Dolomiti

Baite Aperte, ad Alleghe una giornata dedicata a neve e degustazione

Baite Aperte, nella skiarea di Alleghe, ridente località di villeggiatura delle Dolomiti Bellunesi, è diventato ormai un appuntamento imprescindibile per gli amanti della natura e del gusto: ogni anno infatti, a marzo, una domenica è interamente dedicata alla degustazione e allo sport. Ciaspolando oppure sciando, si seguirà un percorso che farà toccare molti tra gli innumerevoli fienili e baitelli, all’interno dei quali si potrà bere e magiare, assaggiando così pietanze e bevande tipiche. Come rinunciare? Il nostro amico Valentino è andato a curiosare per noi durante l’edizione 2018 ed ecco il suo racconto!

Arrivata alla sua settima edizione, l’iniziativa Baite Aperte conferma il suo crescente successo con affluenza record. Giornata non particolarmente fortunata in termini di meteo, comunque non ha scoraggiato il suo affezionato pubblico, che inforcati sci, telemark, snowboard o anche ciaspole  si è avventurato nel comprensorio del Civetta con la proverbiale voglia di far festa immersi nella natura.

“Con la primavera alle porte, marzo si lascia intravedere dalle finestre”
Forse non tutti sanno che Baite Aperte offre la possibilità di condividere il patrimonio di baite sapientemente scolpite nella pietra nella cornice di un panoramico Civetta, deliziando con tipici piatti e assortite bevande. I nostri inviati speciali Simone e il veterano Valentino (cioè io), quest’anno decidono di intraprende il tour in modalità solitaria, ottimizzando il tempo per meglio assaporare i gusti che solo questa terra sa offrire. I neofiti invece avranno certamente la possibilità di aggregarsi ai vari gruppi guidati: comune a tutti è invece la curiosità, la voglia di divertirsi e, perché no, la fame.

La giornata ha inizio agli uffici skipass ad Alleghe per acquistare il giornaliero e così risalire sino Piani di Pezzè per ottenere il welcome-pack, correlato di immancabile gamello. Quest’anno le baite in programma sono 17, ambizioso bottino da conquistare a colpi di sorsi ed assaggi sino a chiusura impianti.

“Sacrificate qualcosa ma non sacrificate mai il vostro tempo”
La partenza è tranquilla, alle 10:00 si va in pista, le baite aprono le porte alle 10:30. L’affluenza attestata sul migliaio di partecipanti non ha colto impreparati i nostri ristoratori, già ben temprati dalle precedenti edizioni e entusiasti di mostrarsi il prima possibile al proprio pubblico.

“Fedeli scudieri del mestolo in soccorso tra pasti gourmet, fiumi di birra e vino scorrevano”
Dai Piani di Pezzè, grazie alla nuova ovovia, in men che non si dica veniamo catapultati a Col dei Baldi e, come per incanto, ci troviamo sul “pianeta delle baite”. Le aspettative sono pienamente confermate: sapori e calore della tradizione ci hanno avvolto subito! Cominciato con un breve tratto di fuoripista che ci separava dalla prima baita “la kipa de le vai”, le polpettine di carne al sugo erano lì ed aspettavano solo noi.

Ma è solo l’inizio!
E così, solcato un fresco canalino e pennellate un paio di curve farinose, stiamo già brindando da “checo padelin” insieme ad un ricco binomio di wurstel alla viennese con senape. Riguadagnata la pista fra fronde di abeti addobbati con neve cristallina, eccoci al “tabià de rico” per il brunch a base di bretzel, speck e formaggio… Giusto il tempo di intrattenersi coi titolari evocando la precedente edizione ed è già ora degli arrivederci. Baita “dai fop” si è fatta per noi attendere: carovane di sci accostati in ordine sparso preannunciavano comitive festanti che si godevano l’agognato momento di merendare a tigelle!

“Forza in marcia esploratori su oceani di bianca e soffice neve nell’attesa di dolci approdi”
Orientati verso i “boi” e messe le gambe sotto il tavolo, un bis di minestra di fagioli mette carburante nei nostri motori scoppiettanti e, affascinati dall’abbondanza di neve, ci siamo scatenati sulle ben innevate piste del comprensorio immagazzinando chilometri nelle gambe, disegnando favolose traiettorie in direzione Selva di Cadore e Val Di Zoldo.

Ripresa la bussola e mappa alla mano, saliamo al Fertazza e ci fiondiamo da “ettore”: l’anno scorso c’era un piccolo laghetto qui e sorrido perché dentro ci stava pure lo sciatore maldestramente a fare il bagno! Siamo arrivati tardi e sfortunatamente si sono mangiati già tutto. Leviamo così le ancore e salpiamo in venti centimetri di fresca accumulati nelle scorse nevicate per raggiungere più a valle la baita “dai rive”. Momento glamour della giornata: musica programmata da sapienti dj in cappello da cowboy, tartar di carne e tanto tanto BRUT millesimato.

A pomeriggio oramai inoltrato iniziano a farsi sentire i chilometri percorsi e, in base alla lancetta della riserva, vanno ottimizzate le forze e aumentata l’attenzione per la nostra e l’altrui incolumità. Poche centinaia di metri di ascesa e su in seggiovia per Col dei Baldi, ultima risalita di giornata in direzione “pea” che, trovata chiuso lo scorso anno, si è fatta perdonare con bis di canederli, poi cervo, polenta e formaggio fuso… Un sogno divenuto realtà dopo un lungo anno di attesa! Il bis era obbligatorio e, perché no, anche un buon caffè con grappino.

Siamo all’ultima discesa ai Piani di Pezzè, vi piace la porchetta? Bene il “tabià de la nert” è il posto che fa per voi, con cevapcici fumanti sulla grigia, patate bollite e formaggi saporiti! L’occhio vuole certamente la sua parte ma inizia ad essere più un problema di spazio che tempo, consideratelo magari un’apericena. Siamo ai titoli di coda, sciando anche il rientro siamo all’ultima visita, baita “paron duilio”, stupefacente. Sono ormai le quattro del pomeriggio ma nessuno ci vieta un piatto di penna alla boscaiola, dopotutto abbiamo sulle spalle sette ore di attività, quaranta chilometri di piste e quattromila metri di discesa.

Insomma: Baite Aperte deve assolutamente essere inclusa nel vostro palmares. Si scia e si mangia in uno dei contesti più belli delle Dolomiti Bellunesi (e non solo), potendo sperimentare il calore e la passione dei ristoratori e la frizzante aria di festa che tutto avvolge.

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