Inaugurato il 27 luglio 2013, il MuSe, la cui architettura è stata curata da Renzo Piano, è nato con l’intento di avvicinare le persone (in particolare i bambini e le famiglie) alle scienze, ma con approccio totalmente innovativo: curiosi? Seguiteci in questa avventura!
Il MuSe, Museo delle Scienze di Trento, è un vero viaggio nella natura alpina: coi suoi cinque piani (più due interrati, di cui il -2 destinato a parcheggio, e l’ultimo dove è allestita la splendida terrazza, con vista sulla zona ove sorge il complesso), ci accompagna in un viaggio ideale tra le Dolomiti, Patrimonio dell’Unesco, che circondano il capoluogo trentino, a partire dalle cime per arrivare alle basi: sì, perché gli allestimenti sono concepiti dall’alto verso il basso, dalle vette sino alle pianure, come un itinerario che si dipana dai ghiacciai e nevi perenni, per arrivare agli ecosistemi più noti e a noi vicini, che conosciamo e con cui conviviamo tutti i giorni.
La visita ideale procede dunque dall’ultimo piano a scendere, ed è basato sull’idea fisica che noi stessi abbiamo delle montagne: si inizia infatti dai più inesplorati e angusti ambienti d’alta quota sino a quelli ad altitudini più familiari e, proprio come una scalata a ritroso, scopriamo di volta in volta, in verticale, i territori circostanti, ma in orizzontale invece procediamo con l’esplorazione delle specie animali, per una fusione unica tra habitat e fauna.
Abbiamo così da provare il grande tunnel “Esperienza Glaciale“, uno spazio multivisione lungo 10 metri, all’interno del quale il visitatore si troverà a vivere l’esperienza del volo sopra le Alpi come sulle ali di un uccello, potrà vivere una discesa mozzafiato lungo pareti estreme o il terrore di una valanga o ancora la splendida visione di una notte al cospetto della Via Lattea. Ma non solo! Ai piani inferiori, potremo provare il brivido di un passaggio in cengia tra roccia e neve o testare il Labirinto della Biodiversità, perdendosi quasi tra boschi e praterie, in un assaggio che è il nostro clima dolomitico.
Ma il MuSe è anche un ambiente dedicato ai più piccini; è impossibile non toccare, non provare e non sentirsi coinvolti in prima persona: lontano è il vecchio approccio del “guarda e stai lontano”, in favore in di una conoscenza tutta basata sul tattile, com’è propria dei bambini; proprio appena entrati, sulla destra, il famoso Maxi Ooh!, uno spazio dedicato esclusivamente ai piccoli da 0 a 5 anni (accompagnati da mamma o papà: un adulto ogni bimbo), dove l’esplorazione e il gioco diventano una componente primaria: si entra nelle sfere (ognuna dedicata ad un senso diverso), dove è possibile disegnare con la voce, conoscere virtualmente l’ambiente marino e incontrare i pesci, che risponderanno ai comandi impartiti con le manine, e perfino andare in bagno e fare una doccia di bolle di sapone. Ma non solo: si possono sperimentare i pesi diversi di cubi, la loro consistenza, oppure rilassarsi nelle tende piene di cuscini, o prendere un libretto da leggere dalla biblioteca celata dietro ad una cascata di rami…insomma, un viaggio a tutto tondo specializzato nello sviluppo dei più piccini, grande ben 200mq, dove si potrà crescere un pochino di più, solo col gioco e con la voglia di esplorare.
E sempre per i bambini (ma piace tanto anche agi adulti) è dedicata l’area appena fuori dal Maxi Ooh!, la “Palestra della Scienza“, completamente dedicata all’interazione tra il visitatore e apparecchi che riproducono reali esperimenti scientifici e fenomeni fisici, che si potranno proprio toccare con mano, per entrare ancor più nella dimensione “hands on” del MuSe: guardare come si dispone la sabbia una volta fatta scorrere attraverso i buchi (il preferito dei babies!), il moto delle palline in varie tipologie di situazioni, o ancora il letto di chiodi o lo schermo che evidenzia le zone calde e fredde del corpo, la zona per costruire con cubi o il percorso per capire il nostro corpo e la relativa andatura…davvero molte, moltissime occasioni per mostrare quanto la scienza e la fisica siano nel nostro quotidiano molto più di quello che ci immaginiamo!
E ancor più spettacolare è il FabLab (fabrication laboratory) dove è possibile costruire “quasi tutto”: si tratta di un’idea nata una decina d’anni fa al MIT di Boston dove, grazie a strumenti messi a disposizione del pubblico, si può ideare e plasmare la propria creazione e vederla quindi nascere sotto i proprio occhi, ma non solo: ci si scambia idee, si realizzano progetti, si gettano le basi per collaborazioni…un luogo dove le menti si possono incontrare e dare la luce anche ad ambiziosi programmi, oltre che risolvere problemi quotidiani ed elaborare soluzioni; al mondo ormai ci sono più di 60 FabLab, segno che ormai un Museo non deve più solo esporre oggetti di valore, ma anche avvicinare le persone e promuovere un coinvolgimento sociale: proprio accanto al laboratorio, sorge lo “showroom sull’innovazione“, dove startup o aziende particolarmente attente all’innovazione, propongono e presentano i loro prodotti, ma non col fine della vendita, ma bensì per mostrare le risorse, lo sviluppo e la sostenibilità, per creare una rete di conoscenze volte alla crescita e alla capacità di progredire del territorio stesso.
Ma non solo Trentino! Al MuSe infatti si può trovare anche un pezzettino di Africa, e precisamente di Tanzania: uno spaccato di foresta pluviale, all’interno di una grande serra, è attentamente conservata e protetta, simbolo della ricerca di nuovi metodi per la salvaguardia della biodiversità e della sostenibilità; al suo interno, ecco ricreata una cascata e, grazie al delicato equilibrio di temperatura ed umidità, possono vivere anche insetti e uccelli tropicali: il museo, da oltre 10 anni, compie studi sui monti dell’Eastern Arc per la conservazione dell’ambiente naturale e dei suoi ecosistemi, coadiuvato dalle comunità locali, e questo piccolo angolo ricreato, è un modo per far portare all’attenzione del visitatore, un luogo alquanto lontano e generalmente sconosciuto.
Ma qui non si vive solo di giorno! Come? Beh, un venerdì al mese, viene organizzata la bellissima manifestazione “Nanna al MuSe“, dove i bimbi (dai 5 ai 12 anni) possono vivere l’incredibile esperienza di passare la notte in un museo, tra dinosauri, orsi, lupi, balene…si inizia con una fantastica caccia al tesoro, gioia di tutti i più piccini, per proseguire poi con spettacoli, giochi, esperimenti, attività, fino ad arrivare al dormire, tutti assieme, al piano -1 (dove, di giorno, si vedono fluttuare gli animali alzando gli occhi verso i piani superiori, lungo una prospettiva eccezionale verso il cielo), assieme agli scheletri dei preistorici bestioni che terranno compagnia durante il sonno. Appena svegli e poco prima che riaprano i battenti, si parteciperà ad una bella colazione e poi si potrà continuare nella vera e propria visita, assieme a tutti gli altri visitatori. (Prenotazione per la nanna obbligatoria al n. 0461/27.03.11)
Dunque il MuSe è a tutti gli effetti un Museo di Scienze Naturali dalla spiccata vocazione moderna: non più solo esposizione, ma tanta, tantissima interazione; speriamo che anche altri possano prendere ad esempio questa eccellenza trentina e trasformarsi in un punto d’incontro per gli amanti della cultura, di ogni età.
Informazioni utili:
– Il prezzo d’ingresso intero per il MuSe è di 10 euro, ma per le famiglie sono previste molte formule con possibilità di risparmio; il ticket è free per i possessori della Trentino Guest Card, gratuita per chi soggiorna in uno degli hotel aderenti all’iniziativa
– dove dormire? Noi abbiamo soggiornato al Pineta Naturalmente Hotels, a Coredo, il Val di Non, ed abbiamo raggiunto Trento comodamente in treno grazie alla ferrovia Trento – Malè – Marilleva: grazie alla Trentino Guest Card (inclusa nel prezzo del soggiorno) abbiamo potuto viaggiare senza spese!
– dove mangiare? Il nostro pranzo è stato all’Hotel America, nel pieno centro di Trento, e vicino anche alla stazione: un connubio perfetto per la visita del museo e della città
Per qualsiasi ulteriore informazione, prezzi, orari, mostre temporanee e altro, consultate il sito istituzionale del MuSe