Ci sono moltissime variabili da tenere in considerazione quando si programma un’escursione coi propri bimbi: lunghezza, dislivello, durata, tipologia di sentiero…certamente non dico nulla di nuovo! Ma, per non trovarsi di fronte a sorprese inaspettate, è sempre buona norma controllare le carte topografiche montane e verificare preventivamente tutti i percorsi che intendiamo compiere.
Una delle prime cose da guardare è la lunghezza della camminata, ma non è un parametro assoluto: se il dislivello è minimo, sarà certamente meno impegnativa di una più breve, ma decisamente pendente, così come una passeggiata su fondo dissestato, richiederà maggior sforzo di una su un terreno liscio, oppure un sentiero ombreggiato in mezzo al bosco, sarà meno faticoso di uno completamente al sole…le variabili sono veramente moltissime: ecco qualche dritta per programmare al meglio la nostra passeggiata, basandoci sulla legenda e lettura delle carte Tabacco, le più in uso presso gli escursionisti.
Per prima cosa, bisogna aver chiaro con che mezzo la affronteremo, se con zaino porta-bimbo, oppure passeggino. Nel primo caso, fondamentalmente il tipo di terreno ci interessa in maniera relativa, mentre nel secondo, è da valutare attentamente: potranno senz’altro andare bene le vie per veicoli fuori-strada, le strade con segnavia e, alcune di quelle segnalate con linea rossa continua (mulattiere ampie e facili, ma non tutte: per sicurezza, è sempre meglio accertarsi dell’effettiva transitabilità con l’APT locale), eviterei di andare su quelle tratteggiate (sentieri), a meno che non si conoscano già personalmente e si sia fatta una preventiva valutazione.
Ma tutto questo non basta! Se abbiamo individuato un itinerario che ci piace, e il sentiero risponde alle caratteristiche di cui sopra, come seconda cosa dobbiamo accertarne il dislivello: logicamente, se partiamo da 1500m per arrivare a 2500, forse sarà il caso di rinunciare, mentre invece se la nostra meta a 1700m, allora certamente si potrà proseguire con la stima sull’effettiva fattibilità.
Già perchè non è finita; potrebbe ricorrere il caso che tra la località di partenza e quella di arrivo, intercorrano diversi saliscendi, che fanno quindi aumentare il grado di difficoltà: se per esempio dovremo affrontare una forcella o un valico, quindi con un’ascesa e conseguente declivio, l’itinerario potrebbe diventare impraticabile per il passeggino, pur in presenza di strada larga e il fondo liscio.
Ma come si fa a capire se esistono questi dislivelli? Ci vengono in aiuto le isoipse, cioè le curve di livello, che uniscono punti di uguale altitudine su di una cartina e, nel nostro caso, sono segnate in marroncino: la linea più marcata (direttrice) segna il centinaio di metri, mentre quelle più sottili (intermedie) demarcano le frazioni, in genere di 25 metri (se la scala è 1:25.000). E’ su queste che dobbiamo concentrare la nostra valutazione, per capire realmente se il percorso prescelto è alla nostra portata o meno.
Infatti, se col nostro sentiero andiamo a coprire la distanza tra due punti su di una cartina, l’aspetto fondamentale è capire quanta fatica faremo per farlo: le isoipse ci danno una perfetta indicazione di quanta sia la pendenza (molto ravvicinate indicano infatti una salita decisamente impegnativa, invero distanziate lasciano immaginare un semplice digradare), e ci consentono di capire se ciò che stiamo per affrontare sia nelle nostre corde o meno.
Questa indicazione vale per tutte le escursioni che si intendono programmare, ma a maggior ragione quelle che compiremo coi nostri bimbi e col passeggino: mai partire impreparati, si rischierebbe di trasformare quella che doveva essere una bella giornata all’aperto in una via crucis che genererà solo un brutto ricordo.