L’inverno è una stagione magica. Il bianco che sostituisce il verde dei prati ha qualcosa di fiabesco, così come la neve che brilla sotto i raggi del sole. Il freddo, il vento che sferza il viso… E cieli limpidi! Oggi andiamo a goderci tutto questo sopra Merano, a Falzeben: difatti, effettueremo la bella e non impegnativa passeggiata sino al Meraner Hutte, nel cuore delle Alpi di Sarentino. Seguiteci!
Escursione invernale: consultare sempre l’Ufficio Turistico per verificare le condizioni del manto nevoso, la fattibilità del percorso e l’equipaggiamento da utilizzare
Per arrivare al nostro punto di partenza è necessario giungere a Falzeben sul soleggiato altopiano di Verano.
Ci troviamo tra Avelengo e Scena: proprio a metà strada, noterete le indicazioni per Merano 2000, ossia il carosello sciistico della rinomata località altoatesina: seguitele, salendo un po’ di quota lungo la panoramica strada.
Giungerete quindi agli impianti di risalita: posteggiate e inforcate scarponi e zaino. Siamo quindi pronti per partire!
Dopo aver posteggiato la nostra autovettura, saremo quindi pronti per iniziare la passeggiata. Per prima cosa dovremo prendere la cabinovia che, in pochi minuti, ci condurrà alla stazione di monte di Merano 2000, proprio sotto al Picco Ivigna (m. 2581).
Da qui il panorama è veramente eccezionale. Giù, più in basso di quasi 1600 metri, vedremo la città di Merano… Con le sue casette così piccole! Pensate che c’è addirittura una funivia che la collega con qui: un viaggio davvero lungo ma emozionante (un po’ particolare per chi soffre di vertigini).
Ma non c’è tempo da perdere! Dopo una rapida occhiata al parco giochi estivo (sommerso si neve), subito imbocchiamo il sentiero 18A che, in leggera discesa, ci permette di iniziare la nostra passeggiata verso il Meraner Hutte.
Dopo un iniziale tratto in mezzo agli alberi, il panorama si apre e non ne incontreremo più sino alla meta… Un incanto di neve e sole, da godersi in maniera slow camminando nella natura.
Il panorama da quassù è veramente qualcosa di incredibile: la vista si spinge sino alle Dolomiti di Brenta e, in fondo, tutta la Val d’Adige… La skyline è veramente molto bella, ma è difficile individuare bene tutte le cime.
A meno che non siano più vicine e note: se giriamo lo sguardo verso destra, vedremo comparire, attraverso dei varchi nelle montagne, il Catinaccio prima e il Sassopiatto poi. Una grande emozione, inattesa e magnifica!
Camminando senza difficoltà (a parte qualche breve salita un po’ più ripida), in breve guadagneremo Waidmann Alm (m. 1998) dove, volendo, si potrebbe anche fare una tappa per un caffè oppure per una merenda.
Ma la via è ancora un pochino lunga, quindi gambe in spalla!
Ci troviamo all’interno del carosello sciistico di Merano 2000 che vanta ben 40 chilometri di piste su di un altopiano praticamente sempre al sole. Un paradiso per gli sciatori ma anche per chi ama camminare.
Dopo Waidmann Alm la via è praticamente pianeggiante, con un impercettibile declivio. Chissà che paradiso in estate, quando il verde smeraldino sostituisce la neve candida!
Sempre perdendo un pochino di quota, arriveremo al punto d’incontro di svariate piste. Qui troviamo anche un bel crocicchio di sentieri, compreso quello che sale da Falzeben e che prenderemo al nostro rientro.
Il Meraner Hutte lo vediamo già da parecchio tempo: fin dall’uscita dal bosco infatti, troneggiava dall’altra parte della valle e sembrava così lontano… Ma ora è proprio a portata di mano: ancora un piccolo sforzo e poi sarà nostro.
Ma prima è necessario passare da Kirchsteiger Alm (m. 1945) molto frequentata dagli sciatori. A noi mancano ormai meno di 10 minuti e quindi non stiamo più nella pelle!
E infatti il Meraner Hutte (m. 1960) è finalmente conquistato! Dalla sua terrazza soleggiata il panorama è top. E ovviamente si possono gustare ottimi piatti tipici, oltre che naturalmente godersi un sano e meritato relax.
Qui, volendo proseguire con le ciaspole, si potrebbe arrivare a Mittagerhutte (m. 2260) o ancora a Ottenbacher Alm (m. 1925)… Vie riservate ai più esperti, che non temono la fatica.
Dopo un po’ di sano relax e la giusta tintarella, sarà ora di rientrare. E ovviamente il ritorno può avvenire stessa via, godendosi nuovamente questi paesaggi meravigliosi e, perché no, provare il bob su rotaia prima di rientrare a Falzeben!
Se invece foste particolarmente avventurosi e vogliosi di camminare, allora dovete senz’altro cimentarvi nella discesa a piedi sino alla macchina, passando dal Rifugio Parete Rossa e dal bucolico laghetto utilizzato per l’innevamento artificiale.
Dunque rientriamo sino a Kischsteiger Alm ma invece che procedere nuovamente sul sentiero utilizzato per l’andata, scendiamo servendoci del n. 14, che pare addentrarsi nella stretta vallettina.
La via è assolutamente molto semplice: sempre in declivio (con qualche tratto pianeggiante) permetterà di giungere in circa 45 minuti al Rifugio Parete Rossa (m. 1817). Poco prima, avremo ignorato il bivio per Moschwald Alm, che ci avrebbe condotto in un’altra deliziosa malga (solo con ciaspole perché chiusa in inverno).
Giunti al Rifugio Parete Rossa, è necessario seguire l’itinerario apposta disegnato per i pedoni, evitando così le piste da sci. Meglio: altrimenti non avremmo mai visto il pittoresco laghetto utilizzato come stoccaggio d’acqua per la produzione della neve… Una vera bellezza!
Da qui, sempre seguendo il sentiero 14, scenderemo nuovamente di quota addentrandoci nel boschetto, che non abbandoneremo più sino al termine della passeggiata.
Dopo un pochino, ecco un nuovo crocicchio: siamo già giunti al Rifugio Zuegg (m. 1766) dove ormai manca molto poco al parcheggio. Ci portiamo dunque sulla sinistra (sempre che non vogliate approfittarne per una merenda), sulla via riservata ai pedoni.
Da qui, in men che non si dica, ritorneremo alla stazione di valle degli impianti Falzeben. Certo, più stanchi di chi ha optato pera l’ovovia, ma assolutamente soddisfatti della nostra meravigliosa giornata!