Ormai vi abbiamo raccontato l’Alta Badia in tantissimi post… Estate, inverno, primavera: ma non possiamo farci nulla, è talmente bella! E super adatta alle famiglie con i bambini: anche in veste bianca infatti, sono molteplici le passeggiate che è possibile fare, naturalmente su sentieri battuti, che permettono di godersi il panorama in tutta tranquillità con minimo sforzo. E oggi vi accompagniamo in uno dei luoghi più belli di tutto il territorio: dal Piz Sorega infatti raggiungeremo il Rifugio Pralongiá, dove la nostra vista potrà spaziare a 360 gradi verso tutte le celebri vette. Ma pure il palato sarà stuzzicato… Scoprite tutto assieme a noi!
Escursione invernale: consultare sempre l’Ufficio Turistico per verificare le condizioni del manto nevoso, la fattibilità del percorso e l’equipaggiamento da utilizzare
Una volta giunti al pittoresco borgo di San Cassiano, subito dovremo raggiungere la base degli impianti Piz Sorega. Acquistato il ticket e saliti sull’ovovia, in men che non si dica arriveremo ai 2002 metri della stazione di monte, dove il nostro percorso odierno ha inizio.
Ma appena scesi, non potremo che lasciarci ammaliare dalla bellezza del posto: il panorama è infatti pazzesco è abbraccia tutte le cime dell’Alta Badia (e non solo). Dal Sas Dla Crusc al Lagazuoi (passando per Conturines e Lavarella), dal Sella al Sassongher e al Gardenaccia… Insomma: lo sguardo sarà già appagato ancor prima di muovere i primi passi.
Così, già estasiati, cominceremo la nostra passeggiata: molto velocemente attraversiamo la pista da sci che scende verso San Cassiano e guadagniamo l’attigua Ütia Las Vegas (m. 2011) dove, volendo, potremmo già concederci una prima pausa, anche se non sono trascorsi che cinque minuti dall’avvio. Potremmo naturalmente utilizzare la scusa delle foto!
E quindi proseguiamo: per capire bene dove sia il nostro sentiero, dovremo avvicinarci alla seggiovia. Ebbene, eccolo lì che scende leggermente: ormai lo abbiamo individuato e non lo perderemo più.
Un breve declivio ci permette di guadagnare nuovamente un altro tracciato sportivo da attraversare: dopo esserci fermati ad ammirare i perfetti solchi effettuati dal gatto delle nevi, ricominceremo a calcare il nostro segnavia, ammirando via via panorami sempre più spettacolari.
Sì perché si iniziano ad intravedere le prime casette, con il Sassongher sullo sfondo: in estate sono utilizzate come ricovero per il fieno, mentre ora sembrano essere state messe lì per conferire maggior fascino ad un paesaggio già di per sé spettacolare.
Camminiamo ora parallelamente alla pista da sci che scende dall’Ütia de Bioch. E proprio lì siamo diretti per una primissima tappa della nostra escursione: lo possiamo notare sulla vetta della collinetta, proprio dinanzi a noi. Sembra lontanissimo ma, in circa mezz’oretta, sarà già alla nostra portata.
L’itinerario corre verso il Pralongià e, dopo una decisa salita, punta alla meta, sembrando proprio di voler eliminare dal percorso l’Ütia de Bioch. Ma non temete: in breve, arriveremo ad un crocicchio e un altro sentiero battuto ci consentirà di guadagnarlo. Certo, volendo potremmo anche “tagliarlo fuori“, ma noi vi consigliamo caldamente di non farlo. Perché?
Beh perché vi perdereste un panorama superlativo!
L’Ütia de Bioch (m. 2079) è adagiata sulla cima di un’altura e domina l’Alta Badia. Recentemente rinnovato ed ampliato, è un vero punto di riferimento per chi scia e per chi passeggia: la sua cantina vini (che è possibile visitare) comprende etichette di grande pregio, per poter degustare immersi completamente in un paesaggio da sogno. In più, l’Ütia de Bioch fa parte dell’iniziativa “Sciare con Gusto“, ossia offre un’esperienza culinaria di altissimo livello. Ma la scopriremo quando arriveremo al Pralongiá…
Salutata l’Ütia de Bioch, dovremo riprendere il cammino verso la nostra meta, Pralongiá.
Siamo oltre metà strada, quindi la maggior parte della fatica è ormai alle spalle. E se sin qui abbiamo amato alla follia i paesaggi che si sono offerti ai nostri occhi, da qui in avanti capitoleremo. Il sentiero si chiama “Tru Panoramich” e nessun nome avrebbe potuto essere più azzeccato: ovunque si guarderà, si rimarrà estasiati.
A destra il Sella occupa praticamente tutto il campo visivo, regalandoci pura emozione. Dall’altra parte, Conturines, Fanes, Lavarella, Scotoni rendono il nostro incedere ancor più leggero, dal momento che, ammirandoli, non ci si renderà conto di proseguire, un passo dopo l’altro.
Così, grazie a tutta questa meraviglia, in breve perverremo alla base dell’ultima salita verso il Pralongiá: sarà l’ultimo tratto “impegnativo“, che esigerà da noi un po’ di affanno. Ma, in breve, l’inconfondibile sagoma di una casetta sarà lì ad accoglierci: l’avevamo avuta sott’occhio per tutta la camminata, ma ora è li che ci attende.
Il Rifugio Pralongiá (m. 2109) è infine conquistato!
Abbiamo la possibilità di ammirare montagne a perdita d’occhio a 360 gradi: dalla Marmolada alle lontane vette di confine della Val Pusteria, passando per tutte le altre che abbiamo menzionato strada facendo… Insomma, ci troviamo nel cuore delle Dolomiti, in un luogo talmente bello da non sembrare reale.
In estate qui è il regno dei bambini (al Pralongiá si trova infatti uno dei tre Parchi Moviment), mentre in inverno ovviamente è frequentato per la maggior parte dagli sciatori. E la sua terrazza soleggiata invita a sedersi per abbronzarsi e gustare ottimi manicaretti tipici, oppure per effettuare una vera e propria esperienza gourmet.
Vi ricordate che, poc’anzi, vi avevamo menzionato l’iniziativa “Sciare con Gusto“? Ecco, anche il Pralongiá vi aderisce: si tratta di un numero ristretto di rifugi (sulle piste) che offrono un’arte culinaria di altissimo livello. Per ogni baita infatti, un famoso chef ha elaborato un piatto unico ed irripetibile, esaltando i sapori locali e abbinandoli in maniera perfetta tra loro.
Al Pralongiá abbiamo così potuto assaggiare degli stupefacenti gnocchi di patate ripieni di formaggio fresco di montagna serviti su crema di zucca, speck e fiori essiccati… Incredibili davvero! All’Ütia de Bioch, per esempio, la specialità è lo stinco di capriolo brasato al mirtillo rosso, rösti di patate e zucca mantovana, guanciale croccante e puccia al ginepro. Insomma, la cultura ladina si fonde con l’Italia e il resto del mondo, regalando un emozione intensa (e solo a ricordarlo, ci viene l’acquolina in bocca).
Oltre al ristorante, qui di pazzesco, come già vi avevamo accennato, c’è il panorama. Ma anche un dedalo di sentieri battuti che conducono praticamente ovunque: in un paio d’orette si potrebbe raggiungere Armentarola e le sue malghe attraverso i prati di Störes e quindi, Malga Valparola e il passo omonimo.
I ciaspolatori invece, avrebbero la possibilità di spaziare ovunque, così come gli sci-alpinisti… Noi invece, paghi per la mangiata, siamo pronti per rientrare al Piz Sorega e, infine a San Cassiano. Naturalmente con l’ovovia oppure anche in slittino: dall’arrivo degli impianti infatti parte la pista dedicata Trù liösa Foram, ben 3,5 chilometri di tracciato che si snoda dapprima con vista eccezionale su Lavarella e Conturines e poi nel bosco.
Lo slittino si noleggia direttamente alla Ski&Snowboard School appena al di sotto della stazione di valle di San Cassiano e, per non portarselo dietro, c’è la possibilità di lasciarlo in custodia al personale degli impianti, oppure accanto alla casetta dei maestri di sci al Piz Sorega. Assolutamente imperdibile: ai bimbi piacerà da matti (e pure a mamma e papà)!