La Val di Fassa offre, sia in estate che in inverno, panorami davvero da sogno: circondata da montagne splendide (Sella, Marmolada, Sassolungo, Sassopiatto) è anche ideale per facili passeggiate, tutte immerse in contesti paesaggistici unici. Ma uno dei suoi massicci più famosi è anche conosciuto per l’alone leggendario che lo avvolge: oggi infatti raggiungeremo, con le ciaspole, lo spettacolare pianoro di Gardeccia al cospetto del Catinaccio, regno di Laurino e del suo immortale giardino di rose, visibili solo all’alba e al tramonto. Pronti per venire con noi?
- Località di partenza: Pian Pecei
- Parcheggio: alla partenza della funivia Catinaccio di Vigo di Fassa (varie soluzioni, sia gratuite che a pagamento)
- Mezzi utilizzati: ciaspole
- Tempo medio: due ore e un quarto circa (percorso ad anello)
- Difficoltà: facile
- Dislivello: 150 metri; Pian Pecei n. 1800 – Gardeccia m. 1946
- Tipologia di percorso: tratti di salita alternati ad altri pianeggianti
Escursione invernale: consultare sempre l’Ufficio Turistico per verificare le condizioni del manto nevoso, la fattibilità del percorso e l’equipaggiamento da utilizzare
Ciampedie, il Campo di Dio: lo spettacolo assoluto sul Catinaccio
Dopo aver parcheggiato la nostra autovettura in una delle aree sosta di pertinenza degli impianti, subito raggiungiamo la biglietteria della funivia Catinaccio per acquistare il nostro ticket. Non resterà che salire sulla cabina che, in brevissimo, ci condurrà sino ai 2000 metri del magnifico pianoro di Ciampedie, il Campo di Dio.
Non a caso questa località porta un nome tanto altisonante. Appena fuori dalla stazione, non potremo che rimanere soggiogati da tanta bellezza: il Catinaccio è proprio di fianco a noi e si mostra in tutta la sua bellezza. Da lontano, la Roda di Vael ci scruta e i dirupatissimi Larsech precipitano nella sottostante Valle del Vajolet. Potremmo stare ore qui ad ammirare anche il resto delle magnifiche vette (il Buffaure, il Latemar…) ma la nostra escursione ci attende: con prudenza raggiungiamo quindi la seggiovia che, dalla parte opposta, scende verso Pian Pecei.
Verso Gardeccia: in inverno si arriva solo da Pian Pecei (con gli impianti)
Non sarà necessario acquistare un ulteriore biglietto giacché quello in nostro possesso già è valido anche per questo secondo trasporto. Così, in poco meno di cinque minuti raggiungeremo Pian Pecei, punto di partenza della nostra escursione odierna. Non è possibile raggiungere Gardeccia (in inverno) direttamente da Ciampedie lungo il sentiero 540. Si attraverserebbero le piste da sci e, quindi, non sarebbe tutelata la sicurezza. Direzione obbligata quindi: ma non ce ne pentiremo!
Una volta arrivati a Pian Pecei bisognerà immediatamente seguire l’opportuna cartellonistica blu con raffigurato un omino con le ciaspole. Aggirate quindi la stazione delle seggiovie Vajolet 2 (in salita da Pera) e Pra Martin (che collega all’omonimo rifugio), ecco che il nostro sentiero inizia in buona salita costeggiando il tracciato sciistico regalando, attraverso i rami degli alberi, scorci davvero incredibili sul Larsech.
La strada verso Gardeccia si snoda in uno splendido bosco con vista Catinaccio
Dopo poco tempo abbandoneremo il carosello di piste per inoltrarci nel bosco. La strada riduce subito la sua pendenza, regalandoci un piacevole e poco faticoso transito tra pini e abeti, ogni tanto baciati dal sole che filtra tra le frasche. Senza quasi accorgerci della distanza percorsa, in breve perverremo ad un bivio: entrambe le vie conducono a Gardeccia… Come si fa a decidere quale scegliere?
Beh, il nostro di oggi è un percorso circolare: difatti qualsiasi sia la nostra scelta, potremo comunque optare di tornare indietro per l’altra, compiendo così un anello e ammirando in un sol colpo due differenti vie. Noi continuiamo verso destra, seguendo così il Sentiero delle Leggende, decidendo così di approfittare delle installazioni che raccontano le antiche storie tramandatesi nei secoli riguardanti Re Laurino, il Catinaccio e le sue rose.
La leggenda del giardino di rose di Re Laurino
E proprio il Catinaccio inizia a far capolino tra i rami, conquistandoci subito con la sua mole e destando subito curiosità nei più piccini. Come mai è così famoso? Cos’ha di tanto speciale questa montagna così massiccia e maestosa?
E’ presto detto: grazie al primo dei cartelli esplicativi, potremo raccontare la favola di questo re, antico sovrano del popolo dei nani che abitava nascosta nel Vaiolon, nelle viscere del Catinaccio. Dal momento che erano genti tranquille e laboriose, non vi erano mura che proteggessero il regno ma solo un sottile filo di seta che anche delimitava gli splendidi giardini di rose tutt’intorno, che davano anche il nome al luogo, Rosengarten (giardino delle rose).
Laurino era un monarca giusto e leale, che viveva in pace. Un giorno seppe che in un reame a lui vicino c’era una splendida principessa, Similda, e la rapì per farla divenire sua sposa. Per sette anni suo fratello la cercò fino a trovarla e liberarla: dopo una battaglia, il principe, rassicurato sulla bontà e rettitudine di Laurino da parte della sorella, decise di stringere con lui un’alleanza, affinché i relativi popoli potessero vivere in armonia e prosperità.
Tuttavia non tutto l’esercito era del medesimo parere del loro condottiero e, nella notte, assalirono Laurino. Dopo un tremendo combattimento, fu fatto prigioniero e portato molto lontano. Per tanti anni restò lontano dalle sue amate montagne e potè farvi ritorno solo dopo essersi astutamente liberato.
Una volta giunto alle pendici del Catinaccio, si rese conto che era stato proprio il suo favoloso giardino di rose a tradirlo. Così visibile e riconoscibile, aveva condotto il fratello di Similda a lui e decretato così la sua rovina. Dal momento che era anche un potente mago, trasformò tutto in pietra e pronunciò un tremendo incantesimo: mai più le rose si sarebbero dovute vedere, né di giorno né di notte.
Ma Laurino dimenticò l’alba e il tramonto. Ecco perché ancora oggi le Dolomiti si tingono di rosa (enrosadira, in ladino) al sorgere e al calar del sole. Le rose di Laurino tornano ad essere visibili e ad indicarci ove sia il suo favoloso e mitico regno.
La storia triste di Laurino e del Rosengarten affascina da secoli grandi e piccini (a me fu raccontata da mia nonna, la prima volta, proprio durante un tramonto nella vicina Falcade) e saprà tenere viva l’attenzione di tutti i bimbi con noi. Con la promessa di cercare l’ingresso alle viscere della montagna e incontrare così il leggendario re, continueremo la nostra passeggiata che, tra facili saliscendi, pian piano ci farà avvicinare a destinazione.
Non passerà molto che incontreremo un’altra favola, ossia quella che racconta la formazione del Lago di Antermoia, suggestivo specchio d’acqua incastonato tra altissime pareti… Ma non ve la raccontiamo, lasciamo che possiate scoprirla e leggerla ai vostri bimbi tra lo stupore generale.
La splendida camminata sul Sentiero delle Leggende verso Gardeccia
Camminando facilmente nel bosco, ci avvicineremo sempre più a Gardeccia, nostra meta. Ad un tratto, proprio quando la lunga fila di abeti e pini sembra non dover mai finire, ecco una radura: siamo arrivati a I Poz (m. 1896), dove due casette ci fanno capire che ormai non siamo così lontani e dove il Catinaccio inizia a farsi prepotentemente grande nel nostro campo visivo.
E così inizia la prima delle due salite un po’ più ripide che ci condurranno infine a destinazione. Girato a sinistra (sempre presenti le indicazioni), costeggeremo una palizzata di legno per seguire il sinuoso sentiero che, entrando e uscendo da radi boschetti, ci porterà sino al parcheggio estivo (ora coperto di neve) da dove, dietro una curva, finalmente compariranno i tanto agognati rifugi.
La piana di Gardeccia offre una splendida vista sul Catinaccio
Nella splendida piana di Gardeccia (m. 1946) sorgono ben tre ristori: il Rifugio Gardeccia appunto, lo Stella Alpina Spiz Piaz e la Baita Enrosadira. Non c’è quindi che l’imbarazzo della scelta per sedersi e riposare, nonché magari bere una bevanda calda o consumare un ottimo piatto tipico!
Quando splende il sole, qui è una vera favola: ci si potrebbe quasi dimenticare del freddo e stare a godersi i caldi raggi… I più intrepidi potrebbero anche raggiungere i Rifugi Vajolet e Preuss (chiusi in inverno) o il Passo Principe (aperto nei weekend, ma sempre da verificare). Necessarie saranno le ciaspole per proseguire, mentre sin qui (in caso di nevicate assenti) potranno essere anche sufficienti un buon paio di scarponi da montagna.
Si rientra a Pian Pecei lungo un latro sentiero, compiendo un percorso ad anello
Dopo essersi ristorati e aver ripreso fiato (e magari anche plasmato qualche bel pupazzo) saremo pronti per rientrare a Pian Pecei: già, ma non faremo lo stesso percorso dell’andata! Ricordate che avevamo incontrato un bivio e ci eravamo mantenuti sulla destra? Ebbene, ora calcheremo l’altro, per ultimare il nostro anello.
Di fronte al Rifugio Gardeccia e di fianco alla Baita Enrosadira noteremo un crocicchio con indicati diversi sentieri. Noi seguiremo il 540, ossia quello che, in estate, riporta direttamente a Ciampedie e alla funivia. Ma in inverno, come già detto, non è possibile questa via direttissima. Ad un certo punto verremo quindi ricondotti verso Pian Pecei per salire sulla seggiovia che ci riporterà in quota.
Il sentiero si snoda facile nel bosco
E iniziamo!
Dopo nemmeno cinque minuti, eccoci al cospetto del bellissimo (ma ormai abbandonato) Rifugio Catinaccio, in attività fino a qualche lustro fa. Splendidamente ubicato con vista panoramica sul Passo delle Zigolade, ci lascia anche ammirare le guglie della Marmolada (col Gran Vernel e Punta Penia) prima di farci tornare nel bosco, la cui vegetazione ci accompagnerà sino al termine del nostro itinerario.
E così, tra alti fusti, saliscendi e scorci davvero mozzafiato, dapprima incontreremo la deviazione per la funivia (che non potremo seguire) dove continueremo lungo la via battuta (pur non essendoci indicazioni) e, infine, il ricongiungimento col Sentiero delle Leggende del mattino.
Ormai non più di dieci minuti ci separano da Pian Pecei. La vista sul Catinaccio, da qui, sarà egualmente stupenda ma non come da Gardeccia, dove avremo anche cercato invano la porta per entrare nel misterioso e leggendario mondo di Re Laurino.
Ciampedie: moltissime le manifestazioni invernali cui è possibile partecipare
Ma non è finita!
Già perché, una volta tornati a Ciampedie, non sarà raro imbattersi nelle moltissime iniziative e manifestazioni promosse dall’APT Val di Fassa. Noi abbiamo avuto la fortuna di partecipare sia ad Happycheese (la golosa degustazione di formaggi e vini pregiati del Trentino) che a Val di Fassa Panorama Music, ossia esibizioni di gruppi musicali nella splendida cornice delle Dolomiti, entrambe a Baita Checco. Insomma: prevedere una bella camminata in quota e poi potersi trovare anche coinvolti in queste splendide esperienze non è proprio male!
Consigli utili:
- come si arriva a Pian Pecei? Noi siamo giunti con la funivia da Vigo e poi con la seggiovia da Ciampedie (il ticket per la funivia è valido anche per questo secondo impianto) ma è altresì possibile salire da Pera con le seggiovie Vajolet 1 e 2. La vista però che si può ammirare da Ciampedie vale sicuramente la prima opzione (e proprio a Ciampedie si trova un bellissimo parco giochi)
- c’è solo questa strada per arrivare a Gardeccia? No, si può anche salire da Muncion e parcheggiare a Sojal per poi proseguire su sentiero battuto. I tre rifugi della conca di Gardeccia effettuano servizio motoslitta (a richiesta) e mettono a disposizione slittini per il rientro (a seconda della disponibilità)
- come faccio a sapere le date di Happycheese e Val di Fassa Panorama Music? Ogni anno, ad inizio stagione, sul sito www.fassa.com vengono pubblicati tutti gli appuntamenti delle manifestazioni. Basterà collegarsi e spulciare quella che interessa!