L’Agordino è una delle zone delle Dolomiti Bellunesi che ben si prestano a stupende passeggiate. Innumerevoli infatti sono i sentieri che è possibile percorrere, godendo sempre di una vista speciale e stupenda e magari arrivando in un delizioso rifugio ove ristorarsi e regalarsi momenti di quiete e tranquillità. Oggi facciamo una cosa diversa però: percorriamo sì un fantastico itinerario, ma arriveremo ad una cima senza alcuna malga: in mezzo a selvaggi paesaggi poco battuti, raggiungeremo il Forca Rossa, non incontrando praticamente nessuno se non cavalli, mucche e forse stambecchi. Venite con noi?
Per arrivare al nostro punto di partenza, è necessario seguire la strada per il Rifugio Flora Alpina che s’innesta lungo la statale del Passo San Pellegrino (prima della sommità del valico se si proviene da Falcade, dopo se si giunge da Moena).
Si continua sulla carreggiata oltrepassando Malga Boer e, dopo una lieve discesa, si inizia una dolce salitina: proprio lungo questa, sulla destra, noteremo l’ampio parcheggio sterrato.
Indicazioni per navigatore Google Maps: Malga Col de Mez
Ua volta giunti all’area sosta, dovremo seguire le facili indicazioni per Malga Ai Lach che, facilmente, in pochissimo tempo e in lieve pendenza, ci permettono di raggiungere la pittoresca Valfredda in compagnia di un delizioso e fresco bosco.
Inizieremo a vedere i famosi “casoni di Valfredda” dopo non più di 10 minuti di semplice cammino. E già qui potremo notare la bellezza di questo posto… Decisamente incantevole. Dinanzi a noi le estreme propaggini della catena di Cima Uomo e, dietro, le Pale di San Martino con Focobon e Mulaz.
Lo spettacolo offerto dalla Valfredda è veramente speciale. Costellata da tantissimi fienili, è ancora selvaggia ed autentica: non sembra proprio di essere poco distante dal conosciutissimo e rinomato Rifugio Fuciade.
Se avete voglia anche solo di effettuare un picnic lontano da tutto, ecco proprio qui dovreste venire e accomodarvi su di un prato: respirerete la montagna veramente genuina. Ma non divaghiamo e proseguiamo!
Continuiamo sulla forestale che, in tutta serenità, ci permette di camminare tra questi stupende costruzioni. Superiamo il bivio per Malga ai Lach (che ignoriamo quindi) e proseguiamo lungo la silvo-pastorale.
Arrivati alla fine delle casette, dovremo guadare il torrente. In questo punto bisogna prestare un pochino d’attenzione poiché il Rio di Valfredda è spesso soggetto a piene durante i temporali e modifica spesso il suo letto, scaraventando massi e pietre che possono rendere difficoltoso il transito.
Non appena dall’altra parte, cominciamo la vera e propria ascesa: la via infatti aumenta la sua pendenza, esigendo da noi anche una buona dose di fatica. Il fondo però rimane abbastanza tranquillo: la via è sempre larga e ben evidente.
Piano piano così arriveremo quasi alla fine della nostra forestale in località Anter Le Aive (m. 2088), segnalata da opportuno cartello. A questo punto dobbiamo seguire il segnavia 694 che si trasforma in classico sentiero, procedendo in buona salita in mezzo ai prati, purtroppo non sempre evidentissimo (ma certamente intuitivo).
La bellezza del paesaggio è veramente incredibile. Ci troviamo ora al cospetto delle bianchissime montagne: il Sasso di Valfredda (m. 3009) ci guarda e ci sorveglia durante la nostra fatica. Dietro (ma non si vede) la Regina delle Dolomiti, la Marmolada.
Stiamo calcando l’Alta Via dei Pastori, uno degli itinerari naturalistici e di trekking più belli della Valle del Biois e di Falcade, suo centro principale. L’ascesa è a tratti anche tosta (tenete presente che è praticamente tutta sotto il sole) ma il meraviglioso panorama mitiga davvero ogni sforzo.
E così, camminando con il nasò all’insù per godere di ogni piccolo nuovo scorcio (ma anche all’ingiù per essere certi di non pestare qualche animale e vedere bene dove si mettono i piedi), arriveremo al Pian de la Schita dove, se sarete fortunati, potrete anche ammirare stupendi cavalli avelignesi intenti a brucare l’erbetta.
La radura ci consente di riposarci un pochettino prima di riiniziare a prender quota. Ci troviamo a circa 2200 metri d’altitudine: il più è fatto ormai, mancano meno di 300 metri di dislivello per guadagnare la meta. che, se aguzziamo la vista, potremo già notare, lassù…
Passato Pian de la Schita, si ricomincia a salire. È un’ascesa costante, sempre senza alcun albero a darci un pizzico di frescura. Ma non temete: ormai non manca poi molto!
Passo dopo passo, sempre immersi in un paesaggio incredibile, arriveremo alla base dell’ultima erta, dove potremo notare anche le scaglie di pietra color ferro che caratterizzano il Forca Rossa (probabilmente il nome deriva proprio da questo).
Con un po’ di zigzag alla fine arriveremo dritti alla meta: eccoci qui, il Passo di Forca Rossa (m. 2490) è finalmente conquistato!
E da qui si apre un panorama davvero spettacolare anche sulla Valle di Franzedaz sottostante (e che conduce dritti a Malga Ciapela) e che poi continua… Da Civetta e Pelmo (parzialmente nascosti dalle Cime d’Auta) si continua verso l’Antelao, il Sorapiss, le Tofane, il Cristallo, la Croda da Lago, i Lastoi di Formin… Insomma, un panorama meraviglioso.
Senza dimenticare, dall’alto lato, le Pale di San Martino, Cime Pape, l’Agner, le Pale di San Lucano… E naturalmente Cima Uomo, proprio accanto a noi. Questo è uno dei pochissimi posti (l’unico, sinora) dove siamo riusciti anche a vedere gli stambecchi: non sempre ci sono (bisogna essere fortunati) ma qualche volta, compaiono sulle angustissime rocce del Sasso di Valfredda. Aguzzate la vista!
Quassù non c’è alcun rifugio, nessun ristoro. Quindi bisogna naturalmente portarsi il pranzo al sacco: ma cosa c’è di più bello che mangiarsi un meritato panino con un paesaggio così speciale? E, proprio perché non vi sono malghe, è raro trovare qui più di 10/15 persone, anche in agosto e con giornate super, come è successo a noi. Qui entrerete in contatto con la vera montagna, quella selvaggia e pura.
Da qui si potrebbe proseguire per numerose altre vie, Abbiamo già menzionato la Val Franzedaz con arrivo a Malga Ciapela, ma potremmo anche scegliere di scendere verso il Passo di Col Becher e transitare sotto le Cime d’Auta per raggiungere Baita del Cacciatori e poi Sappade o Colmean (due piccoli paesini). Ma dovremmo essere muniti di due macchine: noi scegliamo così di rientrare lungo la stessa via dell’andata.
Quindi, si ripercorre il sentiero a ritroso… Ma noi vi consigliamo una piccola deviazione, visto che tanto, infine, si giungerà comunque al parcheggio di Col de Mez. Che ne dite se passassimo anche da Fuciade?
Così, ci incamminiamo tranquilli in discesa ma (ignorata la deviazione 693 che s’innesta in mezzo al ghiaione e poi scenderà, sempre a Fuciade, lungo la Val de Jigole) prima di arrivare ad Anter Le Aive (punto da cui siamo passati al mattino) dovremo virare sul segnavia 670 (alta Via delle Dolomiti), ben segnalato (indicazioni per Fuchiade).
Passeggiamo quindi senza alcuna difficoltà in mezzo a verdissimi prati (magari incontrando mucche e cavalli). Non abbiate paura di perdervi: le indicazioni per Fuciade sono sempre ben evidenti.
Ci troveremo quindi alla testata della Valfredda (vedremo i casoni sotto di noi) e aggireremo una collinetta: la conca di Fuciade è già ben visibile all’orizzonte, con anche tutta la sua moltitudine di piccole costruzioni in legno… Che la rendono così unica e speciale.
La discesa è veramente ripidissima: questo è, se vogliamo, il tratto più impegnativo di tutto l’itinerario. Bisogna infatti stare attenti a non scivolare! Però, comunque, il tempo impiegato, è abbastanza breve: il Rifugio Fuciade sarà infine conquistato.
Se avete incontrato al massimo 15/20 persone in tutta la passeggiata, preparatevi perché qui invece ci sarà parecchia ressa. Ma è normale: questo è uno sicuramente dei luoghi più belli di tutta la Val di Fassa (siamo infatti passati in Trentino) e anche più facilmente raggiungibili. Potete però gustarvi una buona merenda o una bibita fresca. Sempre che troviate posto.
Per rientrare al parcheggio ora basterà seguire la facile e larghissima forestale che prosegue verso Passo San Pellegrino. Ad un grande bivio, bisognerà voltare a sinistra e scendere con maggior pendenza, lasciandosi poi alle spalle le deliziose malghette di cui sono puntellati i prati.
In breve, la via da sterrata diverrà asfaltata e saremo giunti a Col de Mez: un giro ad anello quindi (se accettaste di effettuare la deviazione) che allungherà di circa 45 minuti il tempo stimato finale rispetto a quello previsto per un ritorno stessa via. Ma ne vale la pena: ammirerete panorami eccezionali.
Se state cercando una sistemazione a Falcade per programmare qui una vacanza, noi non possiamo che consigliarvi l‘Hotel Stella Alpina. In posizione centrale (si trova proprio nella Piazza del Municipio) è una delle strutture storiche del paese ma ha saputo rinnovarsi sempre con grande lungimiranza.
La cucina è senza dubbio ottima, così come la pasticceria (che è una delle migliori di tutto l’Agordino). Offre anche un bel giardino esterno per rilassarsi, fare un aperitivo e mangiare un gelato oppure anche pranzare. Inoltre, è punto di partenza per tante belle passeggiate nella verdissima piana di Falcade, uno dei luoghi migliori per far correre e giocare i bambini e dove troviamo un parco giochi enorme e molto curato.
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