Oggi scopriamo un ristoro situato in un punto bellissimo, a cavallo tra luoghi la cui bellezza è universalmente riconosciuta: il Rifugio Passo Selle, tra le le valli del Monzoni (Fassa) e del San Pellegrino, raggiungibile con zaino portabimbo.
La partenza è fissata alla sommità del Passo San Pellegrino (m. 1918), in prossimità della seggiovia Costabella; dopo aver parcheggiato l’autovettura, siamo pronti per iniziare e subito prendiamo il sentiero 604 che parte in salita, con prima destinazione Baita Paradiso (m. 2200), che abbiamo già conosciuto in occasione della nostra visita invernale al passo.
Da qui, la vista è veramente eccezionale, e spazia verso le belle montagne agordine, mentre le Pale di San Martino iniziano a fare capolino da oltre la scura cima dello Juribrutto; dietro di noi invece il massiccio del Costabella, con tutte e sue cime, sulle cui creste corre la via attrezzata intitolata all’illustre guida alpina Bepi Zach, famosissima in queste zone, costruttore del Rifugio Miralago (che s’incontra appena partiti per la via verso Fuciade) e del Rifugio Passo Selle stesso.
Il sentiero percorso sin qui non è faticosissimo, ma nemmeno riposante: per lunghi tratti, ricalca infatti una delle piste da sci della SkiArea San Pellegrino, pertanto non esattamente pianeggiante; qualora desideraste provare a spingervi sin qui col passeggino, sappiate che il fondo, abbastanza levigato, lo consentirebbe, ma la pendenza non è molto incoraggiante.
(Per chi volesse saltare la prima parte, è possibile anche servirsi degli impianti Costabella, che porteranno direttamente a metà percorso, poco sopra la tappa intermedia: si potrà discendere e continuare per l’ampia mulattiera sterrata oppure proseguire per sentierino, ben segnalato, fino a ricongiungersi nella parte finale)
Dalla Baita Paradiso (dove si può fare tappa per godersi del meritato relax sulla stupenda terrazza panoramica e fare quattro chiacchiere con Gino, il simpaticissimo proprietario), ci separa circa un’oretta dalla nostra meta; il tracciato diventa più impegnativo e, chi fosse giunto sin qui il passeggino non potrebbe decisamente proseguire oltre; nonostante per lunghi periodi lo sterrato sia in ottime condizioni, la pendenza si fa proprio sentire: si rischierebbe di decidere di tornare sui propri passi per mancanza di fiato e sarebbe davvero un peccato!
Il Rifugio Passo Selle (m. 2528), anche appellato Bergvagabunden Huette, che ci ha guardato dall’alto del suo crinale per tutta la durata dell’escursione, si presenta a noi in cima alla ripidissima erta finale; coperto quest’ultimo faticoso tratto, avremo dinanzi una vera meraviglia: si gode di un panorama davvero superlativo sulla maggior parte dei gruppi montuosi vicini: le Pale di San Martino, oltre le nere moli di Juribrutto e Cima Bocche (dove tanto si combattè durante la Grande Guerra), il Catinaccio, il Civetta, le Creste di Costabella…insomma, da vedere personalmente, perchè descriverlo a parole non è la stessa cosa!
Da qui poi si possono intraprendere escursioni maggiormente impegnative, come già citata ferrata Bepi Zac, che proprio di fronte alla struttura ha il suo innesto, o la discesa verso il Rifugio Taramelli (m. 2040) e la Val Monzoni, o ancora il sentiero n. 640 G. Badia che ci permetterebbe di raggiungere addirittura la Valle San Nicolò, lungo uno spettacolare (ma difficile) sentiero popolato di stambecchi e camosci.
Nonostante il Rifugio non sia esattamente il luogo ideale dove far scorrazzare i bambini, per via della sua posizione arroccata su di un valico, potrebbe comunque risultare per loro (per i più grandicelli almeno) molto interessante dal punto di vista storico; col sentiero 616 infatti, si può percorrere la Cresta de le Sele, scoprendo molte tra le postazioni austriache in uso durante la Prima Guerra Mondiale: grotte, trincee, punti di fuoco…oggi possiamo permetterci il lusso di andarle a visitare a cuor leggero, ma una doverosa spiegazione di quanto accaduto un secolo fa, sarà assolutamente doverosa.
Nonostante l’assenza di prati e pascoli per un pic-nic, il Rifugio merita assolutamente una visita per la sua peculiare posizione e per il panorama davvero unico che offre; e poi, si potrà certamente gustare un’ottima salamella con patatine, a cui i bimbi difficilmente resistono (e anche gli adulti…)
Sulla via del ritorno, sarà interessante anche fare una deviazione verso Colifon (m. 2364), ossia l’avamposto italiano: più facile da raggiungere rispetto alla prima linea nemica, consentirà di scoprire l’altro “punto di vista” dei combattimenti, e potrà essere un ulteriore spunto per spiegare gli accadimenti storici ai nostri bimbi.
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