiaba: mille colori puntellano verdissimi prati e le montagne tutt’intorno non fanno che acuire quel senso di meraviglia che si impadronisce di chiunque qui arrivi. Ma in inverno, seppur il numero di colori sia ridotto, non manca di incantare: masi costellano il candido paesaggio e il Sass Dla Crusc chiude l’orizzonte con maestosità e autorevolezza.
Pian piano il Sass de Putia ci saluta, lasciando che lo sguardo si posi sulle bianche vette del Parco Naturale Fanes – Sennes – Braies. Anche la pendenza si addolcisce, divenendo impercettibile: tutto concorre a creare un momento perfetto, che non potremo che portare indelebilmente impresso nel nostro cuore.
Dopo aver allietato l’anima di fronte a cotanta bellezza e camminato senza nemmeno fare un pizzico di fatica, arriveremo alla base della salita, quella che ci consentirà di superare i circa 200 metri di dislivello che ci separano dalla nostra meta, il Rifugio la Crusc. E così, iniziamo!
Subito dopo il bivio per Spescia (che ignoriamo proseguendo dritto), la strada inizia a prender quota, immettendosi tra gli alberi, i cui rami sopportano il peso della neve, incurvandosi. L’ascesa, pur più impegnativa di quella affrontata sinora, non è mai troppo faticosa e comunque mitigata dagli scorci paradisiaci che ci verranno proposti.
Tra le frasche infatti filtra i caldo sole che riscalda la fredda atmosfera invernale e che illumina la parte di valle che ancora ci è celata. Ma non passerà poi molto che il Sassongher e il Sella si mostreranno, assieme al redivivo Sass de Putia e alla Gardenaccia, che ora sarà nostra compagna sino alla fine della ciaspolata.
Mano a mano che passeggiamo, la vegetazione diverrà sempre più fitta fino a quasi non permetterci più di ammirare le montagne. Ma passerà poco che, idealmente, ci sposteremo dall’altra parte dell’altura sulla quale stiamo salendo. E ce ne accorgeremo giacché un bivio ci propone due strade: una verso il punto panoramico, l’altra invece tradizionale.
La scelta è dell’escursionista (tanto si ricongiungeranno poco oltre) ma il consiglio è di fare un pochettino più di fatica per arrivare ad ammirare lo spettacolare paesaggio. Lasciate alle spalle due casette, in breve la via ci condurrà al belvedere, dal quale la vista potrà spaziare a 180 gradi sulla magnifica Val Badia e oltre, sino alle cime austriache.
Una veloce discesa ci permetterà di arrivare al crocifisso, dal quale ormai la nostra meta (il Rifugio La Crusc) già si può scorgere. Non manca molto: meno di 20 minuti e saremo finalmente arrivati!
Anche se, ovviamente, vista la bellezza del paesaggio, il tempo aumenterà perché sarà impossibile non fermarsi a scattare foto o anche solo ad assaporare un quadro che vorremmo portarci a casa impresso nella memoria. Il Sass dla Crusc ora incombe proprio sopra di noi, magnifico nella sua grandiosità e foriero di cartoline davvero indimenticabili.
Ed eccoci quindi: siamo giunti!
Una brevissima salita ci consente di guadagnare la tanto agognata meta e di poterci riposare ma non prima di aver passeggiato in lungo e in largo per trovare l’angolo da ricordare, lo scorcio da portare nel cuore.
Siamo in uno dei luoghi più belli dell’Alta Badia, uno dei più poetici e leggendari. Si racconta infatti che la chiesetta sia stata edificata dal conte Volkhold di ritorno dalla Terrasanta, desideroso di ritirarsi in preghiera tra le montagne durante i suoi ultimi anni di vita. La storia documentata invece ci dice che fu consacrata il 18 maggio 1484 ad opera del vescovo Konrad di Bressanone e divenne nei secoli un punto di riferimento per molti pellegrini.
Sconsacrata poi nel XVII secolo e utilizzata come stalla, fu nuovamente aperta al pubblico quando, nel 1839, fu portata con grande dispiegamento di mezzi, l’effigie di Cristo. Dopo una ristrutturazione negli anni ’80, qui tutt’oggi si celebrano le Messe, solitamente molto frequentate.
Qui arriva anche la seggiovia che sale da Badia (con passaggio dai Rifugi Nagler e Lee, ove in estate si trova anche il Summer Park La Crusc), rendendo il Rifugio La Crusc frequentato anche dagli sciatori o semplicemente da coloro che desiderano visitare questo luogo così famoso e speciale.
Dopo un gustoso pranzo (e il dolce! Qui si possono assaggiare i kaiserschmarren più buoni della Val Badia: provare per credere) saremo pronti per rientrare a Furnacia. Ma lo spettacolo cui avremo assistito durerà ben oltre la conclusione della giornata.