Dolomiti

Al Santuario di San Romedio coi bambini, tra spiritualità e silenzi

Il Santuario di San Romedio, che sorge arroccato su di uno sperone in mezzo ad un canyon, è uno dei luoghi di culto più famosi della Val di Non e del Trentino, nonchè tra i più visitati dalle genti di etnia tedesca (molto devote al santo); si raggiunge generalmente con un sentiero molto suggestivo scavato nella roccia, partendo dal Museo Retico di Sanzeno, ma noi oggi vi ci condurremo seguendone uno alternativo: partiremo dalla località Tavon, a Coredo, percorrendo un deliziosa via nel bosco.

  • Località di partenza: Pineta Naturalmente Hotels – Tavon (Coredo)
  • Parcheggio: alla località di partenza (di media grandezza, gratuito, appena sopra l’hotel)
  • Mezzi utilizzati: passeggino da trekking
  • Tempo medio: mezz’ora andata, 45 minuti al ritorno
  • Difficoltà: medio

Dopo aver lasciato la propria autovettura nel parcheggio alla fine della carrozzabile, dopo il Pineta Naturalmente Hotels, ecco che la via procede tranquillamente in piano, lungo una strada sterrata dal fondo molto liscio; al primo bivio, si volta verso sinistra, dove si inizia a scendere in maniera abbastanza decisa, sempre in mezzo ad un bel bosco che, per noi che l’abbiamo fatta in autunno, regala colori davvero intensi.

Dopo aver guadagnato un falsopiano, dove una bella panchina col musetto d’orso accoglie i camminatori stanchi dalla salita (che si farà al ritorno), il sentiero continua nuovamente in discesa, stavolta un pochettino più ripida; successivamente ad un paio di tornanti, bisognerà seguire le indicazioni per la nostra meta (molto evidenti), che ci faranno deviare verso sinistra, fino ad oltrepassare un ponte ed un capitello, per congiungerci definitivamente ad un’altra strada.

Da qui, sempre tra saliscendi, in meno di dieci minuti, raggiungeremo la porta del Santuario, che si mostra in tutta la sua bellezza (seguendo la via per il cimitero, appena prima di arrivare, sulla destra, potrete fare foto bellissime su tutto il complesso); San Romedio, nobile erede della casata tirolese dei Thaur, dopo un viaggio a Roma, rispose alla chiamata del Signore, donando tutte le sue ricchezze ai più bisognosi e ritirandosi in preghiera nelle lande desolate delle montagne, scoprendo nella Val di Non il suo luogo ideale.

L’iconografia ufficiale rappresenta il Santo assieme ad un orso con le briglie: si narra infatti che un giorno trovò il suo cavallo ucciso proprio da un plantigrado, che si stava sfamando delle sue carni; Romedio a quel punto, dopo essersi inizialmente spaventato, gli disse che avrebbe dovuto quindi sostituirsi al suo mezzo di trasporto ormai defunto, e l’animale si fece sellare senza opporre resistenza. Fino a qualche tempo fa, alcuni orsi erano custoditi qui nel recinto loro dedicato, ma poi si convenne che fosse meglio trasferirli al parco faunistico di Spormaggiore; dal 2013 però, qui ha trovato casa Bruno, originario del Parco Nazionale d’Abruzzo, che ogni tanto si mostra agli stupiti bambini, uscendo dalla sua casetta all’interno del giardino (ovviamente non accessibile).

Se foste arrivati sin qui col passeggino, la visita all’interno del Santuario dovrà necessariamente proseguire senza (lo si potrà “parcheggiare” tranquillamente nell’androne d’ingresso): ben 131 scalini attendono il pellegrino che vorrà salire fino alla sommità dello scoglio roccioso, alto più di 70 metri dove, secondo la leggenda, si sarebbe rifugiato in eremitaggio Romedio; appena sotto, la piccolissima chiesetta, risalente all’anno 1000, primo luogo in cui i devoti si ritirarono a pregare.

Nei successivi secoli, ben altre quattro cappelle furono costruite, fino a scendere alla base dello sperone, l’ultima delle quali nel 1918, come ringraziamento per la quiete dopo la Grande Guerra; lungo le pareti, moltissimi quadri, disegni, pensieri lasciati dai visitatori come ricordo e come richiesta di grazia o intercessione; molto suggestivo sarà anche poter assistere alla Messa, celebrata qui la domenica alle ore 11, nella piccola chiesetta.

Il ritorno avviene lungo la stessa stradina dell’andata, questa volta però tutta in salita; rispetto alla più conosciuta via scavata direttamente nella roccia, questa consente un cammino di avvicinamento decisamente più spirituale, lontano dal chiasso e dalla moltitudine: pensate che ben 200mila pellegrini ogni anno arrivano sin qui per ammirare questo splendido Santuario di montagna, così isolato, ma così suggestivo.

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Per qualsiasi ulteriore informazione, il sito Val di Non è a disposizione; per chi soggiorna al Pineta Naturalmente Hotels, questa è una delle escursioni proposte dallo staff, da fare in compagnia, per un coinvolgimento ancora maggiore!

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