La Val Pusteria, grazie alla sua lunghezza, offre a tutti gli appassionati di montagna panorami davvero incredibili: da Bressanone a San Candido, ogni escursionista troverà certamente pane per i suoi denti, così come le famiglie avranno a disposizione una fitta rete di sentieri adatti anche ai più piccini. Oggi, partendo da Valles sopra Rio Pusteria, vi condurremo con le ciaspole alla scoperta di un itinerario che metterà d’accordo sia i genitori che i trekker più esperti: saliremo infatti a Malga Fane, stupendo villaggio che pare uscito direttamente dalle fiabe.
- Località di partenza: Berg am Boden
- Parcheggio: alla località di partenza (ampio, gratuito)
- Mezzi utilizzati: ciaspole
- Tempo medio: due ore circa circa
- Difficoltà: medio
- Dislivello: 350 metri – Berg am Boden m. 1396 – Malga Fane m. 1739
- Tipologia di percorso: costante salita
Escursione invernale: consultare sempre l’Ufficio Turistico per verificare le condizioni del manto nevoso, la fattibilità del percorso e l’equipaggiamento da utilizzare
Malga Fane: si sale dal parcheggio in fondo alla Valle di Valles
Dopo aver lasciato la nostra autovettura nell’ampio parcheggio gratuito di Berg am Boden, alla fine della Valle di Valles poco dopo il piazzale degli impianti di risalita, subito ci incamminiamo lungo la strada asfaltata. In breve perverremo al Kurzkofelhutte (m. 1422), grazioso rifugio ove è possibile noleggiare gli slittini da utilizzare sulla pista che, proprio da qui, trova il suo termine.
Sino all’anno scorso si poteva scendere in slitta sin da Malga Fane però dall’inverno 2018 non è più possibile giacché è stata inaugurata un’altra pista omologata sullo Gitschberg, a Maranza (la valle accanto), con cui Valles è collegata tramite gli impianti. È possibile però comunque lanciarsi in un’adrenalinica discesa lungo una parte un po’ più breve di tracciato che prende il via circa 1 chilometro a monte.
La strada verso Maga Fane lungo il sentiero del latte
Noi però, intenti a salire verso Malga Fane, oggi ignoriamo la possibilità di slittare e, immediatamente, scegliamo di voltare a sinistra per prendere il segnavia 17. Attraversiamo quindi il ponticello ligneo e, pian piano, iniziamo la nostra ascesa immersi in uno splendido bosco e affiancati dal borbottante torrente.
La via procede in moderata salita e, in caso non fosse nevicato per un lungo periodo, rimane agibile anche con un solo buon paio di scarponi da montagna. Camminando sempre con molta serenità, ecco che noteremo, qua e là, delle installazioni: cosa sono? Quello che stiamo percorrendo è il “sentiero del latte“, ossia un itinerario tematico che, soprattutto in estate, guida i genitori coi bimbi alla scoperta delle caratteristiche, della produzione e degli impieghi proprio del latte, preziosissimo alimento ivi “prodotto” dalle autoctone mucche.
Man mano che si procede vedremo la montagna avvicinarsi sempre più. Ad un certo punto però una decisa svolta a destra ci farà attraversare un ponticello: passeremo al di là del torrente, posizione che manterremo sino alla meta. Abbiamo ora due possibilità: o continuare a camminare sul sentiero escursionistico opportunamente tracciato oppure spostarci, qualche metro oltre, sulla carrozzabile innevata. Dal momento che non sarebbe più utilizzabile come pista per slittini, una scelta potrebbe valere l’altra ma è bene sapere che quasi tutti invece continuano a scendere (anche piuttosto velocemente) quindi è senz’altro più sicuro e opportuno mantenersi sulla via “pedonale”.
La via continua in mezzo al bosco, offrendo paesaggi spettacolari
Dopo aver superato qualche ulteriore installazione (sempre quasi del tutto ricoperte da neve) ed aver passeggiato in falsopiano, un breve strappetto ci consentirà di guadagnare definitivamente la strada che, ormai, non lasceremo più. Le varianti infatti, a causa del sole che filtra dai rami degli alberi e scioglie la neve tramutandola in acqua (che però poi ghiaccia di notte) sono sovente ghiacciate e quindi non praticabili. Meglio quindi mantenersi sulla via battuta: non temete però, in caso di pericolo vengono opportunamente chiuse con delle reti.
Pian piano la nostra escursione inizia a prendere velocemente quota grazie ad una serie di tornanti. Ormai abbiamo abbandonato definitivamente l’ombra per farci baciare da un gradevolissimo sole che ci accompagnerà sino a Malga Fane, nostra meta. Attenzione che anche la stessa carreggiata presenta tratti coperti da lastre di ghiaccio: conviene tenere i piccolini per mano per evitare rovinose cadute (e sempre occhio a chi scende velocissimo in slittino).
Superata la serie di curve, finalmente potremo immetterci nel tratto finale. Un crocifisso (sulla destra) ci segnala che ormai siamo a buonissimo punto, il parcheggio estivo è ormai vicino e Malga Fane è solo poco distante chi ci attende… E infatti, dopo aver indugiato per voltarsi indietro più volte ad ammirare il sole giocare a nascondino coi rami, non passerà molto tempo prima di giungere all’area sosta (che, effettivamente, con tutta questa neve non è molto riconoscibile… Sembra più uno slargo) che, con un ulteriore piccolissimo sforzo, dovremo oltrepassare e camminare per altri cinque minuti.
Malga Fane: l’alpeggio più bello dell’Alto Adige! Ricoperto dalla coltre bianca
Da proprio dietro la curva però, ecco lo spettacolo: Malga Fane!
Malga Fane (m. 1739) è un idilliaco villaggio alpestre sorto nel periodo medievale allorché, nel fondovalle, iniziò ad imperversare la peste, epidemia che sconvolse le locali popolazioni. Per sfuggire al contagio, gli abitanti della valle di Valles si rifugiarono quassù, eliminando ogni contatto con chi invece combatteva per la propria vita laggiù a Rio di Pusteria e limitrofi. Passata l’emergenza la gente rientrò nelle proprie abitazioni ma l’alpeggio rimase e, nelle epoche successive, fu utilizzato per ricoverare pastori e beste durante la bella stagione.
E quindi oggi Malga Fane si presenta come doveva essere allora, secoli orsono. La chiesetta, il ponticello, le casette in legno, le fontane… Una fiaba che pare essere uscita da un libro per bambini! Già bello in estate, il villaggio è ancor più suggestivo in inverno quando la coltre bianca lo ricopre. Meta di tanti appassionati, è anche punto di partenza per ciaspolate ben più impegnative (da fare senza bimbi) verso il Rifugio Bressanone o la Labesebenalm dove, certamente, prima o poi andremo!
Mangiare a Malga Fane in inverno è un’esperienza bellissima
In inverno è comunque possibile ristorarsi quassù a Zingerle Hutte, l’unica baita aperta (tranne il martedì): quanto è bello togliersi le ciaspole e godersi un buon piatto tipico baciati dal sole? I bimbi potranno certamente giocare a plasmare un delizioso pupazzo di neve mentre noi ci godiamo il meritato relax in un ambiente davvero incontaminato.
Una volta fatto il piano di aria buona, di vette, cielo blu e montagne bellissime ecco che saremo pronti a rientrare a Valles. Il percorso è il medesimo dell’andata ma, se vorrete concedervi una slittata, non rientrate nel bosco una volta arrivati al bivio della mattina. Proseguite dritto lungo la carrozzabile e vedrete presto il cartello che indica il punto di partenza: a quel punto lanciatevi in un’adrenalinica discesa!
Consigli utili:
- si può scendere in slittino? Dall’inverno 2017/18 non è più omologata la pista. Rimane aperto il tratto di circa 1 chilometro a monte di Kurzkofelhutte dove è anche possibile noleggiare il mezzo
- si può arrivare in macchina a Malga Fane? In inverno assolutamente no, ci si ferma al parcheggio di Berg am Boden. In estate sì invece, ma è prevista una viabilità controllata e diversificata a seconda di orari e giorni della settimana
- sono necessarie le ciaspole? Il sentiero è ben battuto e, in caso di nevicate assenti, non sono necessarie ma sicuramente consigliate, visti anche i frequenti tratti ghiacciati