La bellezza delle Pale di San Martino è universalmente nota, così come molti sono i balconi panoramici adatti ad ammirarle: oggi andremo a Malga Civertaghe, la più antica del trentino, per goderne di una visione, diversa dal solito, proprio sotto al Sass Maor, una delle estreme propaggini del gruppo. Seguiteci!
Lasciamo la nostra autovettura nel grande parcheggio della Baita Col, raggiungibile da San Martino di Castrozza grazie alla chiara e ben presente segnaletica. Subito torniamo per qualche decina di metri indietro sulla strada asfaltata e imbocchiamo il sentiero 724 che indica “Malga Zivertaghe“, comune anche, per questo primo tratto, anche a quello che conduce al panoramico Rifugio Velo della Madonna (m. 2358), posto proprio sotto alla cima omonima e al Sass Maor (m. 2814).
La via procede in media salita dandoci modo, in pochissimo tempo, di raggiungere i verdissimi Prati Col, da dove si gode di un panorama superbo sul Gruppo delle Pale. Qualche maso dona una sensazione ancora maggiore di trovarsi proprio all’interno di un puzzle, tanta è la bellezza del paesaggio!
Ci troviamo ad un crocicchio di sentieri: si potrebbe andare, seguendo il 702, in Val di Roda oppure, camminando sul 725, a Malga Pala (luogo molto grazioso per i bambini) od ancora al già citato Velo della Madonna… Tutti luoghi certamente incantevoli: noi però proseguiamo dritti verso il bosco, seguendo senza problema alcuno il nostro tracciato.
Abbandonati i verdi pascoli cambia, oltre che il paesaggio, anche la tipologia di fondo. Da largo e poco pendente a stretto e leggermente fangoso (i fitti alberi infatti consentono poco passaggio di luce). In decisa discesa, prestando attenzione alle radici degli alberi, in brevissimo tempo sopraggiungiamo ad un torrentello che, grazie ad un graziosissimo ponte in legno, superiamo senza alcun problema (non prima di aver gettato qualche sasso, ovviamente!)
La mulattiera inizia così a salire senza però mai darci la sensazione di fatica. Le sempre presenti indicazioni non ci danno modo di sbagliare direzione, anche in presenza di altre stradine. Pian piano, attraversando pinete e abetaie (in alcuni punti il terreno è acquitrinoso, quindi prestare attenzione), giungeremo all’incrocio con una larghissima e bianca forestale: ormai siamo quasi arrivati.
La strada ora è in discesa e ci consente di perdere un po’ di quota. Oltrepassato un tornante, ormai tra i rami si scorgerà già la radura ove sorge la nostra meta e si udirà il vociare delle persone presenti. Ancora poco meno di dieci minuti di strada e…et voilà! Ecco apparire il bel laghetto artificiale in cui si specchia il cielo e, poco oltre, Malga Civertaghe (m. 1375) che, con i suoi verdissimi prati, ci invita ad avvicinarci.
La bella costruzione in pietra non è al momento “aperta” come ristoro, dal momento che i proprietari stanno aspettando i permessi per la ristrutturazione la successiva inaugurazione. Malga Civertaghe è la più antica malga del Trentino e vanta una notevole storia: costruita nel 1905, fu la casa dei nonni degli attuali proprietari – i fratelli Giovanni, Josephine e Giuliano – e rimase in esercizio sino al 1992, anno della chiusura. Addirittura qui dormì Messner prima dell’ascesa al Velo della Madonna e conseguente apertura della via alpina che è tuttora in essere, negli anni sessanta.
Nonostante la non fruibilità della baita, per accogliere e sfamare gli escursionisti i proprietari hanno allestito dei chioschi nonché delle comode panche e tavoli. Non si può mangiare la classica pasta, ma che panini e che carne alla griglia! Noi ci siamo gustati un CiverMac con formaggio alla piastra e salsiccia ed un tagliere con speck e formaggio “al taglio” (vengono forniti interi, con coltello: le dimensioni sono davvero enormi…e che buoni!) comodamente seduti sulla nostra tovaglietta negli enormi prati circostanti, godendoci il sole e l’arietta frizzantina.
Malga Civertaghe è anche accessibile in passeggino servendosi della strada forestale proveniente da San Martino di Castrozza (che però noi non abbiamo testato) ed è il luogo ideale per le famiglie coi bambini. Gli sterminati pascoli infatti sono adatti a corse e giochi; inoltre è anche possibile, per i più piccini, partecipare alla “Caccia al Tesoro“. Bisognerà infatti cercare, all’interno del Bosco dei Sogni, la chiave d’oro e, una volta trovata, la si dovrà riportare ai proprietari per ricevere il proprio premio!
E proprio il Bosco dei Sogni è uno dei progetti più ambiziosi dei proprietari: dopo un paziente lavoro di bonifica atto a riportare alle giuste condizioni ambientali il terreno (inutilizzato a causa della costruzione del bacino idroelettrico), sono state piantati tanti nuovi alberelli e, proprio qui, saranno installate le “casette hobbit” ecosostenibili, dimora di chi desidererà alloggiare alla Malga.
E quindi, dopo aver conosciuto i simpatici proprietari ed esserci rifocillati e riposati, sarà ormai tempo di tornare indietro, lungo la stessa via dell’andata; una volta riguadagnato il Rifugio Caffè Col, non potremo non sostare un attimo per permettere ai nostri bimbi di spendere le ultime energie nel bellissimo parco giochi presente.