Dolomiti

Lago di Antermoia, il lago più bello delle Dolomiti

Il lago di Antermoia giace adagiato come uno zaffiro tra le alte pareti della Croda del Lago e dell’omonimo Catinaccio di Antermoia, in Val di Fassa, uno dei territori più beli del Trentino. Raggiungibile da più vie, vi raccontiamo oggi quella che sale da Campitello e dal Rifugio Micheluzzi in Val Duron e, dopo il Passo delle Ciaregole e il Passo di Dona, giunge dapprima al Rifugio Antermoia e poi al lago. Un’escursione lunga e faticosa, non particolarmente complicata se non fosse per il tempo di percorrenza: il fiatone verrà però ricompensato dalla meraviglia sublime che si ammirerà all’arrivo!

  • Località di partenza: Rifugio Micheluzzi
  • Parcheggio: alla partenza del bus-navetta per la val Duron – Streda de Salin (lato strada, pochissimi posti, sia gratuito che a pagamento)
  • Mezzi utilizzati: zaino portabimbo (passeggino da trekking non possibile)
  • Tempo medio: tre ore circa
  • Difficoltà: difficile
  • Dislivello: 660 metri – Rifugio Micheluzzi m. 1860 – Passo di Dona m. 2516 – Lago di Antermoia m. 2495
  • Tipologia di percorso: dapprima larga forestale pianeggiante in Val Duron, poi sentiero fra prati in forte pendenza fino al Passo delle Ciaregole. Poi salita ripida su ghiaione sino al Passo di Dona e infine discesa sino al Rifugio e al lago di Antermoia

Dal Rifugio Micheluzzi al lago di Antermoia: si parte dalla Val Duron

Dopo aver parcheggiato la nostra autovettura a Campitello di Fassa lungo la Streda de Salin (la via che sale verso la Val Duron), prendiamo il bus navetta (sul sito www.fassa.com tutte le informazioni) che, in un quarto d’ora circa, ci conduce facilmente al Rifugio Micheluzzi, nostro punto di partenza.

Si inizia camminando in piano verso i Denti di Terrarossa
Si cammina in un contesto naturalistico stupendo

(Attenzione: non è necessario avvalersi del mezzo di trasporto per raggiungere il Rifugio Micheluzzi, il tragitto può anche essere effettuato a piedi. Però dovrete aggiungere circa 400 metri di dislivello e un’ora e mezza in più: soprattutto con bimbi a piedi, meglio evitare questo primo tratto per concentrarsi sulla faticosa ascesa. Si potrà invero effettuarlo al ritorno, in discesa)

Una volta giunti al Rifugio Micheluzzi, non dovremo fare altro che proseguire lungo la strada pianeggiante che, facile ed estremamente bella, conduce verso i Denti di Terrarossa che, appuntiti, si vedono già in fondo, all’orizzonte. Passeggiamo in mezzo a verdissimi prati e pascoli, accompagnati dal borbottare del torrente, in mezzo ad un paesaggio che pare paradisiaco.

Al lago Antermoia si arriva anche coi bambini. La via non è esposta, solo lunga e faticosa

In poco più di 15 minuti saremo già arrivati alla Baita Lino Brach (m. 1856) senza aver speso nessuna energia. Anzi, ci sarà stato un vero relax, in vista della fatica che tra poco ci attende. Da qui al Rifugio Antermoia non ci saranno più punti di ristoro, per cui se necessitaste di un caffè o una merenda, è il punto ove fermarsi (ed è anche pieno di giochi per i bimbi).

In un quarto d’ora si perviene alla Baita Lino Brach

Ci troviamo a metà strada per il bivio che ci condurrà al lago di Antermoia: un altro quarto d’ora pianeggiante e facile ove tirare il fiato… Perché a breve sarà finita e la fatica s’impadronirà di noi per non abbandonarci praticamente sino alla meta.

Eccoci dunque arrivati: grazie ad un ponticello, ci portiamo sulla destra orografica del Ruf de Duron e iniziamo la salita. Conviene riposarsi sulla provvidenziale panchina perché, da qui in poi, non ci verrà concesso nemmeno un momento di tregua.

Il bivio per il Rifugio Antermoia

Dopo la forestale della Val Duron, il sentiero s’inerpica faticosissimo sino al Passo delle Ciaregole

Sin qui abbiamo seguito la larghissima forestale 532 (che continua sino al Rifugio Alpe di Tires), mentre ora imboccheremo il 578. Dapprima più lievemente e poi maggiormente ripidamente, attraverseremo un rado boschetto per poi emergere definitivamente dalle piante, che ci abbandoneranno.

Una volta lasciati alle spalle pini e abeti, il colpo d’occhio sarà veramente stupendo: il Sassolungo e il Sassopiatto si ergono maestosi, mentre l’Alpe di Siusi si svela mano a mano ai nostri occhi, seguita dale Odle, dal Seceda e dalle altre vette dell’Alto Adige.

Inizia la salita, tostissima, verso il Passo delle Ciaregole
Un boschetto ci regala frescura all’inizio dell’ascesa

La salita è veramente tosta: la pendenza non molla mai e la fatica si fa proprio sentire. Paradossalmente, i bimbi saranno più arzilli di noi, tutti presi con la scoperta di fiori e piantine nuove, con l’incontro di mucche e asinelli… Meglio così!

Terminata la lunga ascesa in mezzo ai prati, ora bisogna superare gli ultimi 150 metri di dislivello tra zig zag e curve. Anche qui nessun tipo di difficoltà, se non fosse per la ripidezza. Ma con diverse soste (necessarie anche per ammirare il superbo panorama), finalmente si perverrà al Passo delle Ciaregole (m. 2282): la parte più complicata è finalmente alle spalle.

Si sale tra panorami via via sempre più belli
La vista spazia dall’Alpe di Siusi al Sassolungo e Sassopiatto

Dal Passo delle Ciaregole si gode di un panorama che spazia dalle Pale di San Martino all’Alpe di Siusi

Dal Passo delle Ciaregole la vista è veramente pazzesca. Il Sassolungo e il Sassopiatto ormai si ergono maestosi e la Marmolada ci saluta da lontano, insieme al Gruppo del Sella. Alpe di Siusi, Odle e Seceda ormai abbiamo imparato a riconoscerle, mentre la Val di Dona sale verdissima verso di noi. Ci troviamo sotto le immense pareti della Croda del Lago (m. 2806) alle cui pendici, più sopra, si trova il nostro lago di Antermoia.

Al Passo delle Ciaregole la parte più faticosa ha termine

Da qui inizia l’ultima parte ideale del nostro percorso: circa 220 metri di dislivello ci separano dal punto più alto dell’escursione, il Passo di Dona, tutti in mezzo alla roccia, giacché l’ultima ascesa sarà su ghiaione. Ma ci parranno una vera passeggiata di salute, dopo quello che abbiamo patito sin qui!

E così ricominciamo a salire, prestando attenzione ai piccoli sassetti che troviamo via via che percorriamo il nostro sentiero, ora divenuto il n, 580. Il fondo, seppur più sconnesso di quello in mezzo ai prati sino al Passo delle Ciaregole, impegna meno per via della minore pendenza.

Si ricomincia a salire, questa volta su ghiaione
L’ascesa è meno pendente della precedente, ma su fondo sassoso

Verso il lago di Antermoia: la salita al Passo di Dona avviene su ghiaione non difficile

Mano a mano che saliamo, il panorama diviene sempre più bello: possiamo scorgere la moltitudine di casette e fienili della Val di Dona, una delle alternative per arrivare sin qui… Decisamente però più faticosa e lunga di quella che abbiamo scelto noi, optando per il Rifugio Micheluzzi come base.

Lo sguardo può spaziare lungo la Val di Dona sino alla Marmolada
Gruppo del Sella, Sassolungo e Sassopiatto

Fermandosi qua e là per opportune pause ristoratrici, in meno di un’oretta arriveremo infine al Passo di Dona, che avremo già individuato durante la salita per la presenza di una piccola casetta, ossia il punto d’arrivo della teleferica. Vederla pian piano avvicinarsi è veramente un sollievo!

Dal Passo di Dona (m. 2516) il panorama è veramente incredibile. Il bianco mondo del Catinaccio d’Antermoia ci dà il benvenuto e possiamo già notare il Rifugio Antermoia (m. 2497), cui perverremo a breve. Il lago di Antermoia ancora non si vede, poiché giace adagiato proprio dietro allo sperone roccioso della baita.

Ecco il Passo di Dona, il punto più alto dell’escursione
La casetta della teleferica, che ci ha scortato in quasi tutta la salita
E, in fondo, il Rifugio Antermoia!

Il Rifugio Antermoia è a cinque minuti dal lago di Antermoia (in piano)

Iniziamo quindi la provvidenziale discesa verso il Rifugio Antermoia: la segnaletica ci indica solo 10 minuti ma saranno molti di più, poiché non potremo fare a meno di fermarci ad ammirare e fotografare il sublime paesaggio. Le scoscese pareti della Croda del Lago ci fanno già presagire la meraviglia che ci attende poco oltre.

Il tratto finale è in discesa, ai piedi della Croda del Lago
Il Rifugio Antermoia, quasi un miraggio alla fine dell’escursione
Il Rifugio Antermoia è sempre molto frequentato
Al Rifugio Antermoia si pranza con vista top

E infine, il Rifugio Antermoia è conquistato!
Dotato di molte panche all’esterno e altrettante all’interno, è il luogo di ristoro ideale per concedersi una sana e vigorosa mangiata dopo tanta fatica. I piatti tipici abbondano e sono quanto di cui abbiamo bisogno, insieme ad una dissetante bevanda. Tenete presente che, pur essendo lunga la via per arrivarci, è molto frequentato e per pranzare potrebbe esser necessario dover aspettare.

Ma la vera attrazione è poco oltre. Non più di cinque minuti ci separano da quello che è, secondo noi, il luogo più bello delle Dolomiti: il lago di Antermoia. Adagiato tra le alte pareti dell’omonimo Catinaccio di Antermoia e della Croda del Lago, non può che suscitare meraviglia e stupore. Che spettacolo!

E, a cinque minuti, il lago di Antermoia ci aspetta!
Ecco il luogo più bello delle Dolomiti
Il lago di Antermoia lascerà senza parole per la sua bellezza clamorosa

Il lago di Antermoia dal Micheluzzi si raggiunge infine in circa 3 ore di cammino

Si può tranquillamente effettuarne il periplo in poco più di 20 minuti che, certamente, diverrà più di un’ora tra soste e fotografie… Nonché provare a toccare le gelidissime acque! Anche in luglio e in agosto infatti, è lambito dalle nevi perenni, che ne aumentano ancor più il fascino.

Da qui partono diversi sentieri diretti ad altrettanti stupendi luoghi. Il segnavia 584 conduce infatti al Rifugio Passo Principe e, successivamente, ai Rifugi Vajolet e Preuss. Il 583 invece arriva direttamente a Gardeccia attraversando il sentiero attrezzato delle Scalette mentre il Laurenzisteig (altra ferrata) consente di giungere per direttissima al Rifugio Alpe di Tires. Insomma: un dedalo di possibilità tra scenari impressionanti.

Dopo aver indugiato a lungo ad ammirare il nostro meraviglioso lago di Antermoia, saremo pronti per rientrare all’omonimo rifugio e poi scendere a valle sino al Rifugio Micheluzzi. Avremo quindi la possibilità sia di servirci quindi della navetta per tornare a Campitello oppure optare per camminare totalmente.

E avremo fatto una gran fatica, ma certamente poteremo sempre nel cuore un luogo magnifico, mozzafiato e senza eguali. E per i bimbi a piedi, sarà certamente una gran conquista di cui andare fieri, di cui mostrare con orgoglio il timbro sul Passaporto delle Dolomiti!

È o non è il lago più bello delle Dolomiti?
Una meraviglia che resterà sempre nel cuore

Rifugio Antermoia: apertura, contatti e informazioni utili

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