Le Dolomiti in inverno regalano una magia bianca che è difficile dimenticare… Oggi, coi nostri bimbi, effettueremo un splendido itinerario in Val Fiorentina (al confine con la Val di Zoldo): saliremo infatti al Rifugio Città di Fiume che, in mezzo a candidi prati, è pronto ad accoglierci con i suoi meravigliosi panorami e con un Pelmo imponente che lascia filtrare timidi raggi di luce.
Escursione invernale: consultare sempre l’Ufficio Turistico per verificare le condizioni del manto nevoso, la fattibilità del percorso e l’equipaggiamento da utilizzare.
Dopo aver parcheggiato la nostra autovettura nell’ampia zona adibita presso il terzo tornante del Passo Staulanza (partendo da Selva di Cadore verso la Val di Zoldo), immediatamente scorgeremo la partenza del sentiero, delimitata da una sbarra verde. Alla nostra destra, imponente e maestoso, il Pelmo (m. 3168), appellato affettuosamente anche el Caregón de ‘l Padreterno (il trono di Dio) per la sua curiosa forma che, però, da qui poco ricorda una sedia. Il punto migliore per cogliere l’analogia è sicuramente la Valle del Boite. Si narra che il Signore, dopo aver plasmato le Dolomiti Ampezzane necessitasse di riposo: creò quindi il Pelmo per riposarsi.
E noi quindi, in compagnia del monolite più famoso dei Monti Pallidi, ci incamminiamo lungo l’ampia forestale che, coperta di neve, ci catapulta in un mondo che pare fatato. Si alternano momenti di pendenza modesta ad altri più impegnativi, pur rimanendo sempre un sentiero facile ed adatto alle famiglie. Oltrepassato un grazioso ponticello, la via inizia ad effettuare un po’ di curve sino ad arrivare al primo (ed unico) tratto in cui bisogna prestare attenzione. Dinanzi a noi infatti si è formata una lastra di ghiaccio che si dovrà oltrepassare.
A meno che non calziate i ramponcini, non camminateci assolutamente sopra. Finireste col sedere per terra (nel migliore dei casi) in un attimo! Noi abbiamo optato per risalire per qualche metro l’area a fianco (quello in salita, a destra), transitando facilmente accanto e sotto gli alberi. Non sarà poi un problema ritornare sulla mulattiera: pur pendente, il terreno offre diversi facili punti di transito e, coi nostri piccoli, sarà decisamente un’avventura da ricordare!
Continuiamo pian piano calcando il nostro segnavia 467 senza nessuna particolare difficoltà, se non un ulteriore tratto ghiacciato (ovviabile però rimanendo a lato strada). Quasi senza accorgercene arriveremo prestissimo all’ultima rampa che ci separa da Malga Fiorentina (m. 1799) ove si inizia anche ad intravedere un timido sole.
Qui il panorama è davvero splendido! Dinanzi a noi il Monte Crot (m. 2158) e, a sinistra, la parete illuminata del Civetta (m 3218) con il Pelmo dietro a chiudere l’orizzonte. Dall’altra parte invece, ecco la Marmolada (m. 3342) e l’inconfondibile Gruppo del Sella con il Piz Boè (m. 3164), nonché le piste della skiarea Civetta – Zoldo – Fiorentina.
Siamo ormai oltre metà strada: dopo aver oltrepassato la casera (in estate monticata), il bosco ci inviterà nuovamente ad addentrarci tra i suoi alberi prima di diradarsi definitivamente ormai quasi in prossimità della nostra meta. Al limitare dei prati ove sorge il Rifugio Città di Fiume, ecco il Pelmo mostrarsi nuovamente con tutta la sua imponente mole.
E, spettacolo davvero stupendo, presto vedremo il sole transitare tra Pelmo e Pelmetto illuminando da La Fessura tutta l’area intorno a noi… I raggi riscalderanno subito l’aria e regaleranno giochi di luce davvero stupendi! Camminando ancora un pochino, scorgeremo anche l’inconfondibile sagoma di una bella casetta ergersi dall’ombra. Siamo ormai arrivati e il Rifugio Città di Fiume (m. 1918) ci dà il benvenuto.
Eravamo già stati in estate nella splendida piana ove sorge il rifugio, ma non immaginavamo che in inverno potesse essere ancor più suggestivo… La fredda aria invernale rende terso il cielo e la nostra vista si può quindi spingere a scorgere anche le vette tra Veneto e Alto Adige, sembra quasi di poterle toccare!
Illuminati dal sole, i bronzei prati dietro alla baita indicano che, salendo, si potrebbe arrivare alla Forcella de la Puina (m. 2054) prima, a quella de Roan (m. 1999) e di Col Roan (m. 2075) poi, porta d’accesso al fantastico mondo di Mondeval, ove negli anni ’80 fu ritrovato Mondy, scheletro praticamente intatto di un cacciatore di epoca mesolitica (con la bella stagione è senz’altro un’escursione lunga ma panoramicissima, mentre in inverno è adatta solo agli esperti per via delle possibili formazioni di ghiaccio).
Al Rifugio Città di Fiume, nelle belle giornate di sole, si può anche mangiare fuori. Non si può non entrare e non assaporare la magica aria che solo in montagna si può respirare… Mario, il gestore, saprà farvi sentire come a casa vostra, raccontandovi qualche aneddoto e consigliandovi qualche bel sentiero da percorrere od anche, perché no, un buon piatto tipico da assaggiare. Io ancora, dalla volta precedente, avevo in mente i fantastici gnocchi alla ricotta affumicata (e così non ho potuto resistere) ma anche l’ottima soppressa scottata in padella e i funghi hanno trovato posto nel mio cuore. Insomma, appagato sguardo e stomaco!
Dopo aver preso un po’ di sole comodamente seduti ad uno dei tavoli esterni (tanto spazio è anche a disposizione per giocare e correre, soprattutto in estate), si è poi pronti per riprendere la via di casa. Ormai il sentiero sarà praticamente tutto illuminato e ammirare le montagne circostanti verrà ancor più naturale… Così come scattare centinaia di foto per ricordare una giornata così meravigliosa.
L’immagine di copertina è di proprietà del Rifugio Città di Fiume