In Val di Zoldo, tra le splendide Dolomiti del Veneto, ci sono moltissime belle escursioni invernali da poter fare, la maggior parte delle quali adatte alle famiglie coi bimbi: oggi vi racconteremo della deliziosa passeggiata che, da Casera del Pian, conduce sino al Vach, grazioso laghetto nelle cui acque si specchiamo il Tamer e il gruppo del San Sebastiano. Pronti a seguirci?
Escursione invernale: consultare sempre l’Ufficio Turistico per verificare le condizioni del manto nevoso, la fattibilità del percorso e l’eventuale equipaggiamento (ciaspole, etc.)
La Val di Zoldo è costellata di piccole e pittoresche valli collaterali entro le quali è sempre meraviglioso avventurarsi: si scoprono così sentieri facili, alla portata anche dei bambini, e panorami davvero incredibili. Scendendo così da Zoldo Alto verso Longarone, proprio all’altezza della chiesetta di Forno di Zoldo dovremo voltare a destra e seguire per Pralongo (in direzione opposta alle segnalazioni per Malga Pramper); una volta superato il caratteristico paesino, proseguiremo lungo una stretta stradina sino ad arrivare al punto di partenza della nostra escursione odierna: la Casera del Pian (m. 1162) ci darà il benvenuto, pronta però a lasciarci subito andare verso la nostra meta (ci riaccoglierà più tardi, per il pranzo o un ottimo dolce).
Parcheggiata quindi la nostra autovettura, eccoci pronti per iniziare: una larga forestale consente di oltrepassare subito la casera per inoltrarci nel bel bosco, appena appena scaldati dai timidi raggi di sole che filtrano dal Petorgnon (m. 1914) e dalla Cima della Gardesana (m.2446); il fondo, liscio, alterna tratti di neve ad altri ricoperti di foglie e sentire il rumore solo dei nostri passi (alternati alle grida di gioia dei bimbi) subito ci fa capire in che bucolica dimensione ci troviamo.
La nostra via procede sempre molto tranquilla, talvolta impegnandoci in tratti leggermente più erti (ma mai faticosi); man mano che saliamo, voltandoci indietro, potremo ammirare il Pelmo (m.3168) che, illuminato dal sole, sembra un enorme faro che si staglia verso il cielo; poco oltre, ecco far capolino anche la punta dell’Antelao (m. 3264), la seconda cima più alta delle Dolomiti che, ad ogni passo, diverrà sempre più grande. Dinanzi a noi, ecco l’anfiteatro roccioso disegnato dal Tamer (m. 2547) e dal San Sebastiano (m. 2488) oltre i quali si trovano Passo Duran e l’Agordino.
Ad un certo punto il bosco si dirada, lasciandoci ammirare le rosee vette dolomitiche verso la Valle del Boite: ci troviamo all’altezza della croce di Giaroin (m. 1325) che ci indica che ormai il più è fatto; ci riaddentriamo quindi nel bosco e dopo aver incrociato, sulla destra, la mulattiera proveniente dall’abitato di Colcerver (uno dei borghi più caratteristici dell’intera Val di Zoldo), ci mettiamo di nuovo in marcia certi che, a breve, la nostra meta sarà conquistata.
E, dopo aver oltrepassato un bivio con indicazioni per tornare (per via alternativa) a Pralongo e alla Casera del Pian, ci toccherà ancora un piccolissimo sforzo ma, ormai, saremo in dirittura d’arrivo: il laghetto del Vach (m. 1361) è ormai nostro! Con la soffice neve a malapena si riesce a capire quali siano le rive ma l’attenzione dei più piccini sarà immediatamente catalizzata dal torrente (alimentato dalla vicina cascata) che si fa largo tra il ghiaccio… Come non provare dunque a romperlo? Bisogna però prestare sempre moltissima attenzione, dal momento che non sempre lo spessore è omogeneo e si potrebbe transitare su alcuni punti più sottili, rischiando di farsi male. Meglio sempre rimanere sulla neve battuta o attenersi alla segnaletica che definisce le vie percorribili.
Accennavamo poc’anzi della cascata: visibile direttamente dal laghetto del Vach, non ci si potrà esimere dall’avvicinarsi un pochino di più per notare tutta la sua maestosità; quasi completamente ghiacciata in inverno (il versante da cui precipita è quasi sempre in ombra), in estate guida gli escursionisti col suo fragore e lascia che le famiglie fin qui giunte possano farsi cullare dal suo naturale suono. Perchè questa è davvero una meta family-friendly: in estate, un’area picnic attrezzata con tavoli e panche infatti attende genitori e bambini che qui potranno consumare il loro pranzo al sacco e godersi un felice connubio con la natura, beneficiando anche dell’attrattiva che sempre l’acqua esercita sui più piccini. In inverno è più difficile incontrare escursionisti con figli a seguito (come noi) dal momento che, come già accennato, fino a febbraio il Vach e i suoi dintorni rimangono esclusi dalla luce del sole.
Ma il fascino è sempre particolare e, se vogliamo, ancor più speciale avvolto dall’ombra: sembra di trovarsi in qualche landa sperduta di un paese nordico! I bagliori che si scorgono da dietro le montagne riescono ad illuminare le punte degli alberi poco lontano dallo specchio d’acqua, creando dei riflessi davvero straordinari… Insomma, vale proprio la pena arrivare sin qui, pur senza poter godere appieno del calore dei raggi solari.
I trekker esperti potrebbero volersi cimentare nell’ascesa al Bivacco Angelini (m. 1680) e all’esplorazione del Tamer e del San Sebastiano; noi invece, coi bimbi, pian piano torniamo sui nostri passi per riguadagnare il punto di partenza, quella Casera Del Pian che ci attende con gustose prelibatezze: se non aveste optato per un picnic, allora dovrete senz’altro fermarvi ad assaporare i piatti tipici che i gestori vi serviranno… Ne rimarrete entusiasti!
Per qualsiasi ulteriore informazione, il sito del consorzio Val di Zoldo Turismo è a disposizione