Una facilissima passeggiata, davvero alla portata di chiunque, ma in un contesto davvero caratteristico, è quella che si snoda nella magnifica forra dei Serrai di Sottoguda: adatta a tutti, anche a bambini e passeggini, non aspetta altro che essere scoperta.
Attenzione: la strada dei Serrai di Sottoguda è stata distrutta dalla tempesta Vaia nell’ottobre 2018. Al momento pertanto non sono praticabili
Dopo aver parcheggiato la nostra macchina in uno degli ampi sterrati in località Pian, poco prima del caratteristico abitato di Sottoguda (dal momento che l’area di sosta dedicata è decisamente troppo piccola per accogliere le moltissime visite dei mesi topici), abbiamo percorso il tratto di strada che ci separava dall’ingresso nei Serrai in non più di dieci minuti, ma questa bella passeggiata e ci ha permesso di scoprire le bellezze di questo paesino semi-sconosciuto.
Arrivati al limitare della gola, si può optare per due possibilità: la prima è di percorrerla (in salita) a piedi, oppure di salire sul caratteristico “Trenino dei Serrai”, per “risparmiarsi” la fatica: con piccoli a seguito (e si sa qual è il fascino che i treni esercitano sui bambini), può essere senz’altro una bella alternativa! La tariffa è 3,50 euro a persona – gratuito per gli infanti – (ma da ricontrollare con la prossima stagione) e consente di caricare anche eventuali passeggini.
Con questo bel mezzo di trasporto si percorre la stretta forra sino a Malga Ciapela, dove è posto il primo dei tre tronconi della funivia che porta in cima alla Marmolada; da qui, dove il trenino termina la sua linea, ci siamo voltati per ripercorre la gola in senso opposto, lasciando che i 200m di dislivello fossero per noi una comoda discesa.
Questa strada asfaltata, che si staglia strettissima tra pareti alte anche 100m, era la vecchia carrozzabile del Passo Fedaia, sostituita, circa una ventina d’anni orsono, da quella ben più comoda e larga che corre al di sopra; un tempo però era l’unico collegamento possibile con la Val di Fassa e molti inverni sono trascorsi senza che questa fosse transitabile: infatti veniva chiusa al traffico e i ponticelli caratteristici addirittura smontati, per permettere alle piene pimaverili del torrente Pettorina di non incontrare ostacoli e raggiungere il fiume Cordevole senza difficoltà.
Partendo appunto da monte, la camminata verso valle risulta assai comoda e tranquilla: dopo i primi due tornanti, la strada modera decisamente la sua pendenza e pare praticamente in falsopiano; a metà strada circa, si incontrerà anche la graziosa chiesetta, un tempo dedicata a Sant’Antonio abate, protettore degli animali, eretta proprio dopo una moria di bestiame che mise in ginocchio la già povera economia della zona; in seguito poi il culto cambiò ed ora il patrono è Sant’Antonio da Padova.
Poco oltre, alcuni cartelli esplicativi, raccontano le altre particolarità della gola, ma una su tutte sono senz’altro le magnifiche cascate di ghiaccio (come la Franzei e la Cattedrale, le più spettacolari), che si formano d’inverno: sono la gioia di tutti gli appassionati di ice climbing, che si ritrovano qui anche da posti lontani, attratti proprio da questi spettacoli naturali, altrove difficilmente riproducibili.
Per riguadagnare il paesino di Sottoguda ci vuole circa un’oretta, contando però di fermarsi qua e là ad ammirare le imponenti rocce aguzze e fotografando i luoghi più emblematici: essendo tutto il canyon molto umido, è meglio, se la giornata non è particolarmente calda e afosa, portare qualcosa per coprire i bimbi più piccoli.
Dal 2012 l’ingresso, anche per i pedoni, è a pagamento: la spesa è abbastanza irrisoria (meno di cinque euro), ma contribuisce alla preservazione e alla cura di questo luogo così insolito ma tutto da scoprire e raccontare.