Oggi andiamo alla scoperta, con zaino portabimbo, di uno dei rifugi più famosi delle Dolomiti bellunesi: il Sonino al Coldai (m. 2132), punto di partenza per la scoperta di una delle montagne più amate dagli scalatori di tutto il mondo, il Civetta, e ci regaleremo anche una bellissima sosta sulle sponde del pittoresco omonimo laghetto.
Parcheggiata la nostra macchina in uno degli ampi sterrati vicino alla partenza degli impianti di Alleghe, si prende subito l’ovovia che ci porta ai 1462 metri dei Piani di Pezzè (raggiungibili comunque anche in auto, ma le possibilità di sosta – a pagamento – sono comunque inferiori a quelle offerte in paese), e subito dopo la modernissima seggiovia che arriva sino a Col dei Baldi (m. 1920), punto di partenza della nostra escursione.
Qui il panorama è veramente stupendo, e merita una sosta: la Marmolada offre uno dei suoi profili meno noti, mentre le vette che incorniciano la vicinissima Val Fiorentina sono così nitide che paiono disegnate, e la vista si può spingere sino alle cime del Giau e a quelle ampezzane.
Da qui, il nostro itinerario inizia in modo molto soft e, se vogliamo, in maniera un po’ casuale, dal momento che non ci sono cartelli che indicano la via da seguire… Ci si dirige comunque più o meno a ore due, seguendo una larghissima mulattiera (pista da sci, in inverno) in dolce declivio, fino ad arrivare a Casera Pioda (m. 1816), dove si può anche fare una piccola sosta.
Fin qui si può arrivare anche in passeggino e, se l’intento è solo fare proprio due passi in alta quota tra magnifici panorami, allora non avrete bisogno d’altro. Se però, come consiglio, l’idea è quella di raggiungere la meta che ci siamo prefissati, allora lo zaino è indispensabile perché senza non si può proseguire oltre.
E da qui il sentiero, seppur ampio ed in parte lastricato, inizia a salire abbastanza indiscutibilmente, portandosi in quota con ampi tornanti, anche se diverse scorciatoie consentono di tagliare le curve (ma, con un bimbo sulle spalle, sempre meglio non abbandonare mai la strada principale). Il Pelmo, gigante delle Dolomiti della Val di Zoldo, che prima avevamo iniziato ad intravedere, ora si erge sempre più maestoso, catalizzando la nostra attenzione.
Dopo aver percorso tutta la “parete”, una selletta da superare indica che ci si sta per addentrare nell’ultima parte di tracciato, stavolta più impegnativo, dal momento che della ghiaietta rende il fondo un po’insidioso. Dopo circa venti minuti però, il Rifugio Coldai (m. 2132) ormai è lì che ci guarda: ancora un piccolissimo sforzo, e saremo arrivati!
Qui ci si può ovviamente ristorare e riposare, ma non è il luogo ideale ove far scorrazzare bimbi piccoli, dal momento che ci sono alcuni punti dove la nostra attenzione, seppur massima, potrebbe non bastare. Meglio proseguire ancora un pochino, per poi regalarsi il vero e proprio relax.
Si sale dunque ancora, seguendo le indicazioni verso forcella Coldai (m. 2191), che si guadagna in una ventina di minuti. Una volta però arrivati sulla sua sommità… Meraviglia! Il pittoresco lago Coldai è proprio lì che ci aspetta e non dobbiamo fare altro che scendere per toccare le sue acque color smeraldo.
Si sa che i bambini sono sempre attratti dall’acqua e qui, sulle rive del lago Coldai, li possiamo lasciare liberi di pucciare i loro piedini (chiaramente sempre prestando l’attenzione dovuta), e di giocare sui prati circostanti. Si potrà anche consumare il pranzo al sacco: è assolutamente pieno di famiglie che effettuano qui il loro bel pic-nic.
Da qui si diparte uno dei sentieri più famosi di tutte le Dolomiti, ossia quello che attraversa tutta la val Civetta, passando per il Rifugio Tissi (con deviazione) e il Rifugio Vazzoler, raggiungendo l’abitato agordino di Listolade. Molti km di strada, in un ambiente incontaminato: certamente un’escursione da provare, almeno una volta nella vita, ma con bambini ormai cresciuti (almeno otto/dieci anni).
Dopo giochi e relax, ormai è il momento di tornare indietro, seguendo la stessa via dell’andata. Una menzione particolare va certamente all’Alta via degli Alleghesi, che si nota sulla destra in prossimità del Rifugio Coldai: una via attrezzata (riservata agli alpinisti esperti), che condurrà al Rifugio Torrani (m. 2984) e alla cima del Civetta stesso.