Oggi effettueremo una panoramica escursione nella parte altoatesina del massiccio del Catinaccio (ci troviamo in Val d’Ega). Partiremo dal Rifugio Paolina per arrivare al Rifugio Fronza alle Coronelle, con una piccola deviazione, al ritorno, per il celeberrimo monumento a T. Christomannos (l’aquila).
Dopo aver lasciato l’autovettura nell’ampia area di sosta sterrata degli impianti (sulla sinistra per chi proviene dalla Val di Fassa) poco oltre la cima del Passo Costalunga (m. 1745), in pochi minuti la seggiovia ci condurrà al Rifugio Paolina (m. 2125), punto di partenza per numerose escursioni nel gruppo del Catinaccio. Si potrebbe raggiungere il Rifugio Roda di Vael (m. 2283), lungo un semplice sentiero parte alla nostra destra, ma invece noi ci muoveremo verso sinistra, alla volta del Rifugio Fronza alle Coronelle (m. 2337), anch’esso punto privilegiato per ascensioni incredibili alla scoperta del massiccio montuoso che separa il Trentino dall’Alto Adige.
Il nostro sentiero, noto anche col nome Majare (Hirzelweg) non è impegnativo. Fino quasi al suo termine (dove c’è lo strappo finale, comunque breve, per guadagnare finalmente il Rifugio Fronza alle Coronelle) procede in falsopiano, con alcuni saliscendi. Non è possibile assolutamente muoversi con passeggino, dal momento che il fondo, stretto e talvolta dissestato, non lo consente.
Lungo questa via, siamo veramente immersi in un paesaggio incredibile: il Latemar (m. 2842), dapprima vicinissimo, si allontana sempre più, restando alle nostre spalle (lo ammireremo molto bene al ritorno), mentre la nostra vista, in una giornata tersa, può arrivare sino alle cime valtellinesi… Non si può poi non notare l’inconfondibile piatta forma dello Sciliar (m. 2563), che dà il nome anche al Parco Naturale in cui ci troviamo; oltre, si trova l’Alpe di Siusi, coi suoi verdeggianti prati e panorami magnifici.
Dopo la salita finale (un po’ faticosa), ecco che avremo guadagnato la nostra meta. Consigliamo, per una vista splendida sul Catinaccio, di voltare l’angolo dei muri della baita: la parete rocciosa sembrerà venirvi incontro, e certamente vi lascerà stupiti dalla sua possanza! Tutto il paesaggio qui è sublime, non c’è luogo che non valga la pena di ammirare e fotografare. Non è posto però espressamente studiato per i bimbi, dal momento che la struttura sorge su uno sperone roccioso e non ha ampi spazi per permettere il gioco.
Si potrà ovviare decidendo di entrare all’interno per gustare qualche buon piatto tipico: quando siamo stati noi, il menù del giorno proponeva tagliatelle con porcini freschi, capriolo, spezzatino… Decisamente da leccarsi i baffi, e pure i pargoletti gradiranno, come pure non potranno non assaggiare i deliziosi Kaiserschmarren che, da soli, potrebbero anche sostituirsi direttamente al pranzo.
E da qui partono anche diversi sentieri che ci potrebbero permettere di raggiungere altri luoghi magici e splendidi (come i Rifugi Santner e Re Alberto, ai piedi delle Torri del Vajolet) ma, essendo vie esposte e talvolta attrezzate, non sono per noi e dobbiamo fermarci, comunque appagati dalla nostra camminata (che peraltro non è ancora finita).
E dunque, s’imbocca la strada del ritorno, a ritroso sui propri passi, sino al bivio per il Rifugio Roda di Vael. Da qui, proseguiamo verso sinistra in salita leggera per arrivare sino al famosissimo monumento a forma di Aquila, dedicato a T. Christomannos (m. 2280). Illustre personaggio del XIX secolo, austriaco di origine greca, ebbe la straordinaria intuizione di costruire la “Grande Strada delle Dolomiti”, che collega Bolzano a Cortina d’Ampezzo e Dobbiaco, passando per la Val D’Ega, dando un impulso straordinario al turismo montano.
Questa deviazione non aggiunge moltissimo alla nostra escursione in termini di tempo. Si passa circa 150m sopra il Rifugio Paolina e lo si supera. Dopo aver sostato alla statua per qualche minuto, facilmente si ritornerò al nostro punto di partenza in circa venti minuti, pronti per riprendere la seggiovia.