Quando pensiamo alla Val Di Non certamente le prime cose che ci vengono in mente sono le mele, di cui è principale produttore italiano. Ma la Val di Non è anche molto altro: passeggiate per famiglie, malghe in alta quota ove gustare ottimi piatti tipici, escursioni tra le vette e tanti stretti canyon, scavati dai fiumi nel corso dei secoli. Oggi visiteremo proprio uno di questi: il Parco Fluviale Novella, a Romallo, ci aspetta per mostrarci uno spettacolo insolito ed altamente suggestivo.
Dopo aver parcheggiato la nostra autovettura nell’area di sosta riservata ai visitatori (all’altezza della casetta in località San Biagio, lungo la strada per Romallo da Sanzeno), subito ci avviciniamo al bancone per acquistare il nostro biglietto: l’accesso al Parco Fluviale Novella è infatti a pagamento ed è possibile solo in presenza di una guida (vengono organizzate visite sia senza prenotazione – come il nostro – che con, per gruppi numerosi: qui tutte le informazioni con i relativi prezzi). Non è consentito l’ingresso ai bimbi di età inferiore a 3 anni, così come non è possibile portarli all’interno dello zaino portabimbo: nel canyon ci sono infatti passaggi troppo bassi.
All’orario prestabilito ecco che il gruppo lentamente comincia a muoversi per iniziare questa splendida avventura: ci si incammina quindi, molto attentamente, lungo il ciglio della strada statale in leggera salita sino a guadagnare una via laterale che ricalca parzialmente il sentiero AlMeleto (itinerario guidato alla scoperta delle mele); dopo una salita, pian piano si perde quota attraversando dapprima le coltivazioni per poi continuare attraverso il bosco scoprendo le formazioni di scaglia rossa (un particolare tipo di roccia), sino ad arrivare ad un ponte romano splendidamente conservato.
Lungo il percorso, la nostra simpaticissima guida Marika racconta le peculiarità della zona nonché la storia dei luoghi, riuscendo anche a catturare l’attenzione dei più piccini… Ma è con la richiesta di indossare il caschetto rosso (di cui siamo stati dotati al momento del pagamento) che si guadagna il definitivo amore dei bambini: era infatti dalla partenza che non aspettavano altro!
Stiamo infatti per abbandonale la larga strada sterrata per introdurci nel bosco ed iniziare così la parte meno agevole del nostro itinerario: dopo una discesa lungo un sentierino tra gli alberi ecco che oltrepassiamo un cancello, segno inequivocabile dell’ingresso nella zona accessibile solo al gruppo di visitatori. Non ce ne rendiamo ancora conto, ma ci troviamo circa 50 metri sopra al rabbioso torrente… Basterà guardare sotto ai nostri piedi per accorgercene e provare anche un lieve senso di vertigine.
Il percorso è assolutamente sicuro e, gradino dopo gradino, scenderemo sempre più per avvicinarci maggiormente alle gorgoglianti acque; le passerelle in ferro consentono di passeggiare in comodità attraverso la forra (altrimenti inagibile) godendo del panorama davvero unico e incredibile offerto dalle pareti alte oltre 50 metri. Il torrente Novella ha scavato il suo letto nel corso del secoli erodendo la dura roccia dolomitica creando ben quattro gallerie sino al lago artificiale di Santa Giustina (quella in cui stiamo transitando è la quarta mentre, a fine percorso, lambiremo parte della terza).
L’itinerario all’interno del canyon dura circa una ventina di minuti e regala emozioni davvero pazzesche in un contesto veramente unico: si potranno anche vedere alcuni fossili risalenti alla preistoria incastonati nelle pietre (uno proprio lungo le passerelle) nonché diversi mulinelli ove l’acqua, stagnando, ha plasmato vere e proprie grotte (dette “marmitte dei giganti” e al momento inaccessibili).
Appena fuori dalla forra ci troveremo di fianco alla centrale idroelettrica di Pozzena ed il nostro paesaggio muterà, catapultandoci verso la risalita al punto di partenza (e qui effettivamente un po’ di fatica si farà, specialmente per i più piccini). Eccoci quindi in un nuovissimo ambiente naturale; risalendo il crinale della collina entreremo quindi in contatto con diverse specie di piante velenose (tra cui il tasso): le loro proprietà patogene erano già note sin dall’antichità tanto che, durante le battaglie, le punte delle frecce venivano intrise con un loro estratto, provocando rapidamente la morte al malcapitato che fosse anche solo stato ferito lievemente.
E, dopo aver oltrepassato un’antica calcara ed aver camminato attraverso un bosco ove magnifiche orchidee di montagna fanno bella mostra di sé, arriveremo al termine di questo suggestivo percorso (che, per dovere di cronaca, conta ben 602 scalini tra roccia, legno e ferro): lo spettacolare ponte al di sopra del fiume Novella segnerà la fine del nostro itinerario e, poco oltre, saremo infine tornati al punto di partenza, arricchiti di un’esperienza davvero indimenticabile.
Per qualsiasi ulteriore informazione, il sito dell’Ufficio per il Turismo della Val di Non è a disposizione