Oggi vi portiamo a fare una vera escursione per raggiungere una meta in quota, proprio davanti alle pareti del monte Montasio. Ci troviamo nella splendida Val Saisera, una laterale della Val Canale, nel territorio di Malborghetto – Valbruna, in Friuli: un tempo pare ci fosse un lago (Saisera in sloveno infatti significa “dietro il lago”), di cui però non resta più alcuna traccia (pare a causa di un terremoto). Vero o falso che sia, il luogo è magnifico. Vi va di scoprirlo con noi?
Escursione invernale: consultare sempre l’Ufficio Turistico per verificare le condizioni del manto nevoso, la fattibilità del percorso e l’equipaggiamento da utilizzare
Per effettuare l’escursione al Rifugio Grego raggiungeremo innanzitutto la località di Valbruna, nel Tarvisiano.
Da poco è stata completata l’ampia strada che permette di arrivare in sicurezza e con facilità al rifugio Fratelli Grego, salendo di quasi 400 metri di dislivello. Nel nostro gruppo oggi ci sono piccoli camminatori dai 5 anni in su e la camminata pare essere proprio alla loro portata.
Durante la nostra gita incontriamo anche genitori con le spalle larghe e voglia di camminare portando i loro bimbi in zaino, per far ammirare le vette più belle. Anche gli amici a quattro zampe sarebbero entusiasti di accompagnarci lungo questo percorso!
Facciamo l’escursione in un’annata in cui ha nevicato tantissimo e l’ultima spolverata si è appoggiata al suolo proprio il giorno del nostri trekking. Che regalo! Arrivati a Valbruna, proseguiamo in macchina ancora per 10 minuti verso la Val Saisera e Malga Saisera, fino al fondovalle dove termina la strada.
Il nostro sentiero inizia dalla cappella Florit, al parcheggio P4. A sinistra del luogo santo imbocchiamo la strada, che inizia a salire in modo regolare, con ampi tornanti. Tralasciamo le indicazioni per un sentierino sulla destra, poiché si riferiscono a un percorso estivo molto ripido (la via “diretta” al rifugio).
Previdenti, ci portiamo un piccolo bob che potrà esserci utile nei momenti di stanchezza e per il rientro. Sappiamo che il rifugio in inverno è chiuso, dunque nei nostri zaini ci sono acqua e cibarie a volontà. Camminiamo con tre bambini e nei nostri zainetti un cappellino in più, un paio di calze o un paio di guanti di ricambio non guastano mai (i giochi nella neve sono infiniti… Lo sappiamo).
La strada è larga e la salita regolare lungo tutto il percorso. Non abbiamo bisogno di ciaspole o ramponi, ma prima di programmare la gita è sempre bene verificare lo stato della neve contattando il gestore (tel. 0428 – 60.111 – 349 – 199.78.76) o l’infopoint di Tarvisio (tel. 0428 – 21.35 oppure info.tarvisio@promoturismo.fvg.it).
Continuiamo a camminare tra il rumore dei nostri passi sulla neve e le voci vivaci. A volte ci fermiamo per godere anche del silenzio e dei suoni di questa natura incontaminata. Quest’anno la neve è caduta copiosa anche nel bosco, che diventa così un manto luminoso, che dona agli alberi spogli un incredibile splendore.
Dopo qualche tornante notiamo un cartello con l’indicazione di 30 minuti al rifugio: si tratta in realtà del sentiero 611 estivo diretto e più difficile. Noi proseguiamo a sinistra sulla nostra strada tranquilla, anche se un po’ più lunga. Chi va piano va sano e lontano, non siete d’accordo? La salita continua e ci avviciniamo sempre di più alla maestosità dello Jôf di Montasio.
La salita serpeggia ancora e dopo un’ora e mezza circa e circa 4 chilometri di piacevoli passi nella neve, chiacchiere, pause silenziose e foto, arriviamo alla nostra meta, il Rifugio Fratelli Grego (m. 1389).
Incontriamo altre persone che come noi hanno scelto questo itinerario perammirare l’anfiteatro montuoso più da vicino: il Grande Nabois (m. 2313), lo Jôf Fuârt (m. 2666) e lo Jôf di Montasio (m. 2754) da una nuova angolazione. In lontananza a sinistra si intravedono anche la Cima Cacciatori (m. 1780) e il paesino del Monte Lussari (m. 1790), che sarà una delle nostre prossime mete.
Dietro di noi invece lo Jôf di Somdogna e lo Jôf di Miezegnot. Ma cosa significa il termine “Jôf”? In friulano significa “cima, vetta”, ecco perché qui lo sentirete così spesso. Ci riposiamo sulle panchine e pranziamo con gli ottimi formaggi della zona, acquistati al caseificio nel vicino paese di Ugovizza (si trova sulla strada statale, via Pontebbana 24, tel. 0428 – 64.942).
Felici, riposati e appagati, ci incamminiamo sulla via del ritorno. È piacevole e veloce ripercorrere la nostra strada, anche utilizzando il bob (stando sempre attenti ai pendii laterali). Il rientro è più veloce dell’andata: ci si impiega circa un’oretta. Una vera escursione invernale, che soddisfazione!, ma da rivedere certamente anche in estate.