Al Museo della Grande Guerra sulla Marmolada coi bambini: per non dimenticare

Museo della Grande Guerra sulla Marmolada: per non dimenticare

La maggior parte di noi ha (fortunatamente) solo  studiato la Prima Guerra Mondiale, letto sui libri delle sue battaglie, dei soldati al fronte per lunghi e freddi inverni…il Museo della Grande Guerra, allestito a Serauta (m. 2950), secondo troncone della funivia della Marmolada (m. 3342), ci riporta proprio a quei tempi, permettendoci di effettuare un viaggio alla scoperta dell’uomo, che lassù sacrificava i suoi giorni in nome degli ideali di libertà.

Il 28 giugno 1914, l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono imperiale, in visita a Sarajevo con la moglie, fu assassinato per mano di Gavrilo Princip, un reazionario filo-jugoslavo appartenente alla “Giovane Bosnia“: da qui, i già precari equilibri dell’allora Europa, precipitarono senza possibilità di ritorno, tant’è che che quest’avvenimento, viene naturalmente considerato come casus belli della Prima Guerra Mondiale, che storicamente però, prese l’avvio un mese esatto dopo, con la dichiarazione formale fatta dall’Austria alla Serbia.

L’Italia, facente parte della Triplice Allenza assieme ad Austria e Germania, rimase dapprima neutrale e, quando ci si aspettava che entrasse nel conflitto al fianco dei propri amici, voltò invece le spalle, sostenendo la Triplice Intesa di Gran Bretagna, Francia e Russia, che le promisero Trento, Trieste, Istria e Dalmazia; da quel momento, sulle montagne, terre di confine, dove pacificamente gli abitanti avevano vissuto con stima e rispetto, si trovarono su fronti contrapposti, e dovettero imbracciare le armi gli uni contro gli altri.

Fu così che tantissimi giovani di belle speranze, dall’una e dall’altra parte, probabilmente amici di valli contigue, furono inviati sulle vette, in condizioni veramente inenarrabili, tra freddo, neve e malattie, a scavare trincee per cercare di strappare un piccolo pezzo di terra al nemico, ed avanzare in vista della vittoria finale.

Al Museo della Grande Guerra sulla Marmolada coi bambini: per non dimenticare

Il Museo della Grande Guerra della Marmolada ha come obiettivo proprio quello di evocare la vita trascorsa lassù da quegli eroi, che si sacrificarono in nome della Patria: recentemente ristrutturato ed ampliato, è stato inaugurato il 28 giugno 2015, centounesimo anniversario dell’omicidio dell’erede al trono imperiale; già esistente dal 1990 ed intitolato a Mario Bartoli e Bruno Vascellari, rispettivamente ideatore e finanziatore del progetto, vanta il primato di essere il più alto d’Europa, ubicato, come già accennato, a Serauta (m. 2950) ed accessibile con la funivia Move to The Top che, da Malga Ciapela collega la vetta della Regina delle Dolomiti.

Il visitatore, non appena varca la soglia d’ingresso, capisce immediatamente di trovarsi all’interno di un percorso completamente diverso dalla mera esposizione di cimeli storici: questo vuole essere un viaggio all’interno della guerra, a fianco dei soldati stessi, per vivere con loro le emozioni e sensazioni, e condividere le speranze e poter capire le loro tremende condizioni.

E allora, oltre alle armi, munizioni e vestiario, vediamo gli strumenti chirurgici dell’epoca, con crude immagini di un intervento, per capire accadeva ai (molti, purtroppo) feriti durante le battaglie, ma anche nei crolli delle postazioni e durante gli smottamenti del ghiacciaio, peraltro frequenti: le guerra a 3000 metri era durissima, non solo per l’ambiente esterno, al limite della sopportazione, ma anche per lo stress, le malattie, i congelamenti; addirittura l’inverno tra il 1916 e il 1917, si ricorda per essere stato il più freddo e nevoso del XX secolo…non è nemmeno lontanamente immaginabile cosa devono aver patito questi giovani.

Al Museo della Grande Guerra sulla Marmolada coi bambini: per non dimenticare

E l’umanità della loro dimensione emerge tra le lettere, custodite nelle teche, che inviavano a mamme, mogli e fidanzate, chiedendo loro come continuava la vita, ma anche lasciandosi andare a struggenti dichiarazioni d’amore e strazianti rivelazioni, con il timore di non poter, forse, mai più fare ritorno.

Ogni giorno i soldati si contendevano qualche centimetro di montagna: da Serauta si cercava di spostarsi verso Forcella V, base austriaca, dove era stata costruita la “città di ghiaccio“, invenzione geniale dell’ingegnere Leo Handl, ossia un labirinto di cunicoli scavato all’interno della calotta e dei crepacci, con vere e proprie vie e piazze dalla toponomastica viennese, e purtroppo oggi andata perduta per il naturale movimento delle nevi, ma ammirabile sia dal plastico, che dalla ricca documentazione fotografica giunta sino ad oggi.

Nel pochissimo tempo libero, tra uno scavo e un appostamento, i ragazzi riuscivano a fumare un po’ di tabacco oppure a fare qualche partita a carte, ed è davvero incredibile calarsi, anche solo per un attimo nella loro realtà, e comprendere come anche questi pochi momenti riuscissero a donar loro qualche sorriso: tra topi, pulci, zecche e promiscuità, scarsità di generi alimentari, la vita era davvero un’inferno, e vedere le foto di facce quasi scanzonate, rende quasi un briciolo di giustizia al loro grande cuore e allo spirito di sacrificio.

Camminando per i corridoi, non si può non restare incantati di fronte al panorama magnifico offerto aldilà delle vetrate: qui siamo sul tetto delle Dolomiti, e ciò che vediamo sono le montagne più belle del mondo…ma lo erano anche cento anni fa, dove ogni giorno si moriva  e perdeva il contatto con la realtà? Il Museo ci mette di fronte a questi interrogativi, imponendoci una doverosa riflessione sulle nostre priorità, al confronto di chi ha sacrificato ogni cosa per gli ideali di libertà in cui credeva.

Al Museo della Grande Guerra sulla Marmolada coi bambini: per non dimenticare

Nell’ultima sala, dedicata agli audio-visivi, vengono proiettati filmati, alcuni anche originali, che mostrano ancor più nel dettaglio ciò che si è visto all’interno del Museo, restituendo una dimensione ancor più dolorosa e tragica; non mancano anche le spiegazioni sulle dinamiche di battaglia, ed anche notizie geologiche, geografiche e storiche.

Ma non è finita qui, si può continuare anche all’esterno: la zona monumentale, Sacra alla Patria, si completa con un sentiero alla scoperta di trincee e camminamenti, che conduce sulle creste di Punta Serauta, e dove è possibile visitare la caverna del posto di comando, l’osservatorio, l’infermeria e la stazione della teleferica; dal momento che sono previsti tratti con funi metalliche, non è un percorso affrontabile coi bimbi, che potranno spingersi solo sino alla cartellonistica esplicativa da dove, poco più in là, si vede l’obelisco donato da Aquileia a perenne ricordo dei combattenti. (“La guerra li divise, il ricordo li unisce“)

Il Museo della Grande Guerra non è adatto ai bambini particolarmente piccoli, in quanto non possono capirne l’atmosfera, la complessità e la profondità; ma appena più cresciuti, farà senz’altro bene anche a loro misurarsi con una realtà fortunatamente sconosciuta, ma che deve necessariamente essere ricordata, dal momento che è alla base della nostra libertà di pensiero e di vita.

Al Museo della Grande Guerra sulla Marmolada coi bambini: per non dimenticare

Informazioni utili: 

  • il Museo è situato al piano -2 della struttura di Serauta, secondo troncone della funivia della Marmolada; all’interno della stazione, un ristorante self-service e uno shop.
  • l’ingresso al Museo è gratuito, si paga solo il biglietto A/R della funivia: qui i prezzi
  • il Museo Marmolada è visitabile sia d’estate che d’inverno, compatibilmente con l’apertura della funivia (orari)
  • assolutamente consigliabile la salita sino a Punta Rocca (m. 3265): un panorama incredibile su tutte le Dolomiti vi attende!

 

Per ulteriori approfondimenti ed informazioni, consultate il sito del Museo Marmolada Grande Guerra

2 pensieri su “Al Museo della Grande Guerra sulla Marmolada coi bambini: per non dimenticare

  1. Sara dice:

    Sono stata da ragazzina sulla marmolada che bello! Ho letto con interesse il tuo articolo. BRAVA! Complimenti e continua sempre così. Ciao

  2. Azzurra dice:

    Grazie mille! E’ certamente un luogo che va visitato, anche per non dimenticare i dolorosi fatti che ivi si sono svolti.

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