Oggi andremo alla scoperta di uno dei luoghi più incantevoli delle Dolomiti d’Ampezzo: raggiungeremo infatti il Rifugio Croda da Lago G. Palmieri ai piedi dell’omonima cima e situato sulle sponde del lago Federa, con vista stupenda sul Beco di Mezdì, che chiude l’orizzonte. Pronti per accompagnarci in questo itinerario?
Dopo aver parcheggiato la nostra autovettura lungo la SP 638 del Passo Giau (che collega Selva di Cadore a Cortina d’Ampezzo) in prossimità del ponte di Ru Curto, immediatamente guadagniamo il sentiero 437 che ci fa inoltrare nel fitto bosco, attraversando i graziosi ponticelli che sovrastano diversi torrenti gorgoglianti, regalandoci subito l’impressione di un paesaggio davvero bucolico.
La via procede più o meno in piano, con qualche saliscendi, per circa trenta minuti, donando qua e là qualche bello scorcio sull’antistante Tofana di Rozes. All’improvviso, eccoci ad un ponticello in legno aggrappato alla roccia, che ci consente di superare senza neanche rendercene conto un tratto che, precedentemente, doveva essere un po’ esposto. Successivamente, con un breve zig-zag, la mulattiera prende rapidamente quota, correndo di fianco ad un canyon naturale scavato dal Ru Formin, che scorre proprio diversi metri più in basso.
E dopo aver oltrepassato l’ultimo ponticello, la strada comincia decisamente a salire, impennandosi: lasciati alle spalle il bivio per la Forcella de Formin (m. 2462) lungo il segnavia 435 e quello per Pezie de Parù (n. 434) e i Cason de Formin, il sentiero, disegnato a zig-zag, consente di guadagnare quota molto velocemente (e altrettanto faticosamente per le nostre gambe), risalendo il versante boschivo accanto a cima Ciadines (m. 2222), estrema propaggine del Gruppo della Croda da Lago (m. 2704).
Pian piano, durante l’assai erta ascesa, iniziano a far capolino le notissime cime dolomitiche circostanti, come le Cinque Torri (m. 2361), il Lagazuoi (m. 2752) e l’Averau (m. 2649); ecco che, quasi improvvisamente, il sentiero giunge ad un belvedere (m. 2048), da cui si domina praticamente tutta la conca ampezzana: le Tofane (m. 3225), il Cristallo (m. 3221), il Sorapiss (m. 3205), l’Antelao (m. 3264)… Una meraviglia davvero incredibile, cui è necessario dedicare il giusto tempo (e un buon numero di fotografie) prima di procedere con l’ultimo pezzetto. Ma ormai il peggio è alle spalle.
Rinfrancati dalla scorpacciata paesaggistica, i restanti 50 metri di dislivello saranno una passeggiata di salute e, in breve, il sentiero inizierà lievemente a scendere. Ormai la vista sulle cime del Falzarego è alle spalle, rimpiazzata da quelle intorno alla famosa Cortina d’Ampezzo, che fanno capolino da dietro ai rami degli alberi: siamo nella Val Negra e, dopo circa altri 20 minuti di camminata, ormai riusciremo ad intravedere le sponde del lago Federa, gioendo per la meta raggiunta!
Altri cinque minuti di strada e il Rifugio Croda da Lago G. Palmieri (m. 2046) è conquistato!
La nostra vista sarà appagata da uno splendido panorama: in fondo, il Beco di Mezdì (m. 2603) si staglia contro il cielo azzurro, rendendo i pascoli alle sue pendici ancora più verdi; alla nostra destra, ecco scendere il sentiero 434 dalla Forcella Ambrizzola (m. 2277), mentre alla nostra sinistra sale il 432 dalla Malga Federa (m. 1816) e da Cortina (battuto anche dalle jeep che effettuano il servizio navetta dalla città ampezzana).
Qui c’è moltissimo spazio per mettere sul prato la nostra tovaglietta e fare un bel pic-nic; i bimbi potranno divertirsi correndo e giocando, oppure tirando i sassi nel lago (passatempo sempre molto gettonato); per pranzare al rifugio serve senz’altro la prenotazione dal momento che, proprio grazie al servizio navetta, è sempre assai frequentato.
Il Rifugio Croda da Lago è una meta raggiungibile sia dalla sommità del Passo Giau (m. 2236) tramite il sentiero 436, molto panoramico, che consente anche una deviazione alla scoperta della sepoltura mesolitica del famoso uomo di Mondeval, sia servendosi del 435 (incontrato durante l’ascesa), compiendo la “circumnavigazione” proprio della Croda da Lago (m. 2704): entrambi giungono dalla già citata Forcella Ambrizzola, regalando un fantastico colpo d’occhio sul lago.
E, dopo essersi ristorati a dovere, ormai sarà tempo di guadagnare la via di casa: il sentiero sarà il medesimo dell’andata, ma il tempo per percorrerlo decisamente inferiore, dal momento che si tratterà solo di discesa.
L’immagine di copertina è del carissimo amico Moreno Geremetta, www.morenogeremetta.it