Le Dolomiti intorno a Cortina d’Ampezzo sono davvero meravigliose: le Tofane, il Sorapiss, il Cristallo, il Pomagagnon, l’Antelao… Riempiono davvero il cuore dell’escursionista! Con i nostri bimbi, oggi noi saliremo da Rio Gere – Passo Tre Croci sino al Rifugio Tondi passando per il Rifugio Faloria, ammirando panorami unici che resteranno sempre scolpiti nel cuore.
Dopo aver lasciato la nostra autovettura alla grandissima area di sosta in località Rio Gere (salendo da Cortina d’Ampezzo verso Passo Tre Croci), subito ci portiamo in prossimità della seggiovia Tondi: subito a fianco infatti parte la larga mulattiera 212 che, in circa due orette abbondanti, ci condurrà sino al Rifugio Faloria.
In questo primo tratto la via è veramente molto dolce e, in pochissimo, raggiungeremo la stazione di monte della seggiovia poc’anzi lasciata a Rio Gere: ci troviamo al Pian De Ra Begontina (m. 1750) ed infatti i metri di dislivello percorsi sono solo cinquanta: ci manca parecchio prima di giungere a destinazione! Iniziano ad intravedersi quelle meravigliose cime ampezzane che ci accompagneranno per tutta la giornata: il Cristallo (m.3221) già incombe in tutta la sua maestosità ma presto anche altre vette si ritaglieranno un ruolo importante. Da qui poi si stacca inoltre il Sentiero Naturalistico Dolomieu che corre quasi parallelo alla carrareccia, più panoramico certamente, ma più erto: noi abbiamo optato per rimanere sulla bianca forestale e regalarci un percorso leggermente meno impegnativo.
La strada inizia a salire cambiando pendenza; se prima non abbiamo fatto fatica alcuna ora, in alcuni punti, il respiro si farà più corto (senza però metterci in crisi): stiamo ricalcando infatti la pista da sci invernale che scende dal Faloria ed è quindi normale aver di fronte un tracciato decisa. Non faremo però in tempo a pensare di gettare la spugna: i bei pini e abeti concedono qua e là una deliziosa frescura ed il paesaggio, che via via si apre sempre più, ci spronerà alla conquista della meta, promettendoci viste ancor più magnifiche.
Dopo poco la strada affronterà dei tornanti che permetteranno di guadagnare rapidamente quota, portando il nostro sguardo a scorgere anche le vette della conca ampezzana, come le Tofane (m. 3225); il nostro passo si farà lento, dal momento che il sentiero non concede grandi momenti di tregua. Entrando ed uscendo dalla fresca ombra ed allietati dal panorama, pian piano si continua ad ascendere sino a guadagnare il grazioso pianoro di Jirilada (m. 2010) ove si notano gli impianti di risalita che però, in questa stagione, non sono funzionanti.
Mancano ormai circa 100 metri di dislivello al Rifugio Faloria ma purtroppo non si può dire che saranno i più semplici: la larga forestale infatti ricalca sempre parte delle piste da sci invernali e quindi risulta sempre abbastanza ripido; da lontano, ecco comparire sulla cima della montagna anche la nostra meta finale, il Rifugio Tondi, che dall’alto della sua posizione, d’ora in poi sembrerà quasi controllarci.
Ancora un piccolo sforzo e…finalmente la nostra prima tappa intermedia sarà conquistata!
Proprio al limitare degli alberi, in posizione panoramicissima, sorge il Rifugio Faloria (m. 2123), stazione d’arrivo dell’omonima funivia che sale direttamente da Cortina d’Ampezzo e sulla quale offre una vista davvero impagabile: tutte le vette dolomitiche più famose qui fanno bella mostra di sé, partendo dal Pomagagnon (m. 2450) e continuando, in senso antiorario, con la Croda Rossa (m. 2859) e la Croda del Becco (m. 2810), con tutte e tre le Tofane, la Croda Da Lago (m. 2701) e il Pelmo (m. 3168). Un anfiteatro naturale di bellezza davvero quasi incredibile.
Ma, nonostante lo sforzo per arrivare sin qui sia stato notevole, ormai non ci vogliamo negare la soddisfazione di arrivare sin lassù ove svetta il Rifugio Tondi: sappiamo che ci vorranno circa 40 minuti per raggiungerlo e la strada sarà molto impegnativa, ma il panorama che si ammirerà…beh, ripagherà d’ogni fatica.
Quindi, gambe in spalla e via sul sentiero 223; tutt’intorno a noi ormai è montagna: da lontano, s’iniziano ad intravedere anche le Tre Cime di Lavaredo (diverse dalla classica prospettiva altoatesina) ed il Cristallo svetta in tutta la sua maestosa grandezza; il sentiero sale inizialmente ripido (nessun albero vi fornirà la gradita frescura che tanto ci ha deliziato sino al Rifugio Faloria) per poi lasciare un po’ di respiro nella sua parte centrale; ci troviamo anche qui nel bel mezzo del comprensorio sciistico di Cortina d’Ampezzo e, com’è normale, le pendenze non sono particolarmente dolci.
Ma quello che avete percorso sinora non sarà nulla in confronto alla salita finale! L’ultima erta (certamente anche per il lungo percorso in qui battuto) è certamente impegnativa, ma per fortuna abbastanza breve: ormai la meta è a portata quasi di mano e, con un ultimo sforzo, sarà finalmente conquistata.
Il Rifugio Tondi (m. 2327) è certamente uno dei più panoramici delle Dolomiti bellunesi e offre una meravigliosa vista quasi a 360 gradi; basterà salire ancora qualche decina di metri e portarsi in cima al Monte Ciasa Dio (m. 2362) per lasciarsi stupire dalle cattedrali rocciose che tutt’intorno si ergono: oltre alle cime già ammirate al Rifugio Faloria, potremo spingere il nostro sguardo, semplicemente girando la testa, sino alle Tre Cime di Lavaredo e alle Marmarole, mentre il Sorapiss invece è incombente proprio a due passi da noi e ci incute quasi timore con la sua immensa mole…da qui potremmo avventurarci addirittura verso il notissimo Lago Sorapis, turchese specchio d’acqua, continuando lungo il sentiero 223, ma è certamente una via riservata agli esperti e non a noi che siamo fin qui giunti e che ora dobbiamo goderci un meritato riposo.
E meritato riposo quindi sia!
Sulla panoramica terrazza del Rifugio Tondi potremo senz’altro sorseggiare una buona fresca bevanda unita ad un ottimo piatto tipico; volendo invece fare un bel picnic, l’ideale sarebbe invero ritornare al Rifugio Faloria, che vanta certamente molti più prati e ampi spazi per far giocare i bimbi (qui assenti). Da qui però, qualora voleste tornare verso Rio Gere seguendo una via alternativa, si potrebbe optare per la discesa lungo il sentiero 213 che in direzione Passo Tre Croci: a Cianpo Marzo una carrareccia di collegamento non numerata raccorda con il sentiero 212 dell’andata (non abbiamo provato questa variante, per cui non sapremmo dare indicazioni sulla sua percorribilità e fruibilità).
Senza dubbio stanchi ma certamente soddisfatti oltre ogni misura, possiamo concederci un buon pasto e un gradito relax prima di mettersi sulla via del ritorno che, molto meno faticosa, ci consentirà di riempirci cuore e ania di questi meravigliosi paesaggi.
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